Regina rossa: l'improbabile coppia di investigatori che vi farà impazzire

Scopriamo insieme, senza spoiler, la serie di Prime Video tratta da un bestseller

Un serial killer che sembra prendere di mira i primogeniti dei milionari, ma non solo. Un delirio mistico associato a una lucidità di pianificazione da far impallidire anche Saw.

Un riferimento inequivocabile a Se7en e tante, tante menzioni dirette di serie e film.

Regina rossa: l'improbabile coppia di investigatori che vi farà impazzire

Regina rossa, disponibile su Prime Video, è veramente ricchissima di citazioni da alcune delle saghe e dei film horror più celebri di sempre.

Ma c’è anche spazio per l’ironia, in un’ottima serie spagnola che non risparmia mezzi produttivi per adattare il romanzo di Juan Gómez-Jurado, primo di una fortunatissima trilogia tradotta in più di 20 Paesi.

Con una strana coppia protagonista: un genio, una donna con il quoziente intellettivo più alto del mondo, e un ispettore di polizia grande e grosso che i fan de La casa di carta hanno già conosciuto: è interpretato da Hovik Keuchkerian, che interpretava Bogotà nella serie.

Una coppia di investigatori che vedono il mondo in due modi diversi, e con trascorsi molto differenti.

La trama di Regina rossa

Regina rossa: l'improbabile coppia di investigatori che vi farà impazzire

Un omicidio tanto spettacolare quanto crudele e impressionante colpisce una delle famiglie più in vista di Madrid e della Spagna intera. Un brav’uomo inguaiato da un video che lo compromette mentre compie un’azione illegale a fin di bene, l’ispettore Jon Gutiérrez (Keuchkerian), viene incaricato da un uomo molto potente, Mentor (Alex Brendemühl, Creatura), di convincere una persona a lavorare al caso. In cambio, il problema che compromette Jon sparirà. Così, Jon si reca all’indirizzo indicato da Mentor.

La persona che ci trova è Antonia Scott (Vicky Luengo, Dov’è la tua casa?), una donna con un quoziente intellettivo pari a 242: la persona più intelligente del pianeta. Ma Antonia ha subito dei traumi, è stata sfruttata per un esperimento segreto della polizia e non ha più voglia di vivere. Con Jon forma un duo improbabile, molto utile alle indagini, che la mette alla prova anche dal punto di vista personale.

La recensione di Regina rossa: quando la messa in scena è perfino più forte della storia

Regina rossa: l'improbabile coppia di investigatori che vi farà impazzire

Leungo e Keuchkerian sono talmente bravi da farci restare lì, curiosi di vedere come finirà la storia di cui sono il fulcro.

Concentrandosi su due personaggi contrastanti, Regina rossa - firmata per Prime Video da Amaya Muruzabal - cattura subito l’attenzione. L’inizio è quello che si può definire davvero una bomba. Viviamo l’immaginazione di Antonia, intenta a vedere con la sua mente eventi ai quali non avremmo mai voluto assistere. Fin da quell’istante capiamo che non è una persona come tutti gli altri, così come riconosciamo i pregi di Jon entro pochi secondi dal nostro primo incontro con lui. La stessa cosa accade ad Antonia, sebbene non se ne renda conto.

Grazie a una tensione crescente, soprattuto nei primi 3 episodi, Regina rossa ci conquista nello stesso modo in cui tutti i grandi thriller polizieschi brutali - come Se7en, tanto per fare un nome - ci hanno conquistati: con le più inusuali o improbabili coppie di menti che danno la caccia al mostro di turno. Clarice Starling (Jodie Foster) e Hannibal Lecter (Anthony Hopkins). Mills (Brad Pitt) e Somerset (Morgan Freeman). E ora abbiamo Antonia e Jon.

Regina rossa viene descritta da molti come un classico thriller poliziesco, ma l’alchimia che si crea fra due personaggi apparentemente incompatibili, che all’inizio proprio non si capiscono, fa la differenza.

Antonia ha un eccezionale quoziente d’intelligenza, che la porta a sublimare l’arte di Sherlock Holmes, Le basta un’occhiata e le sue capacità la portano a dedurre più di quanto lo stesso Sherlock, forse, avrebbe saputo fare.

