Quando l'hotel è il vero protagonista

Spazi chiusi, confini limitati, moquette, lusso ma anche solitudine e mistero. Queste sono le emozioni che possono scatenarci gli alberghi. Luoghi di agognato riposo, ma anche di paura. In occasione dell'uscita di "Attacco a Mumbai" ecco alcune tra le più importanti pellicole della storia del cinema ambientate in un albergo.

Grand Hotel, di Edmound Goulding, 1932.

Se il kolossal non nasce con questo film, poco ci manca. La Metro Goldwin Mayer mette il carico da 100 riempiendo di star una pellicola ambientata in un lussuoso albergo berlinese nel 1932. La protagonista assoluta è la Divina Greta Garbo, nel ruolo di una ballerina russa in declino illusa di poter vivere un grande amore tra le mure del Grand Hotel. La segreteria che finirà tra la grinfie del capitano d'industria Preysing è Joan Crawford. Seguono John e Lionel Barrymore. Una parata di star mai vista prima. La MGM per la realizzazione di questo film realizza una campagna pubblicitaria unica (almeno fino allora) per il suo genere: cinegiornali sulla premiere del film, reportage giornalistici e addirittura un cortometraggio musicale parodistico sul Grand Hotel finalizzato a far appassionare ed incuriosire gli spettatori alla vicenda della pellicola. In queste camere lussuose, in questo sfarzo la morale è sempre quella del portiere-osservatore della struttura: gente che va, gente che viene, tutto senza scopo. Addirittura (oltre 30 anni dopo) il Quartetto Cetra ne realizzò una parodia musicale attraverso la tecnica dei centoni (brani di musica leggera con testi modificati) per il programma Rai "La Biblioteca di Studio Uno". Tra le due versioni (quella Hollywoodiana e quella dei Cetra) il Capolavoro è senz'altro il secondo.

Shining, di Stanley Kubrick, 1980.

Per molti critici, è l'horror perfetto. Uno spazio chiuso. Tre persone. Sovrumane sensibilità. Ed un personaggio che perde il controllo. Kubrick realizza la sua prima e unica pellicola horror riprendendo (come in quasi tutti i suoi) una fonte letteraria, questa volta scegliendo un racconto di Stephen King. Lo scrittore fallito Jack Torrance si trasferisce con sua moglie e con suo figlio presso l'Overlook Hotel in cerca di uno stipendio e di un luogo tranquillo dove ultimare la sua ultima fatica letteraria. Col tempo sarà un pericolo per tutti, nonostante i poteri extrasensoriali del piccolo Danny. Prendere ispirazione da un "normale" romanzo e realizzarne le proprie visioni orrorifiche. Questo il mantra del regista Kubrick, desideroso più che mai di sperimentare la sua sensibilità su testi o romanzi che lo hanno particolarmente colpito. Jack Nicholson da' vita ad un'interpretazione da storia del cinema. La stanza 237 invece, verrà bandita di numerose strutture alberghiere in giro per il mondo.

 

Le conseguenza dell'amore, di Paolo Sorrentino, 2004.

Un albergo svizzero. Un tramite della malavita. E' attraverso questo osservatorio e questa logorante (o no?) professione che guarda al mondo Titta Di Girolamo. Incapace di andare oltre quelle mure, incapace di vivere come vorrebbe. Fino a quando l'incontro con Sofia gli fa finalmente venire la voglia di normalità. Paolo Sorrentino sfrutto questo film per portare in dote al cinema italiano la sua visione della vita: basata su elementi più sostanziali che formali, incentrata più sulle relazioni tra le persone che nelle convenzioni sociali che il mondo ci impone e a cui ci incatena. Il personaggio interpretato da Toni Servillo pagherà uno scotto altissimo. Ma saprà che alla fine nonostante tutto a qualcosa è servita la sua vita se (almeno un amico) pensa a lui e lo ritiene il suo amico del cuore.

Grand Budapest Hotel, di Wes Anderson, 2014.

Un regista texano che riprende i racconti e l'universo del mitteleuropeo Stephan Zweig: questa l'ardita opera a cui va incontro Wes Anderson nella realizzazione di "Grand Budapest Hotel". Il Re delle inquadrature simmetriche mette insieme un ricco cast a cui assieme ai collaboratori di sempre (Bill Murray, Edward Norton) si contano numerose star come Jude Law e Ralph Fiennes o attori in declino come Murray Abraham. La storia è circoscritta ad un immaginario stato dell'Europa centrale tra le due guerre mondiali. Un concierge di un albergo e il suo giovane assistente di origine indiana vagheranno tra le montagne dell'Europa, mentre numerose famiglie o insospettabili traditori ne rivendicano lo scalpo. Anderson gioca col suo tradizionale stile cinematografico e realizza una grande avventura di massa piena zeppa di inseguimenti, azioni e colpi di scena. Una summa della sua poetica cinematografica di Anderson sulla falsariga del cinema d'avventura come per esempio fu (per il cinema di Hitchcok) "Il club dei 39".