La fine di Evangelion, la rinascita degli anime in sala: l'imperdibile maratona filmica
Non è un appuntamento per tutti quello che Nexo ha programmato per riportare gli anime in sala dopo il lungo lockdown. Forse è giusto così, forse ripartire con il ciclo degli anime al cinema con una sorta di maratona pensata per gli otaku più irriducibili (e nostalgici) è la mossa giusta, in una riapertura estiva caratterizzata dalla sorprendente riproposizione di tantissime pellicole cult del cinema asiatico (da Wong Kar-wai a Bong Joon-ho).
Quasi tre ore di Neon Genesis Evangelion non sono una passeggiata nemmeno per i fan più accaniti, ma è una "fatica" che è bello affrontare, oltre che a un ritorno fortemente simbolico, per i fan e per la serie stessa.
Il 28, 29, 30 giugno 2021 infatti Nexo Digital riporta nelle sale italiane due pellicole che hanno cambiato la storia di Neon Genesis Evangelion, vera e propria pietra angolare dell'animazione giapponese, riscrivendone il controverso finale. Death (true)² e The End of Evangelion funzionano come una sorta di stringatissimo riassunto dei personaggi e delle tematiche di quella che è forse la più iconica serie animata degli anni '90, riscrivendone il finale e aprendo la strada a un'avventura cinematografica ancora in corso di sviluppo (e in cerca di un senso) 15 anni più tardi.
La grande attesa è tutta per Evangelion: 3.0+1.0 Thrice Upon a Time, il quarto film della tetralogia Rebuild of Evangelion, ancora inedito in Italia ma già attesissimo dagli appassionati. Toccherà aspettare ancora un po'. Intanto, nell'attesa, Nexo ha rispolverato i due film del 1997 che hanno dato il là alla riscrittura di un anime ambiziosissimo ma fortemente limitato dal budget e dagli scarsi ascolti nella sua versione originale.
Di cosa parlano i film "finali" di Evangelion
Strutturato come una prova generale di un quartetto d'archi, Death (true)² introduce lo spettatore alle vite e ai tormenti psicoligici dei quattro adolescenti deputati a combattere gli Angeli a bordo degli Evangelion: Shinji, Rei, Asuka e Toji, senza dimenticare l'ambiguo Kaworu Nagisa. Il film funziona come una sorta di ritratto psicologico dei quattro e degli adulti che fanno loro da contraltare nel tentativo di difendere la terra dall'attacco delle misteriose creature aliene note come Angeli. Ripercorrendo i punti salienti delle loro esperienze a bordo delle unità robotiche Evangelion e dei loro rapporti interpersonali, Death (true)² riassume la serie animata facendone un bozzetto di natura psicologica, utile ad addentrarsi nel ben più complesso The End of Evangelion.
Da titolo, il secondo lungometraggio tenta una missione che sin dal 1997 risulta impossibile: scrivere un finale definitivo di Evangelion. Esaurita la minaccia degli Angeli, gli umani si trovano ad affrontare il loro peggiore nemico: sé stessi. Nel lungometraggio Anno affronta il cuore della sua riflessione, il fantomatico progetto per il perfezionamento degli esseri umani, che immerge le mani nella natura stessa dell'anima. Attraverso l'evento catastrofico del Third Impact, il lungometraggio si spinge in territorio mistico, addentrandosi nell'inconscio di protagonisti gravemente traumatizzati dalla loro lotta contro gli Angeli. Anno piccona le loro difese psicologiche per mostrare allo spettatore le loro anime sino al loro nucleo inconscio, riflettendo su come gli esseri umani gestiscano memorie, amore e dolore per proteggere la parte più intima e fragile di sé. Il tutto con una valanga di riferimenti biblici, mitologici e storici da vertigine pura, a cui solo uno spettatore smaliziato potrà tenere testa.
Rivedere Death (true)² e The End of Evangelion 20 anni dopo
Rivedere oggi Death (true)² e The End of Evangelion su grande schermo porta con sé un'emozione particolare. Sono settimane che la generazione cresciuta tra cinema orientale in sala e anime su MTV ha modo di ritrovare in sala le pellicole cult della sua giovinezza. Tra un In the Mood for Love e un Old Boy ridistribuiti in edizione restaurata, i film "finali" di Evangelion suscitano sensazioni simili. Ognuna di queste esperienze è un ritrovare qualcosa di familiare, ma sotto una nuova luce: quella di un'era artistica ormai conclusa. Lo si capisce ammirando la matericità di una produzione in gran parte ancora analogica, l'iconicità di certi passaggi controversi che quasi 25 anni dopo non hanno perso la loro forza spiazzante (vedi la famigerata scena iniziale di The End of Evangelion) contrapposta a quella che di fatto è la prima di un'infinita serie di riscritture di personaggi divenuti archetipi dell'animazione giapponese.
Alla luce di quanto visto più tardi, questa lieve ricalibratura di Shinji, Asuka, Rei, Misato e degli altri protagonisti di Evangelion sempre molto più vicina all'originale e molto più centrata di quanto Rebuild sta tentando di fare.
Non manca la mistica propria di Evangelion, piena di simbolismi e fumose allusioni che - tra genio incompreso o locura ante litteram - fa parte dell'esperienza stessa di visione di quest'anime da cui il creatore Hideaki Anno non riesce a stare lontano. Torna e ritorna, risistema e riscrive.
Rivisti oggi Death (true)² e The End of Evangelion sembrano un'ancora nel mare in tempesta di Evangelion, non un traguardo ma un approdo, un punto fermo. Oggi come allora continuo a pensare che, a differenza di altri "riassunti filmici" di anime di successo, non siano fruibili da chi la serie originale non l'abbia vista (e possibilmente rivista). Per godersi davvero la visione il legame emotivo con i personaggi e il loro vissuto è un requisito essenziale per affrontare la summa di traumi e tragedie che conosce il suo apice proprio in Death (true)² e The End of Evangelion.
Un evento per fan, vecchi e nuovi
Che sia un evento per fan lo testimonia anche la saggia decisione di presentare i film con il doppiaggio originale di Dynit, ovvero con il cast di doppiatori storico. Un modo per mettere di nuovo la parola fine sul disastroso esperimento del nuovo doppiaggio proposto da Netflix all'inclusione dell'anime originale nel suo catalogo italiano.
Nexo non la chiama maratona, ma con una durata di 2 ore e 40 minuti (titoli di testa e finali inclusi) circa è difficile non inquadrarla in stesso modo. Un evento per fan quindi, senza però dimenticare che da quel lontano 1997 il pubblico di Evangelion (e degli anime) si è notevolmente ampliato, con un ricambio generazione che - complici le piattaforme streaming e la popolarità di tanti shounen di questo decennio - può portare in sala un pubblico di affezionati trasversale dal punto di vista generazionale.
Con la ripartenza dei cinema "a metà", parecchi distributori hanno puntato sull'effetto nostalgia, sulla riproposizione di cult dell'ultimo trentennio, a fronte di un'offerta iniziale di pellicole nuove spesso non così allettanti per il pubblico generalista. Nexo ha fatto la scelta giusta: a patto di sapere di cosa si sta parlando, il mio consiglio è di non perdere questo ritorno di Evangelion in sala.
Qui l'elenco completo delle sale aderenti :