The Penguin – L'edizione 2K che non ti aspetti
In 2K il ritratto spietato e malinconico di un uomo e della città che l'ha creato

Negli ultimi anni le produzioni cine-televisive ambientate a Gotham City hanno cercato di esplorare il suo universo senza l’onnipresente Batman. Attraverso lodevoli tentativi come Birds of Prey e Gotham Knights fino al più recente Pennyworth si è faticato a lasciare un segno indelebile nel panorama seriale.
Con la serie targata HBO intitolata The Penguin e spin-off di The Batman di Matt Reeves la prospettiva è cambiata drasticamente: la storia si focalizza sulle dinamiche criminali della città, dipingendo un affresco oscuro quanto avvincente del suo sottobosco mafioso. In otto episodi la showrunner Lauren LeFranc ha trasformato un personaggio iconico ma spesso secondario in un protagonista sfaccettato e magnetico, capace di sostenere l’intero peso narrativo galvanizzando ogni puntata.
Discesa nel cuore criminale di Gotham
La serie si colloca subito dopo gli eventi di The Batman (2022), in una Gotham devastata dalle inondazioni causate dal piano di Riddler. Scenario caotico che diventa il perfetto terreno di caccia per Oswald “Oz” Cobblepot, meglio conosciuto come Pinguino per la sua camminata indotta da una malformazione ortopedica, interpretato magistralmente da Colin Farrell. Gangster di medio livello vede un’opportunità di scalata al potere nella lotta tra le principali famiglie mafiose della città: i Falcone e i Maroni. Con Carmine Falcone ormai morto e Salvatore Maroni ancora incarcerato, il vuoto di potere è evidente e Oz, astuto e spietato, non esita a farsi avanti tra doppi, tripli giochi e opportuni voltafaccia.
Ne emerge è un racconto che mescola il realismo crudo dei classici del genere gangster a una componente fumettistica che, anziché indebolire la narrazione, la arricchisce di un fascino particolare. Gotham è una metropoli dannatamente malata, intrisa di corruzione e violenza dopo aver assorbito il peggio dai suoi abitanti, pronta a trasformarsi in un campo di battaglia per chiunque voglia un pezzo di potere.

The Penguin, protagonista strepitoso in un cast memorabile
Colin Farrell, qui anche nei panni di produttore, offre un Oswald Cobblepot da urlo. Sotto un trucco prostetico che lo ha reso quasi irriconoscibile, l’attore conferisce al personaggio una fisicità grottesca e un’energia brutale, cuore nero tra gli echi di alcuni dei più grandi anti-eroi della storia del cinema, da Tony Soprano a Henry Hill di Quei bravi ragazzi. Oz è tanto affascinante quanto imprevedibile, con un carisma innato e una rabbia latente pronta a deflagrare. La sua sete di potere è alimentata da un senso di rivalsa personale, lotta costante per essere riconosciuto e rispettato in un mondo che lo ha sempre visto come un outsider.
Contraltare a Cobblepot è Sofia Falcone, interpretata da una straordinaria Cristin Milioti. Personaggio altrettanto complesso, donna dal passato tormentato circondata da un’aura di minaccia costante, costretta a sgomitare in un mondo di uomini. Uscita dal manicomio di Arkham con la nomea di presunta serial killer, è una figura enigmatica e pericolosa alla pari del protagonista. La sua dinamica con Oz è il vero cuore della serie: due facce della stessa medaglia, entrambi figli di un mondo spietato che li ha plasmati in modi differenti, destinati inevitabilmente a scontrarsi. Non ci sarebbe da stupirsi se prendesse vita uno spin-off a lei dedicato.

Il resto del cast è altrettanto solido: Michael Zegen nei panni di Alberto Falcone offre un’interpretazione convincente del figlio viziato e inadeguato, mentre il grandissimo Clancy Brown porta carisma e autorevolezza nel ruolo del boss mafioso Maroni. Altra presenza significativa quella di Dierdre O’Connell nel ruolo della madre di Oswald, centrale nella psicologia del protagonista, incarna il classico archetipo della madre possessiva e manipolatrice che spinge il figlio verso la grandezza e la distruzione allo stesso tempo. Non ultimo Michael Kelly nei panni di Johnny Vitti, affiliato alla famiglia Maroni.
Narrazione e stile visivo di The Penguin: tra noir e gangster movie
Tra gli aspetti più riusciti di The Penguin il suo equilibrio tra narrazione noir e crime drama. Lauren LeFranc costruisce un racconto che muove con un ritmo meticoloso, prendendosi il tempo necessario per esplorare le dinamiche psicologiche dei personaggi senza rinunciare a momenti di pura tensione. La scrittura è solida e ben calibrata, mentre dal punto di vista estetico si mantiene lo stile visivo cupo e sporco introdotto da Matt Reeves in The Batman.

