La recensione di Landman, la nuova serie di Taylor Sheridan
Uno sguardo senza ipocrisie sull'industria petrolifera in Texas
Landmen: letteralmente, “gli uomini della terra”. Ovvero i professionisti che si occupano di trovare terreni adatti alla perforazione petrolifera. Uno di loro, il Landman del titolo, è Tommy Norris. A interpretarlo c’è il Premio Oscar (per la sceneggiatura di Lama tagliente) c’è Billy Bob Thornton, interprete di tanti successi da L’uomo che non c’era a Love Actually, da Bandits a Soldi sporchi. Con lui, altri grandissimi nomi di cinema e TV, da Demi Moore a Jon Hamm e Ali Larter.
La serie di Paramount+ è ambientata nel mondo dei pozzi petroliferi del Texas occidentale e porta la firma di Taylor Sheridan insieme a Christian Wallace. Sheridan è l’uomo dalla penna d’oro già creatore di Yellowstone, 1923, Tulsa King, Mayor of Kingstown, Operazione speciale: Lioness… Senza dimenticare Hell or High Water, la sceneggiatura cinematografica che gli è valsa una nomination agli Oscar.
La trama di Landman
Tommy Norris (Billy Bob Thornton, Babbo bastardo) è il landman della compagnia petrolifera di Monty Miller (Jon Hamm, Mad Men), sposato con Cami (Demi Moore, The Substance). Stringe gli accordi per i leasing sui terreni e si occupa di gestire una lunga serie di problematiche, che nel settore non mancano mai. E sono spesso molto gravi. Tommy ha due figli, la splendida ed esasperante diciassettenne Ainsley (Michelle Randolph, 1923) e il quasi laureato Cooper (Jackb Lofland, Maze Runner) che vuole lavorare nei campi petroliferi e un’ex moglie di non semplice gestione, Angela (Ali Larter, Heroes). Fra corruzione, attività illegali sui terreni, furti “temporanei” e avvocati-squalo, la vita di Tommy - la nostra guida in questo mondo complicato - è difficile e richiede un’intelligenza superiore alla media. Che Tommy possiede… Insieme a un pessimo modo di gestire la propria salute.
Tematiche importanti e delicate
L’ambientazione di Landman è tutt’altro che idilliaca. Siamo nel settore petrolifero, divisi fra i miliardari che si godono il frutto del lavoro e gli operai che quel lavoro lo svolgono ogni giorno, rischiando anche la vita.
Fra i pozzi petroliferi del Texas occidentale, il boom economico e le sue conseguenze, la serie ci mostra senza giri di parole - o di immagini - come il boom petrolifero stia ridisegnando il clima, l’economia e la geopolitica.
Esplora l’impatto economico e sociale di questa industria su piccole città e comunità locali, mettendo in evidenza i rischi del lavoro nel settore petrolifero. Fra le tematiche più delicate ci sono gli incidenti sul lavoro, i rischi ambientali e le dinamiche di potere nell’industria. E parliamo di un’industria - quella del gas e del petrolio - fra le più redditizie di tutto il mondo.
Cambiamento climatico, fonti di energia alternative, influenza della vita lavorativa sui rapporti personali dei protagonisti: in Landman c’è tutto questo, e molto di più. A cominciare dal rapporto dell’industria petrolifera con la politica, che in un settore a dir poco cruciale per l’economia statunitense ha naturalmente un enorme peso.
Brutti, sporchi e cattivi ma dall’aspetto sofisticato
Sono così, coloro che guidano i giochi nell’industria petrolifera made in USA: sporchi e cattivi, ma dall’aspetto lindo ed elegante. Brutti dentro, splendidi fuori. Come Monty, che a una tragica notizia reagisce con stizza perché sa già che gli costerà molto denaro. Il denaro è l’unico linguaggio che ai vertici di questo settore parlano tutti, l’unico mezzo per comprendersi.
Ma più in basso, man mano che si scende di livello, le cose sono sempre più difficili. Perché qualcuno stia in vetta, serve una piramide di lavoratori che fa un lavoro duro, pericoloso e non riconosciuto.
Basata sul podcast di Christian Wallace intitolato Boomtown, che spiegava appunto come la moderna corsa all’oro sul petrolio sia in grado di rimodellare clima, economia e geopolitica, Landman ci trascina in un vortice di relazioni commerciali in cui tutti sono disposti a fare qualsiasi cosa per assicurarsi una fetta della torta. Man mano che approfondiamo la conoscenza con i personaggi scopriamo i loro segreti, la loro assenza di morale - non per tutti, certo - la loro insaziabile sete di denaro e potere, o il loro essere semplicemente finiti in un’industria tritacarne da cui non è più possibile uscire. Non senza morire.
Siamo di fronte a un altro mix di western contemporaneo - perché è esattamente così, con le tematiche e i personaggi da western che Landman è costruita - in cui la fantasia cela, ma neanche troppo, la realtà brutta, sporca e cattiva che tolleriamo da sempre e che oggi più che mai fingiamo di ignorare.
Un cast di grandi star non accetta di lavorare a una produzione così ambiziosa senza sapere che avrà un impatto forte sull’opinione pubblica, sulla critica e sul mondo stesso delle produzioni televisive. Perché è esattamente questo che Landman farà, una volta che i 10 episodi di questa prima stagione saranno stati trasmessi. Potete scommetterci.