Un alieno in Colorado: alla scoperta di Resident Alien, imperdibile novità su Netflix
Su Netflix è arrivata Resident Alien, ottimo mix fra sci-fi e commedia
La storia degli effetti speciali… Al contrario. Un mito della fantascienza cinematografica. Uno sceriffo incompetente che non considera mai la sua intelligente e acuta vice.
Resident Alien, creata da Chris Sheridan (I Griffin) a partire dall’omonimo fumetto di Peter Hogan e Steve Parkhouse per la Dark Horse Comics, è infarcita di trovate geniali.
La storia degli effetti speciali torna nel modo in cui un alieno, bloccato per un incidente sul nostro pianeta, assume l’aspetto dell’uomo di cui prende il posto. Esattamente come un essere umano si trasformava in un lupo mannaro in Un lupo mannaro americano a Londra. Insieme a tante, tantissime altre citazioni e gag storiche disseminate lungo gli episodi.
Il protagonista è Alan Tudyk, l’ex Wash di Firerfly, che per gli amanti della fantascienza televisiva è un supercult nonostante l’unica stagione prodotta. Ed era già stato un alieno in V.
La serie in 10 episodi è del 2021 e in patria è arrivata alla terza stagione, in onda proprio in questo periodo, ma da noi è arrivata solo adesso in streaming, dopo la messa in onda su RAI4, in prima visione dal 1° marzo, su Netflix. Grazie Netflix, aggiungerei.
Perché Resident Alien è un perfetto ibrido tra fantascienza e commedia. Divertimento assicurato, in un contesto fuori dal comune. È dai tempi di Una famiglia del Terzo Tipo, con John Lithgow e Joseph Gordon-Levitt, che non mi divertivo così con la storia di un alieno sulla Terra.
Certo: quella era una sitcom, questa è una serie. Direi un sci-fi dramedy.
Un ottimo sci-fi dramedy, in effetti.
La trama di Resident Alien
Harry Vanderspeigle (Alan Tudyk) sta pescando nel lago a Patience, una sperduta cittadina del Colorado. La polizia va a fargli visita: lo sceriffo Mike Thompson (Corey Reynolds, The Closer) e la sua vice Liv Baker (Elizabeth Bowen) sanno che Harry è un dottore, e hanno urgente bisogno del suo aiuto per un esame autoptico… Sul dottore locale. Sotto lo sguardo dell’assistente del dottore, Asta Twelvetrees (Sara Tomko, C’era una volta).
Quattro mesi prima, un alieno era rimasto bloccato sulla Terra per un incidente alla sua astronave. Entrato in casa di Harry, aveva esageratamente reagito al suo attacco, uccidendolo. Per poi prenderne il posto replicando il suo aspetto. Almeno per la stragrande maggioranza degli umani, ma non per tutti.
Uno su un milione vede il suo vero aspetto. E nella sperduta cittadina ce n’è uno: un bambino… Max, il figlio del Sindaco.
Mentre lavora come medico in città, sostituendo il defunto, Harry cerca di spacciarsi per umano. Ma ha imparato la lingua dalle serie TV e sta anche cercando di eliminare Max, che lo vede per quello che è.
E non solo Max…
Resident Alien: un alieno fra noi, fra gag e riflessioni sull’umanità
A volte mi risulta alieno sentirmi un essere umano.
Lo dice un’umana a un alieno. Nell’episodio pilota. Identificando immediatamente la cifra stilistica.
Resident Alien funziona per tre motivi principali. Questo è il primo: un continuo gioco di ruoli e di parole, una riflessione su cosa significhi essere umani e uno sguardo esterno sulla nostra specie, da parte di un’intelligenza superiore. L’inadeguatezza sociale di un alieno in mezzo agli umani, che ci mostra la nostra inadeguatezza in generale. Ma anche i pregi che abbiamo dimenticato di avere.
Il secondo è il già accennato mix di generi. Una trama poliziesca fa da sfondo alla commedia di fantascienza.
Il terzo motivo sono le citazioni. Questa serie è pane per i denti dei fan della fantascienza, in particolare quelli della fantascienza televisiva. Il dottor Vanderspeigle, l’alieno, paragona Asta a una lucertola. L’alieno per noi orrendo e spaventoso vede noi come lucertole. Come noi vedevamo i Visitors, che erano in effetti dei lucertoloni travestiti da umani, nell’omonima serie cult degli anni ’80. Citazioni da Frankenstein,
Poi ci sono l’episodio che inizia come Cin Cin, con tanto di sigla della serie, le sempre diverse esilaranti vignette della sigla, senza dimenticare la presa in giro dei vizi contemporanei: cercare patologie e cure su Internet, per esempio. Proprio come fa l’improvvisato dottore alieno per imparare a curare gli umani.
Tanti personaggi che amerete
Ogni episodio mette anche in mostra le dinamiche relazionali che fanno di Resident Alien un prodotto curato nel dettaglio.
L’ottuso sceriffo bullizza continuamente la sua adorabile e intelligente vice, in dialoghi-schermaglia che aggiungono divertimento a ogni scena in cui sono presenti.
La stessa cosa vale per la barista D’Arcy (Alice Wetterlund, People of Earth) e la sua storica amica Judy (Jenny Lamia, Good Girls), con la quale volano costantemente insulti pesanti ma buffi. Il loro rapporto è così, sempre.
E poi c’è il pezzo da novanta. Un’attrice icona del cinema di fantascienza: di cui non faccio il nome per non rovinarvi la sorpresa, che è veramente grossa. E non è l’unica sorpresa in fatto di cast, fidatevi.
Perché in effetti è assurdo che un’astronave sia precipitata sulla Terra senza che nessuno se ne sia mai accorto, no?
Fra indagini per omicidio, malintesi continui, diagnosi e interventi imbarazzanti in clinica e bambini che cercano di svelare la reale identità di Harry, Resident Alien ci intrattiene con 10 episodi carichi di colpi di scena e momenti di grande divertimento.