Zero Day: la recensione con De Niro per la prima volta protagonista in TV, su Netflix
Un thriller politico spaventosamente attuale

Zero day: noto anche come 0-day, fa riferimento in ambito informatico a una vulnerabilità di sicurezza sconosciuta agli sviluppatori di un certo software o ai produttori di un determinato hardware.
Il nome è presto spiegato: significa che gli sviluppatori hanno “zero giorni” per correggerla prima che possa essere sfruttata da hacker o cybercriminali… Ed è proprio da qui che Zero Day, la miniserie di Netflix in arrivo dal 20 febbraio con i suoi 6 episodi, parte.
Con protagonista, per la prima volta in una serie TV come star dopo diversi ruoli minori (spesso nei panni di se stesso) il doppio Premio Oscar: Robert De Niro.
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La trama di Zero Day
Stati Uniti, oggi. Conosciamo l’ex Presidente George Mullen (Robert De Niro) che, dopo una tragedia famigliare, si è ritirato dalla politica. Ma quando un devastante attacco informatico colpisce il Paese, causando disastri e provocando molte morti, Mullen viene richiamato dalla Presidente Mitchell (Angela Bassett, 9-1-1) per presiedere la commissione incaricata di trovare i responsabili. Nonostante i dubbi della moglie Sheila (Joan Allen, La seduzione del male), George non può che accettare. Trovandosi a uno scontro politico con la figlia, la deputata Alexandra Mullen (Lizzy Caplan, Attrazione fatale) e in mezzo a un Paese instabile con una verità sempre più scomoda da trovare…
Un cast più unico che raro

Ormai siamo abituati ai grandi nomi in TV, ma è la prima volta che vediamo De Niro accettare un ruolo da protagonista. Un ruolo non facile, perché George Mullen restituisce anche i problemi legati alla sua età (che corrisponde a quella del suo interprete, 81 anni.
Accanto a De Niro - e sicuramente proprio grazie alla sua presenza - troviamo una schiera di nomi prestigiosi. Oltre a Joan Allen (candidata a 3 Oscar per La seduzione del male, Nixon e The Contender), ci sono Connie Britton (American Horror Story, Friday Night Lights, Nashville), la già citata Angela Bassett (candidata a 2 Oscar, per Tina - What's Love Got to Do with It e Black Panther: Wakanda Forever) e due grandi di cinema e TV: Matthew Modine (Full Metal Jacket, Stranger Things) Bill Camp (Birdman, 13 anni schiavo). Ma non è finita qui. Insieme a Lizzy Caplan (vista anche in Now You See Me 2), vediamo Dan Stevens di Downton Abbey, Jesse Plemons (candidato agli Oscar per Il potere del cane) e Gaby Hoffman (L’uomo dei sogni, Eric).
Insomma: una parata di star che con la sua bravura contribuiscono non poco al fascino di Zero Day.
Drammaticamente attuale

A colpire, oltre naturalmente alla bravura del cast, è la spaventosa attualità della serie. Non tanto per la tematica degli attacchi informatici rivolti alla tecnologia che ormai domina e controlla completamente le nostre vite, quanto alle reazioni della gente. Dal complottismo alle fake news, dai seguaci di sedicenti “guru” che di fake news e complotti vivono, il popolo di quell’America che i Presidenti giurano di difendere lascia quantomeno interdetti. Perché la diffusione degli haters che da virtuali diventano pericolosi individui è impressionante… E realistica.
Non a caso, George Mullen si confronta con una nazione profondamente divisa, dove la verità è spesso offuscata da teorie del complotto e disinformazione, con tematiche delicate come la vulnerabilità cibernetica, la fiducia nelle istituzioni e il costo personale del potere.
Le riflessioni di Zero Day sono estremamente rilevanti nel contesto attuale. Si parla di infrastrutture digitali e di falle, di diffusione - fin troppo facile - della disinformazione e di polarizzazione politica.
La presenza di Robert De Niro aggiunge profondità, dato il suo storico impegno in ruoli che esplorano le complessità del potere e della moralità. La dinamica tra Mullen e la Presidente Mitchelloffre uno sguardo intrigante sulle sfide della leadership in tempi di crisi. La presenza di una giornalista come Valerie Whitesell (Connie Britton) sottolinea l’importanza di una stampa libera e indipendente nel mantenere la trasparenza e soprattutto la responsabilità governativa.
Dietro le quinte: i giornalisti veri parlano della stampa americana

La serie è stata concepita da Eric Newman (Narcos), Noah Oppenheim (ex giornalista a capo di NBC News, autore della sceneggiatura di Jackie) e Michael S. Schmidt (giornalista investigativo vincitore del Premio Pulitzer per il New York Times): ecco da dove viene l’incredibile verosimiglianza di tutta la trama, perfino nelle svolte più incredibili.
È evidente che la gestione delle informazioni è al centro della trama di Zero Day, e che a scrivere la serie ci sia gente che sa perfettamente come funzionano le cose negli USA.
Il livello della sceneggiatura è altissimo: dialoghi significativi, momenti delicati e struggenti - come il sospetto che Mullen non sia più in sé per via di qualche forma di demenza senile - e tanti scambi fra i personaggi che non potrete dimenticare. Grazie a frasi incisive e situazioni che riflettono le attuali preoccupazioni globali riguardo la sicurezza informatica e la fiducia nelle istituzioni.
La regia è affidata a Lesli Linka Glatter, nota per il suo lavoro in Homeland e Mad Men.
A produrre ci sono gli autori, la regista e naturalmente Robert De Niro, anche produttore esecutivo.
Zero Day si guarda tutta d’un fiato, mentre si pensa a quanto sia terrificante l’idea che tutto - ma proprio tutto - ciò che ci riguarda sia in qualche modo legato alla tecnologia: comunicazioni, trasporti, strutture e apparecchiature mediche… Dopo Zero, guarderete il mondo con occhi diversi.
Rating: TBA
Nazione: USA
Voto
Redazione

Zero Day
Ambientata in un’America contemporanea, politicamente turbolenta, Zero Day è la miniserie di Netflix in cui Robert De Niro per la prima volta accetta (e produce) un ruolo da protagonista in una serie TV: interpreta l'ex Presidente George Mullen, che si è ritirato dalla vita per un dramma famigliare. Quando il Paese subisce un devastante attacco informatico, la Presidente in carica richiama Mullen - niente paura: alla fine tutti i conti torneranno - per individuare i responsabili con qualsiasi mezzo. Inclusi quelli che fanno gridare la popolazione allo “stato di polizia”. Drammaticamente attuale, verosimile e appassionante, Zero Day vi terrà inchiodati allo schermo. Spingendovi a pensare quanto le vostre vite siano subordinate alla tecnologia.