Spider-Man No Way Home - La recensione del Blu-ray 4K

Tra i più clamorosi successi commerciali al botteghino per un film Marvel, Spider-Man No Way Home è disponibile anche in una splendida edizione UHD/4K da Sony Pictures HE su distribuzione Eagle Pictures

di Claudio Pofi

In Spider-Man No Way Home l'Uomo Ragno affronta la difficile realtà in cui il suo volto è divenuto di dominio pubblico dopo lo scontro veneziano con Quentin Beck (Jake Gyllenhaal). Per Peter Parker (Tom Holland) e l'amata Michelle (Zendaya) non c'è requie: inseguiti dai media, un futuro stravolto in cui nessuna università desidera accogliere loro e l'amico Ned (Jacob Batalon). Accusando la responsabilità dei recenti accadimenti Peter si rivolge al Dr. Strange (Benedict Cumberbatch), convincendolo a generare un potente sortilegio volto a restituire il segreto della sua identità. Le continue incertezze del ragazzo nel corso della pericolosa manovra di Strange aprono squarci in altri universi, catalizzando in quello in cui si trovano altri Uomo Ragno assieme ai rispettivi nemici.

Per quanto balzana l'idea di una “reunion” tra i tre Spiderman e villain al seguito avrebbe potuto dimostrare che dopo tante avventure Marvel dedicate all'Uomo Ragno ci fosse ancora del potenziale inespresso. Purtroppo il film si rivela ben presto per quello che è: un mezzo disastro, portando l'Uomo Ragno di Holland a un livello di maggior stupidità rispetto al passato. Tra i pesanti danni collaterali quello di far passare per scemo un personaggio di tutt'altra levatura quale era Stephen Strange, quando continua ad assecondare le volontà di Parker nel corso della ridicola esecuzione del sortilegio. Prende così il via una discesa verso un insulso baratro macchiettistico che in pochi istanti devasta il carisma di Strange costruito in ore di film, all'interno di una catena di eventi che porta ancor più alla luce l'incapacità di Holland e del suo Spiderman di reggere il confronto con gli esimi “colleghi”: il precedente Peter Parker di Andrew Garfield, che meglio gigioneggia rispetto a un quasi smarrito (e quasi cinquantenne) Tobey Maguire.

Piuttosto che affrontare il presente si è preferito rimestare nel passato, ripescare la qualunque in un'operazione nostalgia che arranca, lontana anni luce dalla profondità emotiva raggiunta per esempio nell'evocare il Dr. Egon Spengler nell'ultimo, riuscitissimo, Ghostbusters. L'elevata votazione su IMDB e il profluvio di standing ovation dal grosso della critica (e l'altrettanto enorme successo al botteghino: 1.8 miliardi di dollari contro 200 milioni di costo vivo!) con poco comprensibili affermazioni come quella riportata in prima di copertina di questa edizione (“Il più bel film Marvel di sempre”) confermano quanto la produzione ci abbia visto lungo.

Cambiano le generazioni, le esigenze tra nuova e vecchia guardia dei fan finiscono per collidere anche vistosamente: evidente che questo Spider-Man No Way Home non sia stato capace di mettere tutti d'accordo, risultando più indigesto a chi non ama assistere alla messa in scena di idee riciclate di altri (in primis quelle di Raimi nella sua trilogia). Va così in scena un delirante prodotto preconfezionato evidentemente considerato in misura più positiva di quanto sia lecito ritrovarsi una volta giunti, piuttosto storditi, ai titoli di coda. Goblin, ben interpretato da Willem Dafoe, e in parte Dr. Octopus (quando non viene preso in giro) al solito impersonato da un ironico Alfred Molina sono il meno peggio di una compagine di villain più che altro parcheggiata sullo sfondo.

