Lies Anatomy: Bugie a Hollywood - Le scandalose bugie della sceneggiatrice di Grey’s Anatomy

Un documentario in 3 parti che tutti - soprattutto chi lavora nell'informazione - dovrebbero vedere

Lies Anatomy Bugie a Hollywood  Le scandalose bugie della sceneggiatrice di Greys Anatomy

Uno scandalo senza precedenti, un intreccio di menzogne degno di una sceneggiatura televisiva, una storia che ha travolto il mondo dello spettacolo e messo a nudo le fragilità di un intero sistema.

Lies Anatomy - Bugie a Hollywood, la docuserie in tre parti disponibile in esclusiva su Sky Crime e NOW, racconta il caso di Elisabeth Finch, ex sceneggiatrice di Grey's Anatomy, che ha costruito la sua carriera su un'incredibile rete di bugie.

Costruirsi una vita e una carriera sulla menzogna

Lies Anatomy: Bugie a Hollywood - Le scandalose bugie della sceneggiatrice di Grey’s Anatomy

Sinceramente, non conosco nessuno che non si senta un impostore.

Con queste parole, Finch in qualche modo anticipava e al tempo stesso, cercava di giustificare la spirale di inganni che l’avrebbe portata al centro di uno degli scandali più clamorosi di Hollywood.

Nel 2018, alla sua festa per i 40 anni, la sua ascesa sembrava inarrestabile. Ma il castello di carte che aveva costruito con astuzia iniziava a vacillare.

Hollywood non è solo la patria del cinema e delle serie TV: è un’industria in cui si fabbricano storie, dentro e fuori dallo schermo. Lo dice uno degli ex compagni di corso di Finch, e non avrebbe potuto trovare definizione più azzeccata.

Finch lo aveva capito meglio di chiunque altro. Dopo tentativi falliti di entrare nel mondo della scrittura televisiva - tra cui un colloquio per il ruolo di assistente nella writer's room di Grey's Anatomy andato male - la sua occasione arrivò grazie a una menzogna.

Prima di entrare nello staff di Grey’s Anatomy, Finch aveva già scritto per serie molto popolari come True Blood, The Vampire Diaries e Friday Night Lights. Ma fu la storia del suo presunto cancro, un condrosarcoma, a farle ottenere un posto d'onore nel team di Shonda Rhimes. Un articolo toccante sulla sua lotta contro la malattia attirò l’attenzione della showrunner, che la volle nella writer's room.

Non solo Finch ottenne finalmente quel lavoro che aveva sempre sognato, nella sua serie preferita, ma conquistò anche la fiducia e la simpatia di colleghi e produttori, che la trattavano con deferenza e rispetto.

La realtà, però, era un'altra: Finch non era mai stata malata. Aveva simulato la chemioterapia rasandosi la testa, esibiva finti cateteri sul braccio e condivideva con i colleghi i dettagli strazianti della sua presunta battaglia contro il cancro. Ma non lo faceva solo per attirare attenzione e sostegno: lo faceva per rubare storie. Perché non aveva idee. Così, le esperienze personali degli altri diventavano il materiale grezzo per le sue sceneggiature. Rubare è grave. Rubare il dolore altrui per ottenere successo è criminale.

Traumi su traumi

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Oltre alla bugia sulla malattia, Finch si costruì un passato tragico inesistente: raccontò di aver subito abusi in famiglia, di aver perso il fratello per suicidio (mentre lui era vivo e vegeto in Florida), di aver affrontato ogni genere di trauma possibile. E la stampa, compresa quella più prestigiosa, abboccò senza fiatare. Testate del calibro di The Hollywood Reporter pubblicarono articoli sulla sua storia senza verificare una singola informazione. Una prassi inaccettabile, che dimostra quanto oggi il sensazionalismo spesso prenda il sopravvento sulla responsabilità giornalistica. Lo si può capire nei post virali sui social, nei tabloid scandalistici, ma non credevo potesse accadere con una delle più autorevoli testate di Hollywood. E invece…

Se le bugie sull’industria e sulla malattia erano gravi, quelle che coinvolgevano la vita delle vere vittime erano imperdonabili. Jenn Beyer, madre di cinque figli e vera sopravvissuta alla violenza domestica, era una di queste. Il marito violento era riuscito a farle togliere i figli, lasciandola in una situazione disperata. Finch, che la conobbe in clinica dopo essersi ricoverata sotto falso nome per un falso trauma, la invitò a Los Angeles, sostenendola, aiutandola... E poi iniziando una relazione con lei. Ma "Finchie", come si faceva chiamare, non faceva mai nulla senza un tornaconto.

