Lupin terza parte, recensione: un altro colpo da maestro
Il Lupin di Netflix sembra essersi cacciato in un angolo, invece nella terza parte della serie francese dimostra di avere ancora molte potenzialità.
Con le rivelazioni di fine seconda parte, Lupin sembrava essersi messo da solo un po’ all’angolo. Dopo che sui giornali sono apparse le tue fotografie in prima pagina, dopo che l’intera Francia sviluppa un’ossessione per te e dopo che il tuo principale nemico (il malvagio magnate Pellegrini) è finito in galera, come puoi continuare a evitare la polizia e mettere a segno i tuoi colpi se sei il moderno Arsenio Lupin, hai la pelle nera e hai la presenza fisica e l’altezza statuaria di Omar Sy?
Sorpresa: la serie scritta dall’inglese George Kay basata sul canone letterario del personaggio Arsenio Lupin di Maurice Leblanc ha ancora molto da dire e riesce con grande agilità a dare il via a un arco narrativo di sette episodi che non dà segni di stanchezza e riesce a mantenere la posta in gioco alta.
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La trama di Lupin - terza parte
Avevamo lasciato Lupin (Omar Sy) vittorioso: il nemico di sempre Pellegrini finalmente in galera, sbugiardato di fronte all’opinione pubblica, il padre di Assane ingiustamente accusato di furto e ucciso in carcere finalmente riabilitato nel suo onore dopo anni d’attesa. Assane però aveva dovuto metterci la faccia, letteralmente, diventando uno dei volti più famosi di Francia.
All’avvio di questa terza parte scopriamo le conseguenze della sua decisione: la ex moglie Claire e il figlio Raul sono al centro dell’attenzione mediatica, sbattuti su tutte le copertine di quotidiani e riviste scandalistiche. Claire (Ludivine Sagnier) in particolare è sospettata di essere una complice del compagno.
Ancora a piede libero, Assane capisce di dover tutelare la propria famiglia e decide di ricorrere a uno dei trucchi più amati dall’Arsenio Lupin letterario: un audace colpo seguito da un’apparente morte, che metta almeno apparentemente la parola fine alle sue gesta.
Mentre inscena la sua scomparsa tenendo la famiglia all’oscuro del fatto che è ancora vivo, Assane vede riemergere alcune figure del suo passato di deliquenza giovanile. La madre, che credeva disinteressata al suo destino, è in pericolo. Un uomo che ha avuto un ruolo centrale nella sua formazione una volta scomparso il padre, diventa la chiave di volta di un intrigo che porta la polizia sempre più vicino a svelare la rete di complicità del moderno ladro gentiluomo.
Una perla nera, una braccialetto di preziosi e un quadro di Manet sono i tre furti la cui complicata esecuzione s’intreccia con la lotta di Assane contro la polizia e contro un nemico invisibile ma vendicativo, pericoloso e insidioso.
Cosa funzione e cosa no in Lupin terza parte
Rivelando il volto di Lupin a fine seconda stagione, la serie francese coprodotta da Netflix e Gaumont sembrava essersi giocata una carta importante, chiudendosi molte strade narrative anzitempo.
Invece la terza parte di Lupin dimostra che, sfruttando il canone dei romanzi e dei racconti di Lupin come fonte d’ispirazione e linea guida, la serie ha ancora molto da dire. La terza parte si chiude, come sempre, con un colpo di scena che anticipa già una possibile quarta, riuscendo a portare a conclusione un arco narrativo per permette a tutti i personaggi di evolversi ulteriormente, senza però avvenimenti che cambino irreversibilmente il corso degli eventi o il tono leggero e comico della serie.
L’introduzione di nuovi personaggi, in primis quello della madre di Assane, permette alla serie di avere un respiro più familiare e al contempo di rendere le azioni e le imprese del protagonista meno solitarie. Servono più complici per mettere a segno piani davvero spregiudicati che portano a un paio di furti davvero ben congegnati. Lupin - terza parte sotto questo punto di vista davvero non delude. Tanti furti, ancor più travestimenti, parecchie schermaglie con la polizia e un paio di passaggi più pericolosi, in cui l’infallibilità di Assane scricchiola, rendono la visione gradevole e appassionante.
Se spogliamo la serie del carisma innegabile del protagonista Omar Sy e della sua presenza anche fisica, fondamentale per la riuscita del prodotto, Lupin si rivela per quello che è. Solido intrattenimento di stampo famigliare, che non punta a riscrivere la storia della serialità ma a fornire qualche ora d’intrattenimento per tutti sul divano di casa, con qua e là qualche punta d’ironia mai troppo tagliente. È Omar Sy a dare personalità alla serie e a fare la differenza, oltre a una produzione ineccepibile per regia, fotografia e montaggio: Lupin riesce a dare punti anche ad alcuni blasonati prodotti statunitensi di Netflix, non sempre encomiabili in questo senso.
Rating: tutti
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Voto
Redazione
Lupin
Per il momento Lupin riesce a intrattenere il suo pubblico, a trovare nuovi colpi, nuovi pericoli e nuovi ribaltoni per mantenere interessante la propria evoluzione. Si conferma una serie solida guidata da una star davvero carismatica. Finché avrà idee fresche e finché eviterà di ripetere sé stesso, non ci annoierà.