Ultima notte a Tremor: la recensione della serie spagnola di Netflix
Una storia lunga, complessa e piena di svolte
Siamo liberi di scegliere il nostro destino. Anche facendo errori.
Nelle parole che Judy (Ana Polvorosa) rivolge ad Alex (Javier Rey) c’è tutto il senso di Ultima notte a Tremor, la miniserie - si fa per dire: 8 episodi che sono praticamente lunghi come 8 film - spagnola di Netflix che ci incolla allo schermo.
La trama di Ultima notte a Tremor
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Alex, compositore in crisi personale e lavorativa, si trasferisce nella cittadina costiera di Tremor, nel nord della Spagna, in una casa isolata su un promontorio. I suoi vicini Maria e Leo sono le uniche persone che condividono la solitudine di Alex, in una zona dove non c’è nemmeno connessione internet.
Una sera, dopo essere stato fuori a cena, Alex è vittima di un incidente. E da quel momento, inizia ad avere visioni del suo tragico destino, facendo di tutto per cambiarlo.
Morte, rinascita, destino e libero arbitrio
Ultima notte a Tremor parla di morte, di rinascita, di seconde occasioni, di destino, di libero arbitrio.
Negli 8 film che ci raccontano la storia di Alex troviamo la ragione di questa apparentemente forzata lungaggine narrativa: la storia è così lunga e complessa che cambia. Più volte.
Ci sono tante svolte narrative - i pezzi del puzzle, come li chiama Alex - e la cosa interessante è che sono proprio le svolte narrative a determinare il corso delle vite dei personaggi, ma anche delle nostre vite.
Andare in un posto in un certo momento. Decidere di stare con una persona oppure lasciarla. Seguire il volere dei genitori oppure ribellarsi, fare di testa propria. Sono tutte scelte.
Non tutte le svolte sono impreviste. Come spesso accade, capiamo molti fatti prima che ci riesca il protagonista. Semplicemente perché il nostro è un punto di vista esterno, emotivamente non coinvolto. Ma è destinato a diventarlo.
Anche questa sarà una scelta. Ogni cosa che ci accade è una scelta… Tranne le cose che non dipendono da noi. Le cose che sono scelte altrui. Gli eventi che subiamo, perché sono dipesi da qualcun altro.
Dalla sfortuna, dalla coincidenza, dal destino se uno decide di crederci. Ma a prescindere che lo spettatore ci creda oppure no, quel senso di ineluttabilità diventa sempre più pressante, man mano che la storia avanza.
Ci sentiamo frustrati, come se non credessero a noi anziché non credere ad Alex. Ci sentiamo impotenti mentre lui esita, perdendo tempo prezioso. Ultima notte a Tremor s’insinua lentamente nei nostri sentimenti, diventando così coinvolgente da farci venire voglia di urlare al televisore le stesse cose che tanti anni fa gli spettatori urlavano ai personaggi sullo schermo nei cinema. Scappa. Corri. Vattene da lì.
Esattamente come Alex, ci sentiamo schiacciati da qualcosa molto più grande di noi e di tutti i personaggi. Perché siamo dentro la storia, a Tremor. E il peso che sentiamo è quello dell’inarrestabile.
Una seconda occasione
Ci sono due personaggi che usano il termine inarrestabili, e non è un caso. Perché il destino è l’unica cosa davvero inarrestabile. Il futuro è scritto. Nulla di ciò che facciamo può permetterci a sfuggirgli, tranne una sola cosa: la fortuna di avere una seconda occasione.
Non tutti ne hanno una, anzi. A pochi è riservata. Ma in Ultima notte a Tremor, e di nuovo non a caso, a tutti i protagonisti ne è stata offerta una. O se la sono guadagnata col sangue e col dolore. Non importa: l’hanno avuta. E hanno tutti finito per sfruttarla andando a Tremor, in un paesino in cui non ti aspetti sorprese, con paesaggi mozzafiato e una vita all’aria aperta, annusando il profumo del mare. Il posto perfetto per ricominciare.
Ma quando qualcuno cerca di cambiare il proprio destino, esita per via di qualcun altro. Senso di responsabilità, incoscienza, senso di colpa. Sono tanti i motivi. Inclusi quelli che guidano le scelte dei protagonisti in questa storia.
Una figura ingombrante come quella della madre di Alex, che determina il corso di tante vite con la propria cieca volontà, non è facile da gestire. Neanche per noi.
Non solo. Quando più persone, con storie tanto diverse, si ritrovano e intrecciano le proprie vite durante la loro seconda occasione, qualcosa può andare storto. Perché il nostro spazio di manovra finisce dove comincia quello degli altri.
Non voglio raccontarvi nulla della trama, anzi: vi consiglio di limitarvi a iniziare la visione, senza indagare sul racconto e i suoi protagonisti. Capirete in fretta se Ultima notte a Tremor fa per voi oppure no.
E se avrete fiducia, pur prevedendo ampiamente alcuni eventi e alcuni collegamenti, scoprirete con sorpresa che questo non cambia né inficia il filo rosso che lega tutta la successione causa-effetto. Fra presente, passato e futuro.
Voto
Redazione
Ultima notte a Tremor: la recensione della serie spagnola di Netflix
Ultima notte a Tremor è la miniserie spagnola di Netflix composta da 8 episodi lunghi quanto 8 film che racconta la storia di Alex (un bravissimo e coinvolgente Javier Rey), un compositore in crisi che si trasferisce al nord, sulla costa, per ricominciare. Ma dopo che per una vita ci si è sentiti dire che il futuro è scritto e non si può cambiare, per lui non sarà facile anche solo pensare di poterci riuscire.
In un racconto pieno di tensione che parla di morte, di rinascita e di seconde occasioni, Ultima notte a Tremor ci immerge in un posto bello da mozzare il fiato per farci riflettere sul concetto di destino. E su quanto il libero arbitrio possa influenzarlo.