Un continuo saliscendi narrativo, fragile sviluppo di una storia pretestuosa da mal di testa tra illogicità (“curiamo i cattivi”, ma per piacere!), forzature, citazioni e totale fan service. Una struttura narrativa con catene di eventi appiccicate con lo sputo di cui si finisce ben presto disinteressati, faticando sempre più a trattenere raffiche di sbadigli. L'impressione quella che dopo Star Wars la Disney stia riuscendo a minare anche l'MCU, asservito a un (troppo) spudorato mercimonio dopo la scomparsa del compianto Stan Lee. Si è riusciti persino a deludere l'attesa dei titoli di coda e delle clip di rilancio su future avventure: perché alla fine di tutto piazzare semplicemente il trailer di Doctor Strange nel Multiverso della Follia, rompendo il giocattolo? Spegnete il cervello e divertitevi, se potete.

Come si vede

Girato interamente digitale con camere Arri Alexa LF e Mini LF a risoluzione nativa 4.5K si è poi giunti a un master solo 2K. Il “carrozzone CGI”, per quanto di altissimo livello, ha evidentemente spinto la produzione a più miti consigli quanto a limitare il budget, incapaci anche solo di sognare il

riscontro mondiale nelle sale. Un colossale successo economico che ha dimostrato ancora una volta quanto un certo risparmio all'interno del conto economico non abbia influenzato i profitti, anzi. Formato immagine 2.39:1 (3840 x 2160/23.97p), codifica HEVC su BD-100 triplo strato. Benché questa sia l'unica versione disponibile su disco, al solito si è pensato di produrne una seconda con ben diversa apertura verticale sull'immagine e aspect ratio 1.90:1 IMAX, purtroppo visionabile solo in streaming.

Anche se trattasi di rescaling partendo da materiale 2K il risultato tecnico in UHD/4K è superiore per l'inferiore grado di compressione delle luci e la capacità di mantenere un'elevata dinamica in virtù del Dolby Vision. Il massimo della sostanza è fruibile in presenza di uno schermo 10 bit nativo, come tutti gli OLED in commercio, assaporando un ulteriore livello d'insieme dell'intero quadro visivo. Accento sul risalto dei particolari anche in secondo piano, solidità totale che resta tale senza limiti anche nei passaggi più bui. Neri profondi per uno spettacolo che rasenta il riferimento.

Come si sente

Molto bene anche il comparto audio con traccia DTS-HD Master Audio 5.1 canali per l'italiano, che anche se solo 16 bit regala transizioni cariche di enfasi, spinta dinamica e presenza scenica anche dai canali posteriori. Si perde il conto dei tantissimi momenti in cui il suono è aggressivo ed emozionante a partire dai dialoghi ben contrastati sul centrale, l'accompagnamento musicale, il ricco missaggio e passaggi fronte-retro che fanno sobbalzare sulla poltrona col profondo sostegno del subwoofer. Ascolto superato dalla traccia Dolby ATMOS inglese, l'unica 24 bit capace di fare concreta differenza, aumentando la sensazione di essere maggiormente al centro dell'azione con il contributo dei canali verticali. Il “globo” sonoro all'interno del quale ci si ritrova immersi conferisce alle immagini ulteriore virtuosismo tecnico.

Supplementi di buon livello

Si supera abbondantemente l'ora di extra, inclusi solo sulla controparte Full HD, con approfondimenti su storia, produzione, effetti speciali, interventi di parte di cast e troupe. Tra i più significativi la reunion dei tre Spiderman (8') e il panel tra Holland, Garfield e Maguire (7'), il contributo di Jon Watts al film (7'), il panel dei cattivi (9'), il contributo degli attori e dei relativi personaggi al franchise (7'), sequenze stunt in pre-visualizzazione, errori sul set (4'), gli Easter Eggs tra le pieghe della storia (5'), elementi di design e il personaggio di Strange (5'). Ovunque sottotitoli in italiano.

Ai collezionisti ricordiamo che l'offerta UHD include un'edizione steelbook. In entrambe è incluso un magnete personalizzato.