Jon è un omone che vive con la madre, dorme in un letto singolo ed è spesso costretto a dissimulare il suo orientamento sessuale perché i colleghi non lo insultino. Sembra di essere negli anni ’70, invece siamo ai giorni nostri. In una Spagna che, ancorata al passato, ritiene che gli uomini “veri” debbano discriminare gli omosessuali per non dare segno di debolezza. Nonostante questo, Jon è una persona gioviale, nonostante le difficoltà. Altruista e protettivo, ben educato e amante della buona tavola - la cucina di mamma non si batte - diventa un fondamentale punto di riferimento per Antonia, che non può fidarsi di nessuno. Ma di uno come Jon, lo intuiamo subito, ci si può fidare.

Regina rossa: l'improbabile coppia di investigatori che vi farà impazzire

Col passare del tempo, il legame fra Antonia e Jon diventa sempre più stretto e le loro reciproche battute, che strappano anche qualche risata, sono un momento fondamentale di tregua da situazioni continuamente tese e disturbanti.

Antonia è ferita nel profondo. È stata sfruttata, presa di mira, messa al centro di un disegno spaventoso. Jon, compassionevole ed empatico - dote che ha ereditato dalla madre - fa tutto ciò che è in suo potere per tenerla al sicuro.

Il contorno dei personaggi, invece, fa capo più che altro ai cliché del genere. Alcune delle figure, in particolare quelle negative, sembrano prelevati direttamente da un b-movie su un serial killer sanguinario e malato di mente.

Quella di Regina rossa è una storia molto intrigante fin dal principio. Però, con il passare del tempo, esagera. Troppo. Davvero troppo. Tutto diventa troppo.

Un assassino troppo psicopatico per risultare credibile. Un individuo misterioso troppo perfetto per essere reale. Una serie di segreti troppo… Segreti. La verosimiglianza si perde per strada, così come la credibilità dell’intera storia, dopo un inizio-bomba che lascia sperare in una storia originale. Ma qui è un po’ tutto già visto: i conti non tornano. Scadere così tanto, in così poco tempo, non è normale.

E infatti c'è il trucco. Per fortuna, grazie a un cast eccellente e a una messa in scena suggestiva, con un’ottima fotografia e una regia non convenzionale, Regina rossa affascina tanto da costringerti a vedere tutta la storia.

Il personaggio di Jon, il suo rapporto con la madre, i suoi valori, il suo modo di comportarsi con tutti, forse ancora più del suo rapporto con Antonia, è il vero punto di forza di questa serie.

Una serie che ci ricorda esattamente di cosa stiamo parlando. Non vi spiegherò cos’è una regina rossa. Una volta che l’avrete scoperto, non potrete più dimenticarlo. Il rosso è il colore-tormentone degli episodi. Il vestito, le tende, il sangue, le auto, i fiori, le pillole… Tutto rimanda al rosso. Sempre.

Non a caso, viene messo in contrasto con il bianco, quando viene citato un uomo noto come Mister White. Ma questa è un’altra storia. Forse, un’altra stagione.

Regina rossa

Rating: TBA

Nazione: Spagna

8

Voto

Redazione

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Regina rossa

Regina rossa è la trasposizione televisiva dell’omonimo bestseller di Juan Gómez-Jurado, portata in TV per Prime Video con un duo di protagonisti davvero vincente. La storia è quella di un ispettore della polizia di Madrid, Jon Gutiérrez (Hovik Keuchkerian), che si trova a indagare sui crimini di un serial killer terrificante, che mette in scena omicidi davvero spaventosi. Ad affiancarlo nelle indagini è Antonia Scott (Vicky Luengo), una donna con un passato difficile e un quoziente intellettivo che la rende la persona più intelligente del mondo. Indizio dopo indizio, fra presente e passato, impariamo a conoscere i due protagonisti e a entrare nel loro mondo, profondamente diverso per vissuto e carattere, ma con più punti in comune di quanto gli stessi Jon e Antonia credevano.

La messa in scena è efficace, il personaggio di Jon è irresistibile e anche Antonia, man mano che la conosciamo, si rivela una donna diversa da quella della prima impressione. La storia cede ai cliché di genere col passare del tempo, ma le citazioni importanti e una regia non convenzionale, affiancata da una fotografia suggestiva, ci fanno restare. Desiderosi di scoprire cosa succederà a Jon e Antonia. E quando lo scopriamo, non crediamo più ai cliché, in un finale per nulla scontato.