Star Trek Discovery – La serie completa in 2K
La serie ha spesso diviso la fanbase, noi abbiamo analizzato la versione fisica più completa
Discovery ha segnato il ritorno del franchise di Star Trek dopo anni di assenza dal "piccolo" schermo. Lanciata nel 2017 su quella che poi è diventata la piattaforma Paramount+, la serie ha ridefinito molti aspetti della saga a partire dall'approccio narrativo e la scelta di inediti personaggi oltre a omaggi storici. Temporalmente le vicende si collocano una decina d'anni prima degli eventi della serie classica (1966-1969), viaggi per luoghi misconosciuti dell'universo incontrando svariate civiltà e affrontando molteplici minacce, sviluppati all'interno di 5 stagioni e 65 episodi.
Una partenza col botto all'interno delle puntate 1 & 2 della prima stagione con Michelle Yeoh Guest Star, al comando della USS Shenzhou dove opera il primo ufficiale e xenoantropologa Michael Burnham (Sonequa Martin-Green). Un inizio dai toni belligeranti che vede lo scontro tra la flotta stellare e i Klingon, che aldilà della poca originalità resta narrativamente e scenograficamente interessante. Sin da subito tutto gravita (troppo) attorno alla Burnham, terrestre ribelle e insubordinata che ha vissuto parte della sua vita su Vulcano, che sembra voler mettere in pericolo se stessa e l'equipaggio di cui fa parte.
Trailer della stagione finale
Una serie "Burnham-centrica"
Con il terzo episodio si avvierà una sorta di percorso di redenzione e l'evolversi di eventi sempre più Burnham-centrici, diventando figura eccessivamente chiave nel destino dell'universo. Anche per questo la serie ha diviso i fan, suscitando opinioni contrastanti che hanno portato a criticare la produzione arrivando a definirla “mediocre”. Al tempo stesso si è tentato di aprire le porte a una nuova era del franchise: un diverso approccio dettato dalla necessità di svecchiamento con molteplici sconvolgimenti nel corso delle 5 stagioni, pur cercando di non perdere del tutto i valori a fondamento del concept originale di Gene Roddenberry.
Di fatto Discovery si distingue dal passato per la struttura narrativa più serializzata e complessa, puntando decisamente meno a episodi autoconclusivi, dove una grande trama va a svilupparsi nel lungo periodo. Sin dalle prime battute la fanbase si è divisa, solo in parte accogliendo le novità a partire dal cast inclusivo e la volontà di affrontare temi come l'identità e la diversità, anche attraverso personaggi LGBTQ+ come Paul Stamets (Anthony Rapp) o il dottor Hugh Culber (Wilson Cruz).
Star Trek Discovery, produzione di altissimo livello
Si è contribuito a creare un'atmosfera più cupa rispetto alle precedenti serie di Star Trek. Sin dall'inizio si è dimostrata la capacità di mescolare tensione psicologica e azione, ponendo l'accento sull'ambiguità morale in molte delle decisioni dei protagonisti. La direzione degli episodi ha saputo bilanciare momenti di introspezione con scene di azione ad alto tasso di adrenalina, coinvolgendo su più livelli.
Merito anche di registi di provata esperienza a partire dal veterano di serie TV Olatunde Osunsanmi (L'uomo che cadde sulla Terra, Bates Motel) ma dietro le cineprese sono passati altri grandi nomi come i produttori e sceneggiatori Akiva Goldsman (Star Trek Picard, La torre nera), Alex Kurtzman (Star Trek – 2017, La Mummia) e persino il compositore John Ottman (The Nice Guys, X-Men – Giorni di un futuro passato). L'evoluzione dalla terza stagione ha portato l'equipaggio della USS Discovery nel 32° secolo, dove un respiro più cinematografico va in sofferenza per trame non sempre riuscite e più confusionarie. Nota di merito alla revisione artistica dei titoli di testa in funzione della stagione, con elementi legati allo sviluppo di storie e personaggi, mantenendo il brano musicale che non manca di chiudere sulle note della serie classica.
Dal 2017 al 2024
Iniziata nel 2017 e conclusasi causa pandemia nel 2024, per quanto detto Discovery può essere considerata come la serie televisiva di rottura rispetto al passato di Star Trek, accolta non esattamente a braccia aperte. A risentirne di più gli appassionati più attempati, quelli che la “Classica” l'hanno vissuta in televisione negli anni ruggenti della SF a cavallo della fantasia di Gene Roddenberry. L'episodio conclusivo è il nr. 10 della stagione 5, con una rivelazione sul personaggio di Kovich (interpretato niente meno che da David Cronenberg) e una ridondante mezz'ora supplementare che regala ben poco: eventi che palesano una più modesta invenzione narrativa, dove per mettere le mani sulla più potente tecnologia dell'universo è sufficiente risolvere un puzzle che appare più una quest da videogame d'antan.
