The Narrow Road to the Deep North è quasi lo spin off australiano di Band of Brothers
I fan del genere militare e delle miniserie HBO sulla falsariga di The Pacific e Band of Brothers farebbero bene a segnarsi sull’agenda questa sorta di spin off australiano.

C’è qualcosa di affascinante in come il racconto seriale di quanto accaduto al fronte durante la Seconda guerra mondiale crei una sorta di cinematic universe, pur non essendo mai stato davvero pianificato. Tutto è ovviamente cominciato con Band of Brothers, capostipite e caposaldo del genere - la miniserie che ha creato lo stesso concetto di miniserie - e poi è continuato con titoli come The Pacific e Masters of the Air, rimbalzando da HBO a Apple TV+, dai soldati sul terreno ai piloti nell’aria, mentre al cinema Nolan dava il suo contributo con Dunkirk.
C’è sempre un nonno, un padre, un familiare che ha portato nella vita di un creatore il bisogno, l’esigenza di raccontare. Succede anche con The Narrow Road to the Deep North, che potremmo considerare lo spin off australiano di questo affresco bellico televisivo che in realtà non è mai stato davvero pianificato, ma funziona come un mosaico arricchito in continuazione da come fa dialogare esperienze rese simili dal contesto temporale e bellico - soldati alleati che combattono su fronti differenti la triplice alleanza - ma rese uniche e particolari dal contesto geografico e dal reparto dalla cui prospettiva viene raccontata la storia.
La Seconda guerra mondiale vista dall'Australia
The Narrow Road to the Deep North sintetizza il bisogno di raccontare il lato australiano della lotta contro la triplice alleanza da parte di ben tre dei nomi coinvolti. Si parte con Richard Flanagan, autore del romanzo premio Booker di cui la miniserie in cinque episodi è adattamento e che ha creato questa storia ripensando alle esperienze del padre al fronte. Si continua con Justin Kurzel, regista della serie, buon amico dello scrittore, tanto da essere presente alla cena post premiazione del Booker per festeggiarne la vittoria.
È lui a consigliare al produttore e sceneggiatore Shaun Grant di opzionare il libro. Solo che Grant il romanzo l’ha già letto all'uscita e l'ha sentito vicino alla storia della sua famiglia. Sarà lui a sintetizzarlo in una sceneggiatura, tenendo di fianco a sé sulla scrivania le medaglie del nonno, che in qualità di prigioniero di guerra costruì proprio un tratto della ferrovia Thai-Burma al centro del romanzo.
Ciò che rende speciale The Narrow Road to the Deep North è il suo essere profondamente particolare, dandoci una prospettiva insolita sulla Seconda guerra mondiale, pur centrando una serie notevole di topoi del genere.
La vicenda romanzata di Dorrigo Evans, chirurgo militare divenuto prigioniero di guerra nel 1943, è ispirata a quella dei soldati australiani prigionieri dei giapponesi trascinati della giungla per costruire una nuova tratta ferroviaria verso nord. La prospettiva del Commonwealth, la divisione tra i poveri originari della Tazmania e le ricche fanciulle che danno balli a Melbourne, gli accenti, i nomi: il tutto dà un sapore fresco a una serie di vicende e di passaggi visti di recentissimo anche in Masters of the Air o qualche tempo prima al cinema, in Unbroken di Angelina Jolie. Prigionieri di guerra anglofoni trasportati sui treni della morte e ridotti a scheletri viventi dalla malnutrizione e dalle malattie, il rapporto di mal sopportata sudditanza con il nemico che amministra il campo. C'è persino un soldato bravo col disegno a cui viene fatta la stessa richiesta: di esagerare un po’ il decollete della maggiorata che sta disegnando.
Kurzel è la scelta perfetta per un prodotto che ambisce al mercato internazionale al pubblico femminile
Justin Kurzel poi è davvero la scelta perfetta per un prodotto di questo genere. Da Nitram a The Order, nel passato recente si è dimostrato particolarmente versato in questo tipo di racconti che piacciono al pubblico maschile un po’ attempato e che portano con sé una certa nostalgia per un tempo in cui gli uomini amavano disperatamente le donne della loro vita, rimanendo fedeli alle loro mogli almeno in apparenza, tenendo duro sul fronte al ricordo di fugaci momenti di passione. Se non proprio tradizionalista, The Narrow Road to the Deep North porta con sé un sapore un po’ retrò nel suo ritratto di un uomo che incontra troppo tardi l’amore della sua vita.
