Shelter di Harlan Coben: la miniserie con teen detective che strega
Alla scoperta di Shelter, fantastica miniserie di Prime Video
C’è una cosa che tutte le miniserie tratte dai romanzi di Harlan Coben hanno in comune: difficilmente, anche con la più fervida immaginazione, dopo l’inizio potresti immaginare come stiano in realtà le cose.
Le vere identità dei personaggi, il loro passato, il destino che li aspetta.
Nel caso di Shelter, questo è praticamente impossibile. Ricostruire tutti i segreti svelati da Shelter sarebbe impossibile per chiunque, tranne che per Harlan Coben.
Abbiamo parlato diffusamente del suo lavoro, delle miniserie tratte dai suoi romanzi, analizzando nel dettaglio Un inganno di troppo e La recensione di Stay Close.
Ma finora non avevamo ancora affrontato un’opera come Shelter, che mette al centro di un grande giallo un gruppo di adolescenti.
Un teen drama investigativo, potremmo definirlo. Ma diverso da tutti gli altri: in ogni giallo che si rispetti, noi siamo abituati a sapere tutto. A saperne più dei personaggi. Stavolta non è così. Stavolta i personaggi sanno qualcosa che noi non sappiamo, lo sanno prima di noi. E ce lo raccontano a modo loro.
Il romanzo da cui è tratta la miniserie disponibile su Prime Video è il primo della saga dedicata al personaggio di Mickey Bolitar. E vale la pena di conoscerne la storia.
La trama di Shelter
Un tragico incidente cambia per sempre la vita di Mickey Bolitar (Jaden Michael, La stanza delle meraviglie), 16 anni. Il trasferimento a casa della zia paterna, Shira Bolitar (Constance Zimmer, Entourage, Agents of S.H.I.E.L.D.), lo porta a Kasselton, la cittadina del New Jersey in cui crebbe suo padre. Kasselton però non è come sembra: nasconde un’infinità di segreti. La scomparsa di un bambino, decenni prima, ha segnato la comunità. E quando un’altra ragazzina scompare, Mickey insieme ai nuovi amici Arthur, detto Spoon (Adrian Greensmith, Metal Lords), Emma detta Ema (Abby Corrigan, Castle Rock) e Rachel Caldwell (Sage Linder, The Next Step) s’improvvisa detective e inizia a seguire una pista che lo porterà a una verità inaspettata. Un segreto dopo l’altro.
Detective in erba cambiano il mondo
Harlan Coben, versione teen? Una meraviglia.
Shelter è la classica storia di teenagers che celebra il valore più importante per quell’età (e le successive): l’amicizia.
Fra bambini scomparsi decenni prima, nuove sparizioni, giovani influencer che tentano di costruire un impero con qualche trucchetto, segreti di famiglia, primi amori e le classiche, immancabili insicurezze adolescenziali, Shelter ci regala un’atmosfera davvero avvincente.
La narrazione si svolge su due livelli: da una parte Mickey, Spoon, Ema, Rachel e tutti gli altri ragazzi della scuola, impegnati a improvvisarsi detective, anche con risorse inaspettate, e a infilarsi in situazioni sempre più pericolose.
Dall’altra parte il mondo degli adulti che, contrariamente a quanto potremmo pensare, nasconde ancora più segreti e maggiori pericoli rispetto alle imprese di Mickey con i suoi amici.
Fra relazione clandestine inesistenti, di cui molti sospettano, e relazioni reali che nessuno si aspetta, il microcosmo della città di Kasselton racchiude un esempio perfetto della provincia americana. Siamo nel New Jersey, in un posto abbastanza piccolo da consentire a molti di conoscersi ma anche sufficientemente grande da permettere a molti di nascondere la verità.
Kasselton è come un vortice di eventi ed emozioni. Il passato remoto si lega al presente e al futuro. Personaggi bizzarri, come “Faccia da piovra” e la “Bat Lady” si intersecano nel tessuto connettivo che finisce per legare tutti gli abitanti gli uni agli altri. O perché sono cresciuti insieme, o perché l’hanno fatto i loro genitori, oppure perché sono destinati a incontrarsi.
Questa è una miniserie (ci sarà un seguito? Il materiale letterario e il finale lo suggeriscono) gestita in modo intelligente e divertente. Sono piuttosto frequenti le scene spassose, soprattutto quando c’è di mezzo Spoon: una serie fatta da teenagers che piace anche agli adulti.
Per via di alcuni contenuti (non necessariamente visivi, più che altro raccontati e inseriti nella trama), comprensibilmente, Prime Video ha deciso di vietare la visione ai minori dei 16 anni, ma resta comunque un prodotto che i genitori possono godersi insieme ai loro figli all’età giusta.
Mistero, sorprese e rivelazioni
C’è un bel clima misterioso, ci sono tante svolte che spingono la narrazione, i sospetti e le indagini in direzione nuove, c’è una fitta rete di legami amicali che si formano e che sono destinati a durare per tutta la vita.
All’inizio noi ci sentiamo un po’ come Mickey, catapultato in un posto e in un mondo nuovo: pesci fuor d’acqua. Un microcosmo in cui tutti si conoscono e hanno storie che li accomunano, tranne lui. Ma grazie alla provenienza del padre proprio da quel posto, con l’affidamento alla zia Shira, Mickey sembra avere un’eredità paterna da raccogliere entrando a far parte delle dinamiche relazionali di Kasselton.
Fra simboli, tatuaggi a sorpresa, rivelazioni che arrivano ben oltre la metà degli episodi, fino al gran finale, e che cambiano la percezione dei personaggi, Shelter ci fa rivivere quell’atmosfera di avventure per ragazzi di una volta, coniugata alla tecnologia, ai segreti e al mondo di oggi.
Un mondo in cui il numero di follower sui social conta moltissimo, in cui le notizie viaggiano sulle chat di gruppo e in cui grazie a Internet anche dei ragazzini come tanti possono improvvisarsi detective e fare rilevanti scoperte.
Un mondo in cui le azioni compiute da adolescenti diventano si tramutano in sensi di colpa da adulti, spingendo molti a cercare un modo per espiare.
La qualità produttiva è come sempre alta, quando si parla di prodotti tratti da Coben. Il contenuto deve essere supportato da una regia adeguata, da una fotografia che immerga nella giusta atmosfera, da un montaggio che si adegui al ritmo serrato delle rivelazioni.
E in Shelter, tutto questo accade. Dietro le quinte, insieme a Harlan Coben, c’è la figlia Charlotte, che aggiunge al prodotto quella freschezza indispensabile per differenziarla da altre miniserie tratte dall’autore, ma meno riuscite.
Fra i registi degli 8 episodi figurano Edward Onelas (Locke & Key, Fear the Walking Dead) e Christina Choe (The Handmaid’s Tale), sufficientemente esperti da scegliere la strada perfetta per valorizzare una trama appassionante. E per rendere giustizia a un gruppo di giovanissimi attori davvero all’altezza del compito, con un futuro brillante.