La relazione tra le due iniziò mentre Jenn viveva ancora in una casa rifugio. Finch, ormai potente grazie alle sue storie fasulle, aveva un ruolo privilegiato nella writer’s room di Grey’s Anatomy e si arrogava il diritto di scegliere quali episodi scrivere. Tra questi, il discusso episodio dell’addio di Alex Karev (il personaggio interpretato da Justin Chambers). La lettera di Karev conteneva vicende private di Jenn, incluso il dramma della figlia maggiore, minacciata dal padre violento. Un’appropriazione indebita della sua vita, un furto emotivo che Finch ha commesso senza scrupoli.

Un modus operandi consolidato negli anni

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Il modus operandi era sempre lo stesso: appropriarsi di esperienze altrui, trasformarle in finzione e poi fingere che fossero sempre state parte della sua vita. Le bugie si accumulavano: dal finto trapianto di rene ricevuto da una star di True Blood ai nuovi progetti che annunciava con lacrime di commozione. Ma nulla fu devastante come il trauma che inflisse alla sua stessa famiglia.

Si sposò con Jenn, adottando i suoi cinque figli, ma senza mai desiderarli davvero. Guadagnava centinaia di migliaia di dollari sulle spalle dei colleghi, che lavoravano al suo posto mentre lei si presentava come una martire della malattia. E mentre le sue false sofferenze si accumulavano, le vere sofferenze di Jenn e della sua famiglia diventavano insostenibili.

Alla fine, si sa, le bugie vengono sempre a galla. E in questo caso è stata Jenn a smascherare la super-bugiarda e truffatrice. Controllando le date sui social di Finch, Jenn scoprì una serie di incongruenze. Il castello di menzogne iniziò a crollare. Ma solo per Jenn. Perché Finch, abile manipolatrice, riuscì a ribaltare la situazione e a far passare Jenn per la bugiarda.

Incredibile. Così come è incredibile pensare che anche nel momento in cui la storia emerge e finisce sui giornali, sempre grazie a Jenn, perfino scusandosi Finch continua a mentire.

Lies Anatomy: Bugie a Hollywood - Le scandalose bugie della sceneggiatrice di Grey’s Anatomy

Bugie su bugie che hanno travolto le vite di tutti coloro che l’avevano creduta, aiutata, sostenuta, perfino amata. In America le persone che escono allo scoperto raccontando la propria malattia con coraggio diventano star di talk show perché sono considerate d’ispirazione.

Pensate a cosa avranno provate tutte le persone veramente malate ingannate da Finch.

Io un po’ ci riesco, perché visto che la salute non è il mio forte pensare che qualcuno si possa appropriare delle mie sofferenze reali per costruirne di fasulle e usarle addirittura per lavoro mi fa impazzire.

E sono sicura che anche voi verrete travolti dall’incredulità e dal disgusto seguendo questa incredibile storia in Lies Anatomy. Una storia che dovrebbe insegnarci a tornare ai vecchi metodi: verificare sempre le informazioni.

8

Voto

Redazione

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Lies Anatomy: Bugie a Hollywood - Le scandalose bugie della sceneggiatrice di Grey’s Anatomy

Lies Anatomy - Bugie a Hollywood è la docu-serie in 3 episodi di Sky Crime e NOW che racconta con dovizia di particolari, documenti e testimonianze la cronaca di uno scandalo. La sceneggiatrice di Grey’s Anatomy (di qui il titolo Lies Anatomy) Elisabeth Finch, che godeva della fiducia e del rispetto di Shonda Rhimes in persona, ha mentito per anni su un’infinità di gravi questioni. Questa storia, che fa arrabbiare e indignare, dovrebbe essere conosciuta da tutti anche in Italia perché rappresenta un prezioso monito sulla pericolosità delle menzogne quando vengono accettate senza domande. La storia che ha scosso le fondamenta di Hollywood, del giornalismo e della fiducia umana ha infatti coinvolto anche testate e trasmissioni prestigiose. Perché oggi non si verifica più nulla e negli Stati Uniti del #metoo bastava accusare qualcuno per essere creduti. Magari distruggendo carriere e vite personali. Se qualcuno racconta una cosa, bisogna prima verificare la sua storia e solo dopo raccontarla. Che Lies Anatomy faccia da monito, perché le bugie possono costruire carriere, ma prima o poi la verità trova sempre il modo di venire a galla. E chi ha aiutato a diffondere quelle bugie non ci fa una bella figura…

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