Kaos: la serie di Netflix sui miti greci fra divertimento e riflessioni

Un'intelligente allegoria delle nostre vite: ecco Kaos, su Netflix

Kaos la serie di Netflix sui miti greci fra divertimento e riflessioni

Visto l’andazzo, c’è da temere che non venga rinnovata per una seconda stagione, e sarebbe davvero un peccato perché una seconda stagione dovrebbe essere automatica, vista la scrittura intelligente e le ottime, ottime interpretazioni.

Kaos, la serie con Jeff Goldblum, Aurora Perrineau e Stephen Dillane che ci racconta la mitologia greca in un mondo fantastico (ma incredibilmente simile al nostro), è con successo su Netflix con gli 8 episodi di questa prima stagione.

La trama di Kaos

Kaos: la serie di Netflix sui miti greci fra divertimento e riflessioni
Jeff Goldblum è Zeus in Kaos

In un mondo in cui molti credono alle profezie e servono gli dèi che li governano - esistenti e capeggiati da Zeus (Jeff Goldblum, Jurassic Park, Grand Budapest Hotel) - proprio una profezia rischia di far perdere la testa al Re degli dèi. Nonostante i tentativi della moglie Era (Janet McTeer, Ozark) - che tecnicamente è anche sua sorella - di placare la sua crescente ira e sete di sangue, Zeus si dimostra sempre più crudele. Scatena guerre e catastrofi naturali perché gli umani tornino a temerlo e venerarlo dopo un oltraggio durante la festività di Olympia, la giornata dedicata agli dèi e alla loro venerazione. Dioniso (Nabhaan Rizwan, 1917), figlio di Zeus e di una mortale - prontamente tolta dalla circolazione da Era - decide di aiutare un uomo a compiere la sua eroica impresa romantica, mai riuscita a nessuno prima. Ma l’unica cosa che ottiene è far arrabbiare il padre ancora di più, mentre Euridice, detta Riddy (Aurora Perrineau, Progidal Son, Westworld), è determinata a sbugiardare gli dèi, mostrando a tutti gli esseri umani le loro menzogne. Riddy è una degli umani che, secondo il nostro narratore Prometeo (Stephen Dillane, Stannis Baratheon in Game of Thrones), contribuirà a rovesciare il dominio di Zeus. Ma per arrivarci dovrà prima vedersela con i piani, fra gli altri, di Ade (David Thewlis, il professor Lupin di Harry Potter), Persefone (Rakie Ayola, Grace) e Poseidone (Cliff Curtis, Fear The Walking Dead)…

La mitologia greca fra metafore, humour e riflessioni profonde

Kaos: la serie di Netflix sui miti greci fra divertimento e riflessioni
Stephen Dillane nei panni di Prometeo in Kaos

In Kaos non ci sono solo gli dèi: l’intera mitologia greca, dal filo di Arianna alla caverna di Platone e al cavallo di Troia, va a nutrire la brillante sceneggiatura della serie.

Creata dal genio di Charlie Covell (Humans, Banana, The End of the F***ing World), Kaos si distingue per l’ottimo livello d’intrattenimento che offre e per un cast che non passa inosservato.

Oltre a scoprire nuove, moderne e metaforiche versioni di ciò che abbiamo studiato a scuola, avremo modo di riflettere su tematiche molto profonde grazie al messaggio principale di Kaos: la serie altro non è che un’allegoria delle nostre vite, in particolare delle vite di coloro che credono nei dettami di una qualsiasi religione e in una vita dopo la morte. Una seconda occasione, per chi segue fedi che includono il concetto di reincarnazione, di fare meglio e di ottenere un premio per ciò che di buono si fa in ogni vita.

In tempi di odio, anche religioso, Kaos arriva come un fulmine a ciel sereno a disilluderci, raccontandoci che gli dèi mentono agli inutili e stupidi esseri umani, che scatenano guerre in cui gli umani credono davvero, che illudono le nostre esistenze mentre si divertono a gestirle come pedoni su una scacchiera.

E tutto questo - importante sottolinearlo - con un grande senso dell’umorismo, anche macabro quando serve, per insegnarci a prendere meno sul serio ciò che ci viene raccontato. Dalla religione come dalle profezie.

Perché il cuore di Kaos, il vero fulcro narrativo, è l’eterna divisione fra coloro che credono nel destino e coloro che pensano di poter determinare il proprio. Profezie contro autodeterminazione. Fato contro libero arbitrio. Aspettare che si compia il proprio destino o prenderne in mano le redini e costruire la propria vita. Una delle tematiche più vecchie e affascinanti di sempre ci mostra come l’illusione di una vita eterna possa essere soppiantata dalla fede in qualcosa di nuovo, di magico, di scritto per riscattare chi fa davvero del suo meglio nella vita terrena.

