La recensione di Only Murders in the Building, con la stagione più geniale vista finora
Una stagione dopo l'altra, Only Murders in the Building continua a crescere
Credevo che con lo spettacolo della terza stagione e Meryl Streep, Only Murders in the Building avesse raggiunto il suo punto più alto. Mi sbagliavo. Perché non succede spesso, anzi: si tratta di un caso molto raro. Ma quando la qualità è altissima, come per Only Murders in the Building, può capitare che si continui a crescere, stagione dopo la stagione. Come nella quarta.
Dal 29 ottobre su Disney+ sono disponibili tutti i 10 episodi della geniale interpretata e creata da Steve Martin (che la firma insieme a John Hoffman, già dietro le quinte di Grace & Frankie e di Loving).
La trama di Only Murders in the Building 4: quando una serie si racconta
Questa stagione appena conclusa con il finale di stagione disponibile anche in Italia è senza dubbio la più divertente vista finora. La ragione è semplice: per la prima volta, OMITB (questo l’acronimo per indicar il lungo titolo della serie) parla di sé. E si prende in giro.
Mabel (Selena Gomez, Emilia Pérez), Charles (Steve Martin, storico attore comico premiato con l’Oscar alla carriera) e Oliver (Martin Short, che per questo ruolo ha vinto uno dei 7 Emmy Awards assegnati alla serie) sono ormai diventati famosi grazie al loro podcast. Vengono contattati da una produttrice che li fa volare a Los Angeles: realizzeranno un film su di loro e sul loro podcast, e hanno anche già scelto gli attori che li interpreteranno. Eva Longoria, star di Desperate Housewives, darà vita a Mabel, Eugene Levy (2 Emmy per Schitt’s Creek) sarà Charles e Zach Califianakis (Una notte da leoni) reciterà una sua personale versione di Oliver. I tre attori interpretano loro stessi e avvicinano i nostri podcaster per conoscerli meglio e studiarli. Ma quando i tre si mettono a indagare sul tragico omicidio di Sazz (la grande Jane Lynch di Glee) - che aveva chiuso la scorsa stagione - finiscono per mettersi anche loro nel mirino dell’assassino…
La serie che parla di cinema che parla di serie
Come avrete capito, siamo di fronte a una serie incentrata sul film tratto da quella stessa serie. E la genialità si coglieva già da qui. Metteteci poi: Eva Longoria che esagera se stessa e inventa ogni genere di prodotto inutile - realizzato rigorosamente in rosa per il mercato; Meryl Streep, la più grande attrice vivente (la tocco piano) che torna nei panni di Loretta, la fidanzata di Oliver (SPOILER: e fa la mossa di Karate Kid Melissa McCarthy in un momento memorabile); Zach Galifianakis - detto GaliCOSO per il cognome impronunciabile - che parte infastidito e finisce per affezionarsi ai protagonisti e, non ultime, le tante guest star della stagione. Fra cui la Melissa McCarthy nei panni della sorella di Charles e Paul Rudd (stavolta in veste di stunt-man) fino a Ron Howard, Scott Bakula, John McEnroe e Griffin Dunne. Per non parlare degli “occidentali”: i misteriosi e sospetti residenti dell’Arconia che impareremo a conoscere.
Non mancherà naturalmente l’amatissimo Howard (Michael Cyril Creighton), stavolta con animali decisamente diversi dal solito e con un progetto per un improbabile podcast tutto suo.
Mentre l’amicizia fra Oliver, Charles e Mabel si cementa, le sorelle Brothers (the Brothers sisters, esatto), registe del film, personificano la parodia delle celebri coppie di fratelli che lavorano nel cinema e in TV.
Sazz e il legame con la stagione 3
Stavolta, e per la prima volta, il cadavere ce lo tiriamo dietro dalla stagione precedente. Sazz, amica e controfigura di Charles, torna per raccontarci il suo passato e gli eventi che hanno portato al suo omicidio, mentre Charles e gli altri non sanno chi fosse il vero bersaglio dell’assassino.
In questa stagione, infatti, ed è un’altra prima volta, non cerchiamo solo l’assassino. Anche chi sia la vittima resta a lungo un mistero.
Con 10 divertentissimi episodi, ciascuno dei quali porta stavolta il titolo di un film famoso (da La valle delle bambole a Il ladro di orchidee, Blow-up e C’era una volta il West), Only Murders in the Building ci regala un po’ di tutto, da una sequenza in stile sigla TV a un episodio-documentario (l’episodio 6) con tanto di divisione in atti. La detective Williams (Da'Vine Joy Randolph, nostra vecchia conoscenza, ormai conosce i protagonisti e in sostanza li bullizza (in maniera bonaria, diciamo) ma non è nulla in confronto alle telecamere installate perfino dentro al frigo di Oliver.
Ciliegina sulla torta, ecco gli attori - Longoria, Levy e GaliCOSO - che parlando dei buchi nella trama della prima stagione. Da sbellicarsi delle risate, ma non solo. Ci sono tante di quelle citazioni da realizzarci un copione. E tanta, tantissima qualità.
Il settimo episodio di questa quarta stagione è fra i migliori di tutti i 40 episodi di OMITB prodotti finora.
Che non resteranno 40 ancora a lungo: la serie è stata rinnovata per una quinta stagione, in arrivo l’anno prossimo. Intanto, le prime 4 vi aspettano - complete - su Disney+. Per essere guardate e riguardate.
Nazione: Stati Uniti d'America
Voto
Redazione
Only Murders in the Building
La quarta, geniale stagione di Only Murders in the Building, con Steve Martin (co-creatore insieme a John Hoffman), Martin Short e Selena Gomez, è disponibile con il finale di stagione su Disney+. Già rinnovata per un quinto ciclo di episodi, la serie stavolta è incentrata sul film che Hollywood vuole realizzare sui nostre tre podcaster preferiti. Fra guest star che interpretano una versione esagerata e parodistica di sé, momenti cult destinati a fare storia e colpi di scena, i nostri cercano l’assassino di Sazz (Jane Lynch), morta alla fine della stagione precedente. Fra la tendenza al dramma di Oliver, il disagio di Mabel in un progetto del genere e la volontà di Charles di fare giustizia per la sua amica, Only Murders in the Building supera ancora una volta se stessa. Crescendo stagione dopo stagione, e partendo da un livello già altissimo. Chissà cosa ci aspetterà nei nuovi episodi…