Da Avatar ai Guardiani della Galassia, Zoe Saldaña ripercorre la sua incredibile carriera e parla del futuro di Gamora

Ospite del Museo del Cinema di Torino, l'attrice ha raccontato retroscena e aneddoti della sua formazione e dei suoi principali ruoli sul grande schermo

Da Avatar ai Guardiani della Galassia Zoe Saldaa ripercorre la sua incredibile carriera e parla del futuro di Gamora

Avatar e i Guardiani della Galassia, le collaborazioni con James Cameron e Steven Spielberg, fino al premio a Cannes col suo ultimo film, Emilia Perez. Una carriera incredibile quella di Zoe Saldaña che, nella giornata di ieri, è stata ospite del Museo del Cinema di Torino, dove, in un dialogo con il direttore Carlo Chatrian, ha raccontato retroscena e aneddoti del suo percorso sul grande schermo. Ha poi introdotto la proiezione del corto Dovecote, dove recita per il marito, il regista Marco Perego, ed è stata infine insignita del Premio Stella della Mole.
"Scusate il ritardo, sembra una cosa troppo hollywoodiana!" si introduce con autoironia al pubblico presente.

La danza che unisce primo e ultimo film

L'incontro inizia ripercorrendo la formazione della futura Gamora dei Guardiani della Galassia: la sua prima passione è stata infatti la danza, quando era ancora una bambina e viveva nella Repubblica Domenicana, dove si era trasferita con madre e sorelle dopo la morte del padre. "Ho iniziato a 11 anni: mia mamma voleva che facessimo qualcosa di artistico che ci tenesse occupate. Per me la danza è stata una terapia, utile ad alleviare il dolore. Un modo per percepire il mio corpo, quello che potevo fare. A 19 anni mi sono trovata a un bivio: continuare con la danza, sapendo che non avrei mai potuto sfondare, o fare altro, come l’attrice. Il mio primo film, Il ritmo del successo, era proprio incentrato sul ballo: ho capito che tutto quello che avevo fatto prima era stato utile per la performance sullo schermo. La danza è un linguaggio del corpo, che parla senza voce".

Da Avatar ai Guardiani della Galassia, Zoe Saldaña ripercorre la sua incredibile carriera e parla del futuro di Gamora


Il suo ultimo lavoro, Emilia Perez, rappresenta allora la chiusura di un cerchio: qui l’attrice interpreta un’avvocatessa che canta e balla. Del film (nei cinema italiani a gennaio), "mi ha attratto il fatto che mettesse al centro quattro personaggi che intraprendono un viaggio per cercare sé stessi. Sono persone diverse ma con qualcosa che li unisce: il desiderio di essere amate".

Il lavoro con Spielberg e Cameron

Pochi anni dopo aver debuttato al cinema, per l’attrice arriva il primo ruolo di peso in The Terminal, dove è diretta nientemeno che da Steven Spielberg. "Per me è stato un mentore", sottolinea Saldaña. "Sono andata con Diego Luna sul set del film, e lui mi ha spiegato come lavorava, in ogni dettaglio. Mi ricordo che faceva ascoltare la musica alla troupe tramite grandi casse: trasmetteva moltissima energia. A un certo punto, ha chiesto a me di scegliere un brano. Senza conoscerlo, ho optato per Nino Rota [storico compositore di Federico Fellini, ndr.]. Quando ho detto a Spielberg che non sapevo chi fosse, lui mi ha risposto: 'Per sapere dove stai andando, devi sapere cosa c’è prima, la storia del cinema’. Così ho iniziato a studiarla". 

Da Avatar ai Guardiani della Galassia, Zoe Saldaña ripercorre la sua incredibile carriera e parla del futuro di Gamora


Nel 2009, l’attrice interpreta poi Neytiri in Avatar di James Cameron, personaggio portato sullo schermo grazie all’innovativa tecnologia della performance capture. Una sfida non da poco per lei e i suoi colleghi: "Ci sentivamo come parte di un esperimento. Non c’erano set né oggetti di scena: stavamo in un angolo della stanza dove era ricreata in piccolo l’ambientazione del film per aiutarci a entrare nei nostri ruoli. All’inizio non capivamo cosa stavamo facendo: ci sono voluti tre mesi di allenamento per riuscire a fare i movimenti necessari. Cameron prima ha svolto le riprese con noi attori e poi ci ha dipinto sopra. Così abbiamo mantenuto totale proprietà della nostra interpretazione. La performance capture è uno strumento prezioso per l’attore".

Il futuro di Gamora

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Nel 2014, per la star è la volta dell’ingresso nell’Universo Cinematografico Marvel, in un personaggio, quello di Gamora, che è simile a molti altri da lei incarnati. "Gamora porta con sé il dolore e la violenza di quello che ha subito. Ho ritratto tante donne, ma mai ‘forti’: piuttosto persone umane con pecche".

Tra il pubblico presente, inevitabile poi una domanda sulla possibilità di riprendere prima o poi i panni del personaggio. "Non penso accadrà", risponde l’attrice. "Lasciamo spazio alle nuove generazioni. Al cinema, Gamora ha compiuto un viaggio simile a quello dei fumetti. Sono molto contenta del mio percorso alla Marvel. Intrepretare Gamora è stata una grande opportunità per una donna latina: non si era mai vista prima una supereroina latina. Un sogno che si avvera, per il quale dico grazie a James Gunn [regista della trilogia dei Guardiani della Galassia]. Spero che chi continuerà l’Universo Cinematografico Marvel darà altre opportunità agli attori latini". 

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