Caos, regole naturali e una strepitosa colonna sonora

Kaos: la serie di Netflix sui miti greci fra divertimento e riflessioni
Una scena da Kaos: Ceneo con Cerbero (detto Photis)

Quando regna il caos, del resto, tutto è possibile. Fato e autodeterminazione si mescolano mentre le regole che avevamo sempre conosciuto vengono cancellate.

Se ci pensate, quasi tutte le serie si fondano sul caos: la sovversione delle regole naturali o semplicemente date per scontate. The Walking Dead fa regnare il caos cancellando il naturale ciclo vita-morte, Lost s’interroga sul destino mentre il caos regna su un’isola che non segue le leggi naturali, Il trono di spade si fonda interamente sul caos che circonda la successione di Re Robert e sulla sovversione dell’ordine naturale con l’esercito di morti degli Estranei… E via dicendo. In quasi tutte le serie molto amate e seguite ci sono caos e destino che s’intrecciano.

Ecco quindi che il colpo di genio di Kaos, parlarne apertamente, esponendo questi temi agli occhi disincantati del pubblico che coglie facilmente le metafore di questa storia, consiste nel raccontarci la mitologia greca degli dèi come una grande famiglia disfunzionale.

Le Moire, le Tacite, l’Oltretomba (in bianco e nero, perché solo la vita terrena è “reale” e a colori), le Erinni, Poseidone e le arene di combattimento che scatenano i peggiori istinti degli esseri umani, e che da essi vengono alimentate, fanno tutti parte gioco. Il grande gioco della vita.

Per rendere il messaggio ancora più efficace, ecco i pezzi storici e immortali di Blue Oyster Cult, David Bowie, Dire Straits, ABBA, Paul Simon, Judy Garland e tanti altri. Senza dimenticare il brano originale di Killian Scott, l’interprete di Morpheus: Eurydice.

L’oppio dei popoli?

Kaos: la serie di Netflix sui miti greci fra divertimento e riflessioni
Era, la moglie di Zeus, in una scena di Kaos

Se la religione è l’oppio dei popoli, come affermava Karl Marx, Kaos è costruita su un castello di bugie. Ma non è così: la magia, l’immortalità, i “miracoli” esistono davvero, nel mondo di Kaos. Solo, non funzionano come raccontano gli dèi.

L’oppio dei popoli, semmai, è l’illusione di un aldilà che offra seconde (terze, quarte e via dicendo) opportunità, perché chiunque avesse a disposizione il proverbiale genio della lampada e tre desideri ne userebbe uno o due per rimediare a qualcosa. Per ritrovare qualcuno che ha perso, per tornare indietro e prendere la decisione giusta invece di quella sbagliata, per non lasciare andare qualcuno.

Il rimpianto è ciò che regola le vite di chi ha la fortuna di vivere abbastanza per averne.

La sceneggiatura di Kaos ci costruisce sopra sia il concetto di autodeterminazione che la speranza.

Gli dèi mentono. Manipolano, dividono, sono crudeli e capricciosi. Esattamente come gli uomini.

Kaos, dicevamo, è un’allegoria della vita. In cui il vero oppio, per i popoli, è l’illusione di avere un’occasione per fare meglio.

Prometeo ci dice che:

L’amore è il fulcro di tutto. Ma spesso è anche il problema

E se non è da “mito greco” una conclusione come questa, proprio non so cos’altro possa esserlo.

Kaos (2024)

Rating: tutti

Nazione: Stati Uniti

8

Voto

Redazione

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Kaos (2024)

Kaos è la serie di Netflix con Jeff Goldblum, Stephen Dillane e Aurora Perrineau che ci racconta la storia di un mondo in cui la gente crede agli dèi, che in effetti esistono, e alle profezie. Dalla caverna di Platone al cavallo di Troia, passando per il labirinto del Minotauro, Kaos si serve della mitologia greca più conosciuta per parlarci di destino e di autodeterminazione, di religione e di illusioni.

Quando regna il caos e le regole naturali vengono sovvertite, come in tante fra le serie più seguite e amate, tutto diventa una sfida. Inclusa la missione d’amore di Morfeo (Killian Scott) e quella, ben più importante, di Riddy (Perrineau) e Ceneo (Misia Butler). Ribellarsi agli dèi, capeggiati da uno Zeus crudele e capriccioso magistralmente ritratto da Goldblum, può costare molto caro. Ma a volte sembra essere l’unica scelta giusta… Speriamo che questa storia brillante, divertente e piena di metafore intelligenti possa continuare con una seconda stagione. I fan di Doctor Who apprezzeranno molto la presenza di Billie Piper nel ruolo di Cassandra.