Paradise: la recensione della serie del momento, senza spoiler

Un viaggio nel buio, alla scoperta di un'illusione

Paradise la recensione della serie del momento senza spoiler

Ne parlano tutti, da quando è arrivata su Disney+ (per ora sono disponibili i primi 3 episodi). E a ragione, se ne parla tanto. Ma prima di leggere tutto riguardo a Paradise, abbiate un attimo di pazienza.

A me piace moltissimo guardare un episodio pilota - o un film - senza sapere nulla della trama. A prescindere dal fatto che piaccia anche a voi, oppure no, questa è una delle volte in cui dovreste farlo: dovreste evitare di leggere la trama di Paradise. Dovreste stare alla larga da ogni “recensione", post o immagine che possa rovinarvi la sorpresa. Arrivate almeno alla fine dell’episodio pilota, dopodiché potrete decidere cosa fare. Potrete leggere tutto ciò che volete, scambiare teorie con chi volete.

Ma prima, fareste bene a concedervi un episodio. Un episodio solo, in cui non vi torneranno molte cose. Vi chiedo la pazienza di resistere 46 minuti e 53 secondi senza concentrarvi troppo su ciò che vi sembra strano, privilegiando il rapporto che esiste fra il Presidente Cal Bradford (James Marsden, Cyclope nella saga di X-Men) e l’agente Xavier Collins (Sterling K. Brown, This is Us), il suo capo della sicurezza nonché agente dei suoi servizi segreti.

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Tutto ciò che dovete sapere della trama di Paradise, e tutto ciò che io scriverò a riguardo, è che la nuova serie di Disney+ prodotta da 20th Television e creata da Dan Fogelman, già creatore di This is Us e Pitch, parla di un agente dei servizi segreti e del suo lavoro al servizio del Presidente degli Stati Uniti, durante la carica e dopo la fine del mandato. Non vi serve altro.

Un viaggio nel buio

Credo che l'aspetto più interessante di Paradise sia che fin dalla prima inquadratura gli spettatori più attenti noteranno dettagli che gli altri sfuggiranno e che faranno loro ritrovare, per così dire, ambienti familiari. A patto di amare il cinema e la TV, naturalmente. Ciononostante, mettere insieme quei dettagli passerà in secondo piano quando l'unica questione su cui ciascuno spettatore finirà per interrogarsi sarà la seguente: com’è possibile, nel mondo contemporaneo, mantenere un segreto di vaste dimensioni? È possibile, certo, ma non in una democrazia. Si può fare solo nelle dittature, come la storia anche recente ci ha ampiamente dimostrato. In una democrazia, in effetti, ci vuole più lavoro per nascondere il segreto di un progetto a cui si sta lavorando che per realizzare il progetto stesso.

Paradise: la recensione della serie del momento, senza spoiler

Il titolo, “paradiso”, è voluto per creare un’illusione idilliaca. Per poi svelare che, dietro la facciata del lusso e della serenità, si celano dinamiche complesse che parlano di dolore, sogni infranti, desideri nascosti, finzione e verità scomode. In una parola: segreti.

Agli ordini, papà!

Il cast straordinario - con Julianne Nicholson (Omicidio a Easttown), Sarah Shahi (Alias), Jon Beavers (Horizon: An American Saga) e tanti altri - ci guida alla società di ciò che nel mondo conta davvero. E di cui, in modo fin troppo realistico, non importa niente quasi a nessuno.

Infarcita di simbolismo, analizzando le scene è fin troppo evidente, Paradise ci fa ritrovare il grande Gerald McRaney, amatissimo protagonista di serie anni ’80 e ’90 (Simon & Simon, Agli ordini papà) e di tanti altri titoli, incluso il reboot di A-Team nel 2010. Raramente però viene ricordato per Deadwood, la serie western del 2005 in cui interpretava George Ambrose Hearst, futuro senatore della California.

Paradise: la recensione della serie del momento, senza spoiler

Il suo sembra essere un ruolo defilato, in Paradise: interpreta il padre di Cal, Kane Bradford. Ma se l’esperienza insegna qualcosa a un assiduo spettatore, è che non si affida mai un ruolo secondario o privo di grande significato a un attore con una carriera come quella di McRaney.

Così torniamo a ciò che dovreste sapere di Paradise, ovvero il titolo di questo paragrafo: dovete sapere che si tratta sempre di ordini. Di rigore militare, l’unico che in certe situazioni può impedire l’avvento del caos. Tenetelo a mente, ricordando anche la serie in cui Dan Fogelman e Streaking K. Brown hanno già lavorato insieme, conquistando il pubblico di tutto il mondo (e vincendo 4 Emmy e 1 Golden Globe, assegnato proprio a Brown).

Dovreste sapere che ci saranno una serie di colpi di scena che riscriveranno continuamente il senso di ciò che ci viene svelato sul mondo della narrazione, e che tanto basterà per tenervi lì, incollati allo schermo per gli 8 episodi della prima stagione di uno dei titoli più avvincenti di questo inizio 2025.

Spaventosamente (e l’aggettivo non è casuale) attuale, Paradise ci parla di ciò che da sempre consola l’uomo di fronte alla prospettiva della morte: un posto migliore. L’idea rasserenante che, dopo la tempesta, arriverà il sereno. A patto che, per avere davvero serenità, il fattore “umano” sia bandito dal Paradiso. E non è questo il caso…

Paradise

Rating: V.M. 14

Nazione: Stati Uniti d'America

8

Voto

Redazione

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Paradise

Paradise è la nuova serie di Disney+ di cui si sta molto parlando. Forse troppo: sarebbe bene guardare l’episodio pilota senza saperne nulla. Per questo non trovate molte indicazioni sulla trama, in questa recensione: ciò che dovreste conoscere a riguardo è scritto qui sopra, mentre il motivo per cui dovreste concederle almeno lo spazio dell’episodio pilota - per poi addentrarvi in un viaggio molto più complesso di quanto sembrasse - per permetterle di farvi riflettere. Sul concetto stesso di apparenza, oggi fin troppo sbandierato. Sull’importanza dell’equilibrio fra l’uomo e l’ambiente che lo circonda. Sui concetti di lealtà, devozione e onore a prescindere dal proprio vissuto, ovvero quei concetti che chi per lavoro sceglie di rischiare la propria vita per salvarne un’altra, come fanno in certi casi le guardie del corpo, adotta come stile di vita. Solo a quel punto, solo dopo aver visto almeno l’episodio pilota e aver conosciuto il mondo di Paradise, capirete che si tratta di una profonda e amara riflessione sul denaro, il potere, i segreti, l’ambiente e tutto ciò di cui si parla oggi… Senza che nessuno ascolti.

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