Twisted Metal, Recensione della serie TV: tra bolidi, ironia e pallottole
La serie TV ispirata alla saga videoludica arriva dopo 1 anno e mezzo in Italia ed è una piacevolissima sorpresa

La relazione tra cinema e videogiochi non è mai stata idilliaca, poiché la società non ha mai riconosciuto al settore videoludico la giusta attenzione, con la conseguenza che i vari tentativi di trasposizione dei titoli che hanno fatto la storia dell’industria si sono rivelati essere dei flop o pietre miliari del cinema trash.
Tuttavia, negli ultimi anni, vista anche la crescita esponenziale dell’industria, la qualità dei prodotti derivanti dal mondo dei videogiochi ha raggiunto vette altissime, con i vari The Last Of Us, The Witcher e Fallout che hanno mostrato come si possa portare un videogioco sul piccolo schermo senza cadere nel rischio di scimmiottare l’opera originale
Per la felicità di tutti i giocatori, Twisted Metal continua questo filone offrendo un prodotto che prende a piene mani dal mondo creato da SingleTrac costruendogli attorno una storia originale e capace di tenere lo spettatore incollato allo schermo.
Una nuova fine del mondo

Diversamente dalla saga videoludica, che non ha mai dato molta attenzione allo stato del mondo di gioco, la serie TV di Twisted Metal ci trascina in un mondo post-apocalittico causato da un bug tecnologico avvenuto nel 2002 che ha portato alla caduta di internet, delle comunicazioni e di ogni sistema elettrico.
In questo mondo dominato da riferimenti culturali dei primi anni 2000, e tanto marketing placement, ogni equilibrio è caduto e la società si presenta profondamente frammentata, con le divisioni sociali più accentuate che mai.
Gli eletti, dei quali non viene data una spiegazione approfondita, vivono nelle “nuove città” protette da enormi mura e personale armato. Durante la prima stagione di Twisted Metal riusciamo a vedere l’interno di una sola città: Nuova San Francisco, dove la vita sembra scorrere senza alcuna preoccupazione e le persone che l’abitano vivono come se il bug non fosse mai avvenuto.
Chi non è ammesso a entrare nelle città è invece destinato a vivere in un mondo distrutto, dove si aggirano fazioni diverse: come i santi uomini, i macellai, gli incendiari, le facce da bambole e altre ancora che scoprirete durante i 10 episodi.
A cercare di dare un equilibrio a quelli che vengono ormai definiti gli Stati Disuniti D’America ci sono gli uomini della legge, i quali capitanati dall’agente Stone colpiscono alla stessa maniera grandi e piccole infrazioni, attuando un vero e proprio sistema di leggi draconiane.
In questo mondo diviso più che mai, che ricalca in alcuni punti qualcosa di già visto, come in The Walking Dead e The Last Of Us ad esempio, fondamentali sono i lattai, ovvero autisti che consegnano pacchi tra le varie città e avamposti, elemento che ricorda Death Stranding e si aggiunge alla lista delle cose già viste.
I fatti della prima stagione di Twisted Metal

Twisted Metal si compone di 10 episodi, della durata massimo di 30 minuti, e racconta la storia di John Doe, interpretato da Anthony Mackie, il quale un bel giorno riceve dalla leader di Nuova San Francisco l’occasione di una vita: consegnare un pacco a Nuova Chicago e tornare indietro in 10 giorni in modo da guadagnarsi il suo posto tra gli eletti e diventare cittadino della città.
Durante il suo viaggio verso Nuova Chicago, John incontra Quieta (Stephanie Beatriz), la quale è sulle tracce dell’agente Stone (Thomas Haden Church), dando vita al duo più classico di sempre.
I due decidono di viaggiare insieme alternando momenti di Odi et Amo durante il loro viaggio in giro per gli Stati Uniti.
Ogni episodio narra una tappa del viaggio ed è utile a presentare i vari personaggi secondari della serie, tutti presenti già nei vari titoli della saga videoludica, tra cui spiccano il già citato Agente Stone, il Predicatore (Jason Mantzoukas) alla guida dei Santi Uomini, e il volto più famoso della saga Sweet Tooth (interpretato da Samoa Joe ma doppiato da Will Arnett).
Il dinamico duo si troverà ben presto in una montagna russa di emozioni, che alterna momenti sentimentali a follia pura, il tutto condito da sparatorie e acrobazie a bordo di auto, furgoni, camion e chi più ne ha più ne metta.
Twisted Metal, tra tanti alti e pochi bassi

