Obliterated - Una notte da panico: la recensione della serie più assurda che vedrete mai
Trama, recensione e cast di Obliterated - Una notte da panico, la parodia di Una notte da leoni in stile action
Prendete Una notte da leoni, mantenete l’ambientazione e il livello di follia, aggiungete una minaccia terroristica alla città di Las Vegas e una squadra specializzata impegnata a sventarla.
Dopodiché, inserite molte più scene di sesso esplicite rispetto al film, innaffiate con alcol molto abbondante e concludete con una quantità di droga probabilmente mai vista in TV, se escludiamo Narcos.
Otterrete Obliterated - Una notte da panico, la serie TV più assurda che molti di voi avranno mai visto.
Umorismo, azione, sesso, droga, rock and roll - siamo a Las Vegas, impossibile non imbattersi nei sosia di Elvis - terroristi russi, un paio di colpi di scena e una sequela di situazioni così surreali che finirete per abituarvici giusto alla fine degli 8 episodi su Netflix.
La trama di Obliterated, la serie-parodia di Netflix
Las Vegas. Una squadra d'élite in stile Missione: impossibile è impegnata a rintracciare e disinnescare un ordigno esplosivo che alcuni terroristi russi usano per minacciare la città di Las Vegas. Portata a termine la missione, il gruppo - formato da militari, agenti della CIA, esperti informatici della NSA e via dicendo, incluso l’eccentrico artificiere Hagerty (C. Thomas Howell, Criminal Minds) si dedica ai festeggiamenti. Festeggiamenti un po’ eccessivi, in effetti, con fiumi di alcol e montagne di ogni genere di droga in una suite di Las Vegas, dove si trovavano per la missione.
C’è perfino un cammello noleggiato per l’occasione, in omaggio agli animali esotici che spuntano sempre nei classici del genere. Solo che stavolta non si tratta di un addio al celibato, bensì di una missione per proteggere Las Vegas e gli Stati Uniti da una minaccia nucleare. Peccato che, nel bel mezzo della festa, la squadra scopra che la minaccia esiste ancora e tutti vengano richiamati immediatamente in servizio… Nelle condizioni in cui sono.
Il caposquadra Ava Winters (Shelley Hennig, Teen Wolf), l’esperta informatica Maya (Kimi Rutledge, Half Sisters), il letale cecchino dell’esercito Angela Gomez (Paola Lázaro, The Walking Dead), il suo compagno di squadra Chad McNight (Nick Sano, Legends of Tomorrow), l’amico Trunk (Terrence Terrell, Giants) e il pilota militare Paul Yung (Eugene Kim, Killing the Apologetic Girl), insieme al già citato Hagerty - che finisce involontariamente in coma farmacologico, dovranno convincere il capo delle missioni, Langdon (Carl Lumbly, l’ex Dixon di Alias) di essere in grado di portare avanti la missione mentre la notte più surreale delle loro vite sta per avere inizio.
La recensione di Obliterated - Una notte da panico
Josh Heald, Jon Hurwitz e Hayden Schlossberg si riuniscono dopo aver dato vita a Cobra Kai per dimostrare che no, non avevano neanche lontanamente sfiorato il livello massimo di kitsch a cui potevano aspirare. L’hanno raggiunto e ampiamente superato con questa nuova serie, parodia delle molte action series in circolazione.
Come previsto, quindi, la stragrande maggioranza dei critici ha storto il naso e bocciato la serie senza appello. L’ho vista definire “insensata”, “povera”, “mal scritta e interpretata peggio”… Eppure, al pubblico piace.
Ancora una volta, l’abissale distanza fra lo snobismo della critica mainstream - che certamente non potrebbe mai farsi una risata davanti a enormi falli di gomma o personaggi strafatti portati in giro alla Weekend con il morto per la maggior parte del tempo. Io invece una risata me la sono fatta. Anzi, più d’una. Perché nel completo nonsense di tante situazioni - vedi Crazy Susan, una per tutte - vedere gli eroi della situazione che girano in tondo sul gommone perché non riescono a coordinarsi nel remare o vivere avventure completamente inesistenti grazie all’effetto degli allucinogeni è piuttosto divertente, già.
Tutto è eccessivo, ma ovviamente la cosa è voluta. Cercata. Inseguita fino all’esasperazione, oserei dire. Come se fosse la versione vietata ai minori di Fubar (la serie con Schwarzenegger).
Volgare e felice di esserlo, di sicuro non più provocatorio di The Boys o del prequen Gen V su Prime Video, Obliterated mostra come il destino del mondo, per una volta, non sia nelle mani di Jack Ryan o James Bond bensì in quelle di una squadra di squinternati dediti ai party selvaggi e agli eccessi, che cercando di darsi un tono quando - ubriachi e strafatti - vengono chiamati a tornare in servizio senza aver minimamente mai considerato quella “responsabilità” che il capo pensa abbiano usato nel festeggiare.
Siccome lo stato in cui sono tutti quanti non è sufficiente, ecco che la missione viene ulteriormente complicata dai problemi o le aspirazioni personali dei vari membri della squadra. Ava sta cercando di superare un grave lutto ed è palesemente attratta da Chad, che la ricambia. Paul scopre che la figlia diciottenne si trova a Las Vegas con il suo ragazzo e fa di tutto per trovarla, mentre Gomez finisce addirittura per mandare a monte un matrimonio… E non dico nulla su Hagerty perché, se non avete visto la serie, non mi credereste mai.
Ecco dunque che la storia assume una dimensione comica, surreale e infarcita di situazioni completamente senza senso, mentre tutti cercano di negare agli occhi del capo lo stato in cui si trovano.
Ma lo stato di Hagerty, portato in una base segreta della CIA, non si può certo nascondere. Ecco quindi che quando uno dei superiori chiede cosa sia successo, la risposta può essere una sola: l’artificiere è stato drogato. E alla domanda successiva (“Con quali droghe?”) la risposta è altrettanto ovvia (“Tutte”).
Vedrete un celebre deejay che gira con una specie di fetta di pizza al contrario al posto della faccia, un gangster russo con un orecchio che non passa inosservato, un gremlin che parla a qualcuno come se fosse reale e assisterete a scene di lotta nelle trombe degli ascensori - John McClane, scansate - e a torture “intime” che vorrete presto dimenticare.
Ma farete tutto questo divertendovi, prendendo parte al vero gioco della serie - ovvero scoprire fin dove gli autori possono spingersi, e ve l’ho già detto: fin troppo in là - in un oceano di citazioni non solo dai più famosi film di genere, ma anche dalle serie TV action che si sono prese troppo sul serio.
Certo, per arrivare a 8 episodi di oltre un’ora l’uno bisogna inserire un po’ di sottotrame che sono davvero un filo troppo sciocche, così come le false piste nelle indagini - alla fine i cattivoni sono ben tre - in quella che è di fatto una versione in miniserie di Una notte da leoni, ma con molta più violenza e un sacco di nudità gratuita in più.
Ed ecco spiegato il divertimento del pubblico, che all’inizio stenta a credere ai propri occhi. Ma già dopo l’episodio pilota, le assurde regole di questo mondo narrativo sui generis fanno già parte di ciò che accettiamo, impariamo a non stupirci più e a ridere. Come dovrebbero fare molti dei critici che hanno trovato questa serie addirittura offensiva…