The Brothers Sun: la recensione della serie di Netflix con Michelle Yeoh
Qualche caduta di stile e qualche colpo di scena troppo prevedibile, ma The Brothers Sun ci intrattiene a dovere mescolando con efficacia generi diversi. Ecco trama, cast e recensione.
Su Netflix è arrivata The Brohers Sun, la serie con il premio Oscar Michelle Yeoh incentrata sulla storia di una famiglia di gangster fra Taipei e Los Angeles.
La serie è firmata dall’esordiente Byron Wu (con alle spalle solo un cortometraggio risalente al 2018) e da Brad Falchuk (co-autore e co-creatore insieme a Ryan Murphy di Nip/Tuck, Glee, American Horror Story, American Crime Story…).
L’obiettivo è raccontare la storia classica di un antieroe tragico, ma in fondo non cattivo, diventato ciò che è perché non ha avuto scelta vista la famiglia in cui è nato.
C’è qualche caduta di stile e le sorprese non sono tante quanto dovrebbero, perché corrispondono a colpi di scena in gran parte prevedibili, ma le numerose scene di combattimento sono davvero ottimamente realizzate e l’uso della colonna sonora rende con efficacia la volontà di mettere a confronto due Paesi, due mondi, due culture ma soprattutto due modi diversi di vivere diametralmente opposti, per i due fratelli Sun, generati semplicemente dal caso.
La trama di The Brothers Sun
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Taipei. Charles Sun (Justin Chien, Sun Moon) è il più temuto fra i Draghi di Giada, la Triade che suo padre, noto come Big Sun (Johnny Kou, The Crossing) , ha reso una delle due organizzazioni criminali più potenti della regione. Ma non è il gangster che ti aspetti: è letale ma ama cucinare, soprattutto i dolci. È maniaco dell’ordine e molto legato al padre, con cui è cresciuto.
Los Angeles. Bruce (Sam Song Li, The Offer) vive con la madre Eileen (Michelle Yeoh, La tigre e il dragone), studia medicina ma sogna di diventare un attore e spende la retta per il college per pagarsi un corso d’improvvisazione. Per rimediare, cerca (goffamente) di spacciare droga tramite il suo amico spacciatore, che lo presenta al suo capo.
Charles sfugge a un attentato ma suo padre viene colpito. Vola quindi a Los Angeles per proteggere sua madre, Eileen, e suo fratello, Bruce… Che non ha idea di ciò che fa una parte della sua famiglia a Taipei.
Quando una guerra fra triadi coinvolge anche la città di Los Angeles, Bruce entra suo malgrado a far parte di una famiglia che definire disfunzionale sarebbe un eufemismo.
La recensione di The Brothers Sun: le colpe dei padri ricadono sui figli
Come in quasi tutte le serie che intrattengono a dovere, ci sono diversi generi mescolati sapientemente in The Brothers Sun. Azione, commedia, gangster-story, l’immancabile romance… Ma c’è anche qualche piccola caduta di stile.
Per esempio il superkiller che già ha la passione della cucina si appassiona anche a General Hospital (la soap opera che negli Usa è in onda fin dagli anni ’60). Roba già vista, piuttosto banale. La “rivelazione” su uno dei personaggi chiave è prevedibilissima, fin dal primo episodio in cui incontriamo il personaggio. La ex amica ora vice procuratore di Los Angeles - l’attrice Highdee Kuan di Proximity - che si destreggia fra la legge e l’attrazione di vecchia data per un gangster. Ci sono tante piccole trovate un po’ cheap, cliché che avrebbero funzionato molto meglio se fossero stati presi in giro come tali. Anche il parallelo della nuova triade - che non vuole definirsi tale - con un nome che rimanda a radici storiche importanti, e teoricamente con intenti positivi a cui probabilmente non credono nemmeno loro.
Funzionano, invece, alcune chicche come il super-mega-gangster che, a un evento più unico che raro - ripetuto per la prima volta dopo oltre 40 anni - fotografa ripetutamente il cibo della cena con inquadrature “creative” per metterlo su Instagram. O la provenienza del soprannome di Charles, conosciuto come "Chairleg". E altre che non vi svelo per evitare spoiler.
Il tormentone della serie è una situazione ricorrente, in cui ci viene chiaramente mostrato come scegliere il meno peggio fra i mali non significa affatto fare la cosa giusta, né scegliere il meglio.