La fotografia resta quella ispirata al cinema neo-noir e ai gangster movie anni ’70, illuminazione suggestiva e palette cromatica che accentuano l’atmosfera decadente della città tentacolare. Le inquadrature giocano spesso con le ombre e gli spazi chiusi, creando un senso di claustrofobia a riflettere la pressione crescente che grava sui personaggi. Suggestioni a cui contribuisce la colonna sonora di Mick Giacchino, dal carattere aggressivo e malinconico. Sebbene non raggiunga l’iconicità della partitura del padre Michael per The Batman, contribuisce a irrobustire i toni, aggiungendo un ulteriore livello di immersione nell’universo narrativo.
Il Pinguino vive anche senza Batman
Una delle scelte più coraggiose della serie è quella di tenere Batman a distanza, mai veramente presente nella narrazione, diventando punto di forza e permettendo a Pinguino di costruire la sua identità senza dover dipendere dal Cavaliere Oscuro. Gotham diventa la vera protagonista, ecosistema di criminalità in cui la lotta per il potere conta una sanguinosa battaglia dopo l'altra, combattuta da personaggi che non hanno bisogno di supereroi per catturare attenzione.

La serie si prende il rischio di raccontare una storia profondamente umana, esplorando temi come l’ambizione, la vendetta e il desiderio di riscatto. Oswald Cobblepot non è un semplice villain, ma un uomo che si dibatte tra il bisogno di affermazione diventano il padrone della città e la sua natura autodistruttiva. Ciò lo rende un personaggio affascinante e lo distingue dai classici antagonisti dei fumetti.
The Penguin 2K - Come si vede
Girato interamente digitale (Arri Alexa LF e Mini LF) a risoluzione nativa 4.5K, si è giunti a un master 4K usato per la realizzazione dell'unica edizione italiana HD per l'Home Video. Dopo aver esordito su piattaforma streaming, per l'Home Video si è scelto comunque di tenere fuori dal mercato locale l'UHD, disponibile per esempio negli Stati Uniti: un vero peccato per chi fosse alla ricerca di un risultato tecnico senza alcun compromesso.

Lo steelbook italiano è molto bello, con il volto di Pinguino che scruta nell'oscurità. Formato immagine “Univisium” 2.00:1 (1920 x 1080/23.97p), codifica AVC/MPEG-4 su 3x BD-50 doppio strato, con il disco nr. 3 che oltre alle ultime 2 puntate include il grosso degli extra. Al netto di qualche transizione dove tende ad affiorare una minima criticità nelle sfumature colore con accenni di banding, lo spettacolo visivo è eccellente per tenuta colori e profondità dei neri senza temere schermi di grandi dimensioni. Le solide atmosfere spesso lugubri o con scarsa illuminazione accentuano la drammaticità narrativa, esaltando la migliore serie mai realizzata nell'universo di Gotham.
The Penguin 2K - Come si sente
Resa tecnica che purtroppo non ritroviamo nella traccia audio in italiano, solita Dolby Digital 5.1 canali (640 kbps) che a malapena offre il sostegno tra parlato, musiche ed effetti, sminuendo l'emotività narrativa. Superiore l'originale DTS-HD Master Audio 5.1 canali anche se solo 16 bit, che apre a un palcoscenico sonoro di maggior respiro, risalto dettagli in secondo piano e dai canali posteriori, enfatizzando sparatorie ed esplosioni. Codifica non reference che merita senza meno l'ascolto tramite impianto Home Theater, per gustarsi le voci originali degli interpreti e un netto passo qualitativo in avanti.

The Penguin 2K - Gli extra
Ciascun disco offre approfondimenti sulla produzione, uno per puntata intitolato Inside Gotham e il numero progressivo. Sul disco #1 si aggiungono: Introducing the Penguin (5') sulla “nascita” del personaggio dagli eventi di The Batman; Le origini di Oz (4') e il personaggio di Farrell; Welcome to Gotham (4') analizza la rappresentazione della città come personaggio virtuale.
Sul disco #3 si aggiungono: Gotham Re-Envisioned (5') con focus sul contesto “urbano”; Becoming the Penguin (3') mostra gli sforzi di trucco necessari per trasformare Farrell; Chi è il boia: Ritratto di Sofia Falcone (4'); Hearts of the Penguin (4') offre uno sguardo alle relazioni di Oz con la madre e l'amante; A Tale of Two Gothams (4') è un'altra featurette dedicata all'ambientazione urbana e luoghi presenti nella storia; Victor Aguilar: The Making of a Henchman (7') è il profilo del personaggio che invita a seguire la serie sin dalle prime battute. Sottotitoli in italiano ovunque.
Voto
Redazione

The Penguin
Nonostante la scelta di non distribuire la versione 4K sul mercato italiano, questa 2K sa comunque intrattenere al netto di alcune limitazioni nelle sfumature colore, con il consiglio di passare alla traccia originale DTS lossless che anche se 16 bit regala emozioni. Extra abbondanti alla scoperta della complessa produzione.