Twisted Metal lascerà a bocca asciutta i fan della saga videoludica, che magari si aspettano di assistere a scontri automobilistici a suon di armi sempre diverse, e francamente parlando questo è un ottimo punto a favore della serie TV.
Nonostante sia una saga videoludica cult, Twisted Metal non ha mai brillato per la sua trama e per la sua scrittura, bensì per i suoi personaggi folli e strampalati.
La serie TV prodotta da Sony arraffa quanto di meglio il videogioco ha da offrire sul piano dei personaggi inserendoli in un contesto narrativo che giustifica il carattere di ognuno di loro.
Succede così che il personaggio più complicato da rappresentare su schermo, ovvero Sweet Tooth, diventa quello meglio costruito e con un background che quasi legittima la costante pazzia che lo contraddistingue,
Nonostante la trama sia abbastanza lineare, le 10 puntate riescono a raccontare sempre qualcosa di nuovo allo spettatore, facendo leva sul carisma dei vari personaggi e sulle situazioni che questi vanno a creare.
Altro punto a favore di Twisted Metal è l’interpretazione di Anthony Mackie, il quale nonostante porti ormai la croce di essere un attore poco carismatico, veste perfettamente in questo caso i panni dello scanzonato e sarcastico John Doe, sul quale si sente tantissimo la mano di Rhett Reese e Paul Wernickas, rispettivamente scrittore e sceneggiatore della trilogia di Deadpool.
Se finora ho parlato tantissimo dei personaggi di Twisted Metal è perché la prima stagione della serie TV di Sony mostra tantissimi personaggi e spezzoni del mondo di gioco, ma pochissimi scontri automobilistici, che sono poi il marchio di fabbrica del franchise.
Tale situazione è sicuramente figlia di un budget non in grado di coprire le aspettative distruttive dell’opera originale, in cui era addirittura possibile far crollare la Torre di Londra.
La cosa lascia l’amaro in bocca poiché nei momenti in cui viene fuori tutta l’anima di Twisted Metal, gli scontri divertono e sono una vera e propria bellezza per gli occhi.
Altra nota stonata è il doppiaggio in italiano.
Non me ne vogliano i fanatici del doppiaggio italiano, ma tolta l’ottima prova di Massimo Lodolo - l’agente Stone - tante volte il doppiaggio mi è sembrato totalmente scollegato da ciò che vedevo su schermo.
I personaggi che più hanno risentito di ciò sono Sweet Tooth, che nella versione italiana non riesce a riportare l’ottimo lavoro di Will Arnett (Lego Batman e BoJack Horseman) e John Doe, che nella versione originale rappresenta forse una delle migliori interpretazioni di Anthony Mackie.
Quindi, vale la pena vedere Twisted Metal?

A conti fatti, trovare dei lati negativi che rovinino l’esperienza finale è abbastanza complicato.
Twisted Metal fa parte delle tante IP che Sony ha deciso di lanciare su piccolo schermo e ciò giustifica il fatto che il budget allocato per la prima stagione ponesse dei limiti sulle cose da portare in scena.
Fortunatamente, Rhett Reese e Paul Wernick hanno preso l’occasione al balzo per costruire un mondo credibile e stratificato, dove ogni cosa, nella sua intrinseca follia, è esattamente dove deve essere, senza però tradire l’opera originale.
La delusione del doppiaggio italiano è probabilmente più un mio feticcio personale che non impatterà l’esperienza altrui, inoltre i grandi poteri della tecnologia moderna permettono tranquillamente di godere dell’opera in lingua originale in pochi secondi.
In conclusione, Twisted Metal è un ottimo prodotto che riesce a tirare fuori dal cilindro un’ottima storia e coraggiosamente spende l’intera stagione nella presentazione dei vari protagonisti, vero punto forte della produzione.
Unico grosso neo è l’ingiustificato ritardo con cui la serie è arrivata in Italia, ma anche in questo caso si può guardare al lato positivo: se Twisted Metal fosse arrivato in Italia nel 2023, molto probabilmente sarebbe stato eclissato da The Last Of Us.
Quindi non resta che aspettare la seconda stagione, già confermata, e allacciarsi le cinture.
Voto
Redazione

Twisted Metal, Recensione della serie TV: tra bolidi, ironia e pallottole
La prima stagione di Twisted Metal è un esperimento coraggioso e ben riuscito.
Tenendo conto che la saga videoludica non brilli per scrittura, va dato atto a Rhett Reese e Paul Wernick di aver dato vita a una storia stratificata dove tutto è follemente coerente.
I vari personaggi sono il vero punto forte della produzione, di conseguenza non sconvolge il fatto che la prima stagione sia tutta incentrata sulla presentazione di questi; i quali sono quasi tutti scritti da zero prendendo solo spunto dalla loro controparte videoludica.
Qualche fan resterà a bocca asciutta data la scarsa presenza di scontri automobilistici, ma può rallegrarsi dal fatto che quel poco che si è visto nei primi 10 episodi è di ottima qualità, di conseguenza il fatto che la seconda stagione goda di un budget superiore può far dormire sogni tranquilli.
La maggior sfida per la seconda stagione sarà quella di bilanciare la narrazione avviata in queste prime 10 puntate, e che hanno messo tanta carne a cuocere, e l’azione del torneo Twisted Metal vero e proprio.
Quindi, in sintesi, più auto, più pallottole e più sangue. Ricetta perfetta.