Kiseiju - La zona grigia: la serie sci-fi coreana che si chiede se l'umanità vada salvata
Scopriamo insieme tutto quello che c'è da sapere su Kiseiju, in esclusiva su Netflix
Kiseiju - L’ospite indesiderato è il manga scritto e illustrato da Hitoshi Iwaaki, appena arrivato su Netflix con una nuova trasposizione televisiva.
Pubblicato dal novembre del 1989 al dicembre del 1995, il manga narra la storia di Shinichi, un ragazzo che si ritrova accidentalmente a convivere con il parassita che ha infestato il suo braccio. Il parassita appartiene a una specie di strani esseri che prima prendono il controllo del cervello degli umani e poi li uccidono e li mangiano. Shinichi stringe un patto con il suo stesso parassita, chiamato Migi, per proteggersi dagli altri parassiti, che si stanno impossessando delle persone mentre il Giappone viene invaso dai kiseiju.
La serie trasforma il protagonista in una ragazza, Jung Soo In (Jeon So Nee), sposta per la prima volta l’azione fuori dal Giappone (ci sono già stati diversi adattamenti, fra serie anime e live action, uno dei quali è disponibile su Netflix) e si trasferisce in Corea per regalarci una serie che unisce fantascienza, police drama e un pizzico di horror per le scene splatter in cui gli infetti manifestano la loro vera natura con teste che si aprono in stile Demogorgone.
La trama di Kiseiju: La zona grigia
Sembrano strani, piccoli frutti, ma ricordano più che altro il modo in cui vengono rappresentati i virus. Atterrano in luoghi casuali e liberano una creatura con un aculeo, una versione fantascientifica degli scorpioni, che s’infilano nelle orecchie degli ospiti umani prendendone il controllo. Sono i parassiti alieni che si stanno diffondendo in tutto il mondo, e che - in un’occasione unica - salvano la vita a Jung Soo In, che per via della situazione molto particolare in cui viene infettata diventa una mutante: la sua natura umana e quella aliena convivono. Mentre gli umani che celano la loro nuova natura aumentano, una donna affronta e cattura il marito, trasformato dal parassita. Sarà lei a capo della task force chiamata Grey Team, istituita dalla polizia per affrontare il fenomeno alieno. Insieme a un poliziotto che conosce da molto tempo e a un ragazzo che scopre con orrore che fine ha fatto una delle sue sorelle, Jung Soo In cerca il modo per coesistere con il parassita e combattere gli altri alieni.
Siamo noi i veri parassiti: vale la pena di salvare l’umanità?
La trama è ben costruita, con un ritmo che varia e va in crescendo, dall’apparente lentezza che mette le basi nei primi episodi all’esplosione delle sequenze d’azione dal quarto episodio.
La metafora, però, non è neanche lontanamente mascherata. Già il fatto di chiamare gli alieni “parassiti” rende l’idea, insieme all’inizio della serie. La primissima sequenza mostra infatti i danni inequivocabili che infliggiamo al nostro stesso pianeta e ai suoi abitanti. Esseri umani inclusi.
I parassiti, è evidente, siamo noi. Ecco quindi che l’arrivo di parassiti alieni sulla Terra, un po’ in tutto il mondo, si presenta come l’occasione perfetta per rispondere al quesito: vale la pena di salvare l’umanità?
Quesito che, per altro, è il medesimo posto da questa storia nella sua versione originale, il manga.
Il materiale di partenza è vasto e molto ben composto. Sarebbe stato difficile fallire l’obiettivo. Eppure, la serie aggiunge qualcosa a una storia già nota a chi l’ha letta.
L’aspetto più interessante non è, come previsto, la convivenza del parassita con l’umana protagonista. No. L’aspetto più interessante è l’assoluta certezza che chiunque si comporti in modo da favorire gli alieni sia anch’esso infettato da un parassita. La possibilità che ci siano dei collaborazionisti - e uso questo termine con cognizione di causa - non passa neanche per il cervello di chi indaga.
Inutile dire che prevedere la presenza di traditori della propria specie fa parte di quella riflessione sulla natura umana che pervade ogni episodio.
Perché in questa specifica tematica parrà strano, ma i parassiti brutti e cattivi ci battono 10 a 1. Loro, almeno, sono coesi. Difendono gli interessi della propria specie, nel bene e nel male. Cosa che non si può certo dire dell’umanità, in particolare dell’umanità come la conosciamo oggi.
L'incapacità di fare fronte comune
In tutta la storia della fantascienza televisiva, il concetto dell’incapacità di unirsi come specie, facendo fronte comune contro il nemico alieno, è ricorrente.
Dal glorioso passato di V - Visitors, metafora della Seconda Guerra Mondiale, fino a Falling Skies, per non parlare di quanto sappiamo da X-Files.
Gli esempi sono tanti e Kiseiju - La zona grigia si aggiunge senz’altro alla lunga lista.
E poi, naturalmente, c’è il prezioso concetto di potere.
Il potere, per gli umani o per gli alieni, ha la stessa valenza: la possibilità di prendere decisioni che favoriscano se stessi e i propri amici. In ogni caso, i propri interessi. O quantomeno quelli della propria specie, se si è interessanti a preservarla.
L’equilibrio fra azione, horror, fantascienza e police drama in questi 6 episodi è quasi perfetto. Inizia come una storia qualsiasi che introduce l’elemento fantascientifico e poi, via via, tutto il resto.
Escludendo giusto il momento che fa un po’ troppo “Spider-Man e Dottor Octopus” sul ponte, nel quarto episodio, bisogna dire che la profondità della trama la fa da padrone. Ma anche gli effetti speciali sono ottimi e le battaglie fra mostri sono avvincenti e ben realizzate.
Funziona tutto come deve. Fino a una conclusione con un colpo di scena che lascia ben sperare in un seguito: una seconda stagione ci racconterà il prosieguo di questa storia, con molte probabilità.
E i lettori del manga rimarranno favorevolmente colpiti dai nuovi sviluppi…