La recensione di Running Point: Kate Hudson diverte e incanta su Netflix
Famiglia e affari: una combinazione difficile da gestire
Running Point, su Netflix, è la brillante serie con Kate Hudson ambientata nel mondo del basket professionistico. 10 episodi divertenti che parlano di sport, lealtà, amore famigliare e rivincita.
La trama di Running Point
Cam Gordon (Justin Theroux, The Leftovers) è il Presidente dei Los Angeles Waves, importante squadra di basket che ha ereditato dal padre. La gestisce insieme ai fratelli Sandy (Drew Tarver, Unfrosted: storia di uno snack americano), direttore finanziario, e Ness (Scott MacArthur, The Mick), ex giocatore professionista ed esperto di strategie. La sorella Isla (Kate Hudson, candidata all’Oscar per Almost Famous - Quasi famosi), ex combinaguai, è stata assegnata alle opere benefiche e tenuta sempre lontana dalle decisioni importanti. Ma quando Cam si mette fuori gioco, sceglie lei per prendere il suo posto: Isla eredita una squadra che perde, non ha la fiducia di nessuno e perfino la stampa le dà contro. Riuscirà a dimostrare di essere la più brava in famiglia a gestire l’attività nella quale è cresciuta?
Una famiglia fuori dagli schemi
Running Point non è la solita storia di una famiglia disfunzionale: è una vera e propria esplorazione, quasi una dissezione, del concetto stesso di “famiglia disfunzionale”. Netflix ci regala una serie che, con un equilibrio perfetto tra dramma e commedia, ci catapulta nel mondo caotico e affascinante dei Gordon.
Al centro della narrazione troviamo appunto i fratelli Gordon, un trio disastroso ma pieno di potenziale.
La serie si apre con dinamiche familiari complesse, in cui i legami di sangue si intrecciano indissolubilmente con il mondo degli affari.
La scena in cui Ness, uno dei fratelli, guarda The Crown con Sandy senza capirci nulla è un esempio lampante dell’umorismo intelligente che permea la serie. Questi momenti, apparentemente leggeri, rivelano in realtà la profondità dei personaggi e la loro difficoltà nel relazionarsi con il mondo esterno ma anche con le persone a loro più vicine.
Attraverso le metafore sportive, la storia dei Gordon cambia, si allarga, diventa sempre più piena di complicazioni (con anche un colpo di scena inaspettato) e ci regala leggerezza senza mai essere superficiale.
Kate Hudson: una rivelazione
Running Point non segna il debutto di Kate Hudson in una serie televisiva, ma dimostra la versatilità dell’attrice, che dà vita a un personaggio complesso e sfaccettato: competente, ma al contempo goffa e insicura, con un passato che la tormenta, Isla unisce alla profondità emotiva e all’intelligenza una serie di gag fisiche (a cominciare dal tormentone del “cassetto della droga” e della porta trasparente) che la rendono straordinariamente, imperfettamente umana. L’occasione di dirigere la squadra è il suo riscatto, dopo una vita passata a essere tenuta in disparte. L’interpretazione di Kate Hudson, sempre bravissima, stavolta è una vera e propria rivelazione, capace di spaziare dalla comicità al dramma con una naturalezza disarmante.
Il suo rapporto con il fidanzato Lev (Max Greenfield, New Girl) racconta tanto di Isla ma anche di come la sua situazione famigliare l’abbia influenzata nelle relazioni con gli uomini.
Fratelli e affari: un mix esplosivo
I rapporti tra i fratelli Gordon sono naturalmente il cuore pulsante della serie. Le loro interazioni, spesso esilaranti, sono arricchite dalle trovate geniali della sceneggiatura (un esempio? Brian Austen Green di Beverly Hills 90210, scoprirete come), che aggiungono un tocco di imprevedibilità e divertimento. Ma Running Point non è solo commedia. La serie esplora anche il mondo spietato degli affari, dove lealtà e accordi verbali non hanno valore. In questo contesto, l'unico obiettivo è il profitto, e i Gordon devono destreggiarsi tra inganni e tradimenti per sopravvivere.
La serie offre uno spaccato realistico del mondo contemporaneo, dove il confine tra vita privata e professionale è sempre più labile. I Gordon sono costretti a confrontarsi con le contraddizioni di una società dominata dal denaro e dal potere, dove i valori tradizionali sono spesso messi in discussione.
Running Point riesce a mescolare sapientemente generi diversi, passando dalla comedy al family drama, dalla storia di sport al romance rendendo la narrazione avvincente, capace di sorprendere lo spettatore ad ogni episodio. La visione scorre via, senza intoppi, con un finale che prelude a una seconda stagione che speriamo davvero di poter vedere perché Running Point è l’essenza stessa dell’intrattenimento di qualità.