Il binario parallelo su cui corre la serie - divisa tra gli anni della prigionia e il 1989 quando il protagonista è un ricco chirurgo e apprezzato scrittore - le permette di andare in cerca di un pubblico più vasto. Non è solo una serie di guerra raccontata dal punto di vista di un ufficiale medico a cui, data la posizione, vengono risparmiate le privazioni peggiori. Quella di Dorrigo Evans è anche una storia d’amore di cui conosciamo l’antefatto e il finale, ma non la parte centrale, l’estate di passione il cui ricordo lo sosterrà negli anni di prigionia.
The Narrow Road to the Deep North quindi è un progetto pensato per il mercato internazionale da un team spiccatamente australiano che ben sa che con il sex symbol e la super star di Euphoria Jacob Elordi ci sono tutti gli elementi per abbassare l'età anagrafica degli spettatori e aprire al pubblico femminile (posto che anche quello maschile che costituisce lo zoccolo duro degli spettatori del genere è insospettabilmente romantico). Il problema è che Elordi, ancora una volta, è il punto debole del progetto, dando una performance passabile ma non propriamente stellare. Quando Dorrigo è interpretato negli anni ‘80 da Ciarán Hinds il confronto è davver impietoso.
Quello di questo ufficiale medico fedele tutta la vita al ricordo del vero amore della sua vita ma sempre al fianco della moglie è un ruolo palesemente pensato per farlo uscire bene. Per sua natura è un osservatore che sta a lato della scena, nella tenda dei malati, guardando da lontano alla prima linea. Il ricco cast di comprimari - giapponesi e australiani - viene posto al centro della scena quando si alza l’intensità drammatica della storia.
Sul lato romantico e sensuale, Elordi si spende sempre volentieri e funziona decisamente meglio di quando è chiamato a sviscerare la complessa psicologia di un uomo costretto a chinare il capo di fronte a un nemico che lo umilia, nella speranza di rivedere la moglie e l’amante. Justin Kurzel lo fa uscire bene e a sua volta è davvero nel suo: così come già dimostrato in The Order, è un ottimo narratore di queste storie di silenzioso, ombroso eroismo maschile tutto d’un pezzo, di uomini veri il cui equilibrio interiore è stato distrutto dalla brutalità del reale. Forse stavolta non è sferzante come in Nitram o The Order, ma ha davvero l’approccio e il piglio conservatore giusto per questo tipo di progetto.
All’anteprima al Festival di Berlino 75 sono stati mostrati 2 dei 5 episodi che compongono la miniserie.
Nazione: Australia
Voto
Redazione

The Narrow Road to the Deep North
Non è possibile giudicare una serie sulla base dei soli primi due episodi dandole un voto definitivo, ma The Narrow Road to the Deep North promette davvero bene. La produzione australiana è di livello e non fa rimpiangere le controparti statunitensi e il cast locale dà appunto una sensazione di novità all’interno di un genere molto codificato, talvolta ripetitivo, alternando al più classico dei racconti di resistenza al nemico e solidarietà fraterna tra soldati quello romantico di un amore tanto intenso e indimenticabile quanto sfortunato nelle tempistiche.
Jacob Elordi si conferma non proprio esaltante come attore ma funzionale al progetto, laddove Ciarán Hinds ci fa ancora una volta rimpiangere quanto poco venga utilizzato ad altre latitudini. È lui a tenere insieme la complessità psicologica e l’ambiguità morale di Dorrigo, che da sopravvissuto è divenuto testimone e testimonial del ricordo, da eroe si è trasformato in un eterno scettico circa la possibilità di spiegare davvero a chi non c’era cosa si sia consumato dentro la giungla, tra i ranghi dei prigionieri. Quanti sono fan di uno degli elementi di spicco del titolo (il genere bellico, la Seconda guerra mondiale, il sex appeal di Jacob Elordi) faranno bene a non perdersi questo titolo.