Ed è proprio sulle scelte che si focalizza il messaggio di The Brothers Sun: due fratelli sono stati separati per tutta la vita per le scelte dei loro genitori. Sono diventati ciò che sono, uno in particolare, per le scelte dei loro genitori. Sono destinati a pagare per tutta la vita scelte che non sono mai state loro.
Nella migliore tradizione del dramma familiare, i figli pagano lo scotto di avere genitori che hanno intrapreso la strada del crimine.
Alla fine, tutto si riduce alle scelte dei fratelli Sun, dei due ragazzi che non hanno mai potuto scegliere nulla, fino al momento della resa dei conti. Entrambi devono prendere delle decisioni che non avranno effetti solo sulle loro vite, ma anche su quelle di molti altri. Un po’ come fecero i loro genitori, ma con un fine decisamente diverso.
Quindi sì, le colpe dei padri ricadono sui figli, ma ai figli viene offerta anche un’occasione di riscatto. Il che, va sottolineato, non significa automaticamente che si salveranno dalla vita che altri hanno scelto per loro.
La figura di Charles è quella classica dell’antieroe tragico, che sarebbe potuto diventare qualsiasi tipo di persona ma è stato costretto dal destino a intraprendere una via deprecabile. Al contrario, Bruce è il ragazzo sempre in balia degli eventi che si riscatta nel momento decisivo. Perché ha la possibilità di farlo e compie la propria scelta.
La scelta degli autori è quella di mettere a confronto due fratelli molto diversi per il modo in cui sono stati cresciuti, e dimostrare come la fortuna - o le circostanze, come preferite - giochi un ruolo fondamentale non solo nella determinazione del destino di una persona, ma anche nella possibilità di riscattarsi. Possibilità che, come da copione, non viene offerta a tutti.
Ci sono tante cose che i fratelli Sun non condividono, loro malgrado - come l’amore materno - ma ritrovandosi dopo oltre 15 anni finiscono per ricordare quanto fossero legati da bambini e per rivivere quei sentimenti fraterni.
Ci sono due messaggi importanti in The Brothers Sun. Il primo ci dice che l'ambiente in cui cresciamo determina indelebilmente la formazione della nostra personalità. A prescindere dalle peculiarità famigliari e individuali. Il secondo messaggio ci ricorda come, perfino nelle situazioni più bizzarre, inaspettate o disperate, siano le scelte a fare la differenza. Per noi e per gli altri.
In un universo narrativo in cui il tradimento si paga sempre e solo con la vita, The Brothers Sun sceglie, termine che uso non a caso, di cambiare le cose. Restituendo un po’ di speranza a chi, da sempre, ha vissuto senza.
Rating: TBA
Nazione: USA
Voto
Redazione
The Brothers Sun
The Brothers Sun, serie di Netflix firmata da Byron Wu insieme a Brad Falchuk, è la storia di due fratelli - Charles (Justin Chien) e Bruce (Sam Song Li) separati da oltre 15 anni e cresciuti in mondi molto diversi. Entrambi, però, fanno parte di una famiglia criminale, al vertice di una triade molto potente che finisce per coinvolgere il destino dell’intera famiglia, da Taipei fino a Los Angeles. Fra elaborate e spettacolari scene di combattimento, trovate funzionali e qualche colpo di scena troppo prevedibile, The Brothers Sun intrattiene a dovere.
Forse i suoi 8 episodi sono eccessivi per numero, sottoponendoci a qualche tempo morto e qualche nota stonata che sarebbe stato meglio eliminare, ma alla fine il risultato arriva. Le serie TV devono intrattenere, creare un legame fra il pubblico e i personaggi, spingere gli spettatori a voler proseguire la visione. E The Brother Sun fa tutto questo. Il mix di azione, commedia, gangster-story, romance e abbondante family drama ci regala una storia che scorre senza troppi intoppi, con un cast praticamente perfetto - a cominciare dalla sempre bravissima Michelle Yeoh - e un messaggio sulle colpe dei padri che ricadono sui figli. Le scelte dei genitori di Charles e Bruce hanno determinato in modo indelebile il loro destino. In attesa di un riscatto tramite decisioni indipendenti che arriva solo per una parte dei personaggi, mentre altri - fin dal principio - non hanno mai avuto scelta.