Star Trek Discovery 2K - Come si vede
Girata interamente digitale (Arri Alexa Mini), le informazioni a nostra disposizione confermano riprese a risoluzione nativa 3.4K, suscitando anche qui polemiche sull'offerta tecnica che a prescindere dal media sembrerebbe essersi fermata a master 2K. Anche se si sarebbe potuto girare e integrare tutta la CGI in 4K, per contenere i costi si è scelto di scendere a 2K, con rendering della computer grafica alla medesima risoluzione. In tal modo è stato possibile sviluppare la post-produzione con tempistiche più veloci rispetto all'ipotesi 4K. Per inciso l'offerta video vede il formato 2.00:1 per la prima stagione, le altre 2.39:1 con immagini ancora più “spinte” lateralmente, sempre 1920 x 1080 (23.97p), codifica AVC/MPEG-4 su 21 dischi Blu-ray BD-50 doppio strato. Il 2.00:1 o 2:1 è il cosiddetto formato “Univisium” inventato dal nostro Vittorio Storaro, scope volto a favorire la visione anche su schermi non 16:9.
La parte video è di qualità variabile tra buona e ottima, con momenti in cui la CGI si fa sentire e altri in cui si ha l'impressione di avere di fronte lo spazio infinito tra astronavi della flotta ed elementi di altre civiltà. In presenza di schermi di dimensioni considerevoli a partire dai 55” pollici diventa maggiormente visibile un certo rumore di fondo e/o grana, volti a una superiore integrazione tra realtà e finzione. Il banding e i limiti sulle sfumature colore sono un denominatore comune per la maggior parte della serie: i toni di blu all'interno dell'ascensore della USS Shenzhou con elementi posti in dettaglio per il limitato spazio ne sono un esempio. Uno spettacolo visivo che nel complesso si lascia guardare con transizioni anche fascinose, comunque ben distanti da una resa da riferimento.
Star Trek Discovery 2K - Come si sente
La centralizzazione del prodotto ha portato all'inserimento di una traccia Dolby Digital 5.1 canali (448 kbps) in italiano di resa sufficiente, quanto incapace di restituire una concreta scena sonora degna della narrazione. Poca concretezza dai canali posteriori, subwoofer limitato e più in generale un palcoscenico anteriore che stenta a dare risalto a musica, effetti e dialoghi dal centrale.
Lo spettacolo si accende da subito passando al DTS-HD Master Audio 5.1 canali inglese (24 bit), con un profluvio di elementi dai canali posteriori, aggressività dei bassi, temperamento dal canale dialoghi infondendo ulteriore adrenalina, come nel corso della puntata Battaglia alla stella binaria nella prima stagione. Un vero peccato che tutta l'energia e il missaggio originali siano stati convogliati esclusivamente all'interno di tale traccia, per cui occorrerebbe fare di necessità virtù e godersi l'avventura di Discovery con l'eventuale ausilio dei sottotitoli. Presente anche la traccia audio con doppiaggio giapponese, davvero curiosa da ascoltare.
Star Trek Discovery 2K - Gli extra e il box 21 BD
Come enunciato dall'edizione stessa si dispone di oltre 15 ore di supplementi, tra dietro le quinte e featurette, scene tagliate ed estese, errori sul set, focus su storie e personaggi, commenti audio su episodi selezionati, sequenze stunt. Rispetto alle pubblicazioni singole il cofanettone con l'intera serie aggiunge un disco esclusivo con tavola rotonda sulla serie, approfondimenti su costumi e scenografie. Sottotitoli in italiano ovunque.
Il box in plastica rigida e sovra-coperta in cartonato è un prodotto Scanavo di alta qualità, scelto per contenere i 21 dischi. Per ragioni di spazio si è però reso necessario impilare i dischi su mini torri con fermi in plastica molto rigidi, per cui occorre porre attenzione in fase di estrazione degli stessi, possibilmente tenendo il box su un piano d'appoggio per risolvere il peso complessivo.
Voto
Redazione
Star Trek Discovery: spin-off in arrivo
Luci e ombre sulla più recente serie televisiva legata al franchise di Star Trek, tra corsi e ricorsi all'interno dell'universo trekkiano: epicità, azione, sentimenti, ingenuità e una sensibile perdita creativa avvicinandosi all'ultima stagione. Ha diviso gli appassionati per averla incentrata eccessivamente sul personaggio interpretato da Sonequa Martin-Green. Riserva tecnica più per la traccia audio italiana che per le immagini 2K (il 4K non esiste). Un profluvio di extra da sballo con disco bonus esclusivo. Attenzione all'estrazione dei dischi dal box.