Berlinale 2025, da Bong Joon-ho a Richard Linklater: la guida ai film più attesi

Nella triade dei festival cinematografici europei, è il più politico e impegnato, ma non manca di film che valgano l’attesa e l’hype: ecco quali sono i titoli da non perdere dell’edizione numero 75.

Berlinale 2025 da Bong Joonho a Richard Linklater la guida ai film più attesi

Dopo il galà iniziale e la proiezione del film d’apertura - il tedesco ipertrofico Das Licht - entra in queste ore nel vivo la Berlinale, il festival cinematografico che si tiene da 75 anni nella capitale tedesca. L’evento apre l’annata cinematografica festivaliera in Europa e fa parte di una sorta di sacra triade continentale, anticipando i successivi appuntamenti di Cannes (maggio) e Venezia (settembre).

Tra i tre, per tradizione e spirito nazionale è il più serio, politico e rigoroso, ergo spesso passa inosservato agli occhi del grande pubblico, solitamente sedotto dal glamour e dalle star delle kermesse francesi e veneziane. Anche se negli ultimi fatica a imporre i film che presenta sulla scena internazionale - va detto, Berlino ha perso terreno e smalto rispetto alla concorrenza - rimane un contenitore molto interessante, specie per il cinema alternativo, indie e underground.

Anche per quanto riguarda i blockbuster e i grandi nomi amati e conosciuti dal pubblico, qualche asso nella manica la Berlinale ancora ce l’ha. Anche quest’anno seguiremo l’intera manifestazione direttamente dal Berlinale Palast, con aggiornamenti e recensioni quotidiane sui titoli dell’edizione. In attesa di scoprire quale nazione e quale regista di aggiudicheranno l’Orso d’Oro, il premio più importante del festival, ho creato una piccola guida ai film più attesi e potenzialmente più interessanti dell’edizione, in attesa di vederli nelle prossime ore e confermare o smentire le previsioni della vigilia. In rigoroso ordine alfabetico.

I 10 film da non perdere della Berlinale 75

Blue Moon

Berlinale 2025, da Bong Joon-ho a Richard Linklater: la guida ai film più attesi

Dopo lo strepitoso Hit Man (che ha definitivamente consacrato Glen Powell non solo come sex symbol ma anche come interprete talentuoso) non di può che attendere con ansia il ritorno di Richard Linklater dietro la cinepresa e occhio all’Orso, dato che il film è in concorso.

Linklater torna a raccontare la musica, sua grande passione, con la storia del leggendario paroliere Lorenz Hart, la cui vita personale e professionale va allo sbando alla festa di apertura del nuovo spettacolo del suo ex collaboratore Richard Rodgers.

Da sempre grande amante della manipolazioni temporali, Linklater presenta un film in tempo reale, nel senso che seguiamo per i 100 minuti di durata il protagonisti che interagiscono e si muovono nella location del bar Sardi il 31 marzo 1943, senza stacchi e senza pause.

Occhio anche al cast: Ethan Hawke nei panni di Lorenz Hart, Andrew Scott in quelli di Richard Rodgers, Margaret Qualley post The Substance che fa la protetta di Hart e Bobby Cannavale in quello del suo barista, amico e confidente.

Den stygge stesøsteren

Negli ultimi anni Berlino è diventata sempre più attrattiva per un certo tipo di horror alternativo di qualità, per cui in molti attendono con ansia questa rivisitazione norvegese della fiaba di Cenerentola in chiave body horror.

A portarla su grande schermo è la regista esordiente Emilie Blichfeldt, che scrive e dirige una commedia nera che scivola nel body horror che ha per protagonista una delle sorellastra della bella Cenerentola, decida a fare di tutto pur di conquistare il cuore del principe.

Drømmer (Dream)

Berlinale 2025, da Bong Joon-ho a Richard Linklater: la guida ai film più attesi

Una ragazzina s’innamora perdutamente dell’insegnante di francese, con un vero e proprio colpo di fulmine. Non ne parla con nessuno, ma riversa i suoi tumultuosi sentimenti dentro un diario che diventa un vero e proprio manoscritto. Il testo finirà per essere al centro delle riflessioni di tre generazioni di donne della famiglia: la madre femminista, la nonna scrittrice di professione e la protagonista stessa, unica a sapere dove finisce la biografia e dove inziia la fiction nel suo racconto.

Attenzione al capitolo conclusivo della trilogia del regista norvegese Dag Johan Haugerud, che aveva già colpito in positivo a Venezia con il precedente Sex. Il film è già passato in Norvegia e ha raccolto reazioni davvero calorose. tanto da dare l’impressione di trovarsi di fronte a una pellicola a metà strada tra Chiamami col tuo nome in chiave lesbica e i tormenti di Carol di Todd Haynesm che quest’anno è il presidente di giuria della Berlinale.

Hot Milk

Berlinale 2025, da Bong Joon-ho a Richard Linklater: la guida ai film più attesi

Emma Mackey di Sex Education, Fiona Shaw e Vicky Krieps sono la triade femminile niente male che guida uno dei film più bollenti, almeno sulla carta, in concorso per l’Orso. Ambientato su una spiaggia della torrida Spagna, Hot Milk racconta il difficile rapporto di una studentessa universitaria con la madre bloccata da una rara malattia sulla sedia a rotelle. Le due, abbandonate dal padre e compagno quando Sofia aveva solo quando anni, hanno ipotecato la casa per andare in Spagna e sottoporsi alle cure di un misterioso guaritore, Tra una visita e l’altra della madre, Sofia vaga per la spiaggia, e il paesino. Qui incontra Ingrid, una donna misteriosa e seducente, con cui finirà per avere una relazione tanto complicata e tesa quanto quella con la madre.

La Tour de Glace

Berlinale 2025, da Bong Joon-ho a Richard Linklater: la guida ai film più attesi

Realismo, cinema e magia sono gli ingredienti di un film davvero intrigante nelle premesse. A realizzarlo è la regista Lucile Hadihalilovi, per anni montatrice fidata di Gaspar Noé, che infatti ha una parte nel cast di The Ice Tower.

Ambientato negli anni ‘70, il film esplora le riprese di un adattamento filmico di La regina delle nevi, nel cui dietro le quinte s’infila un’adolescente che è scappata di casa. Lucille rimane intrigata dall’attrice che interpreta la gelida protagonista del film, ma non è chiaro dove finisca il personaggio e dove cominci lei, in una fiaba cinematografica che rischia di deviare in territori molto oscuri. Specie perché a interpretare la regina c’è Marion Cottilard, che manca da qualche tempo dalle ribalte con un ruolo così importante. Sarà il suo grande ritorno?

Mickey 17

Il film più atteso dell’edizione - presentato fuori concorso - non poteva che essere il ritorno hollywoodiano e post Parasite del regista coreano Bong Joon-ho. Ritorno a un genere che lui ama particolarmente, specie in chiave commerciale: Mickey 17 infatti è un racconto di fantascienza che ha per protagonista uno, anzi due cloni della stessa persona sfruttati dalla medesima compagnia per fare lavoracci ingrati e per giunta mortali in ambiti alieni e ostili. Non dovrebbero essere vivi e senzienti nello stesso momento la versione 16 e 17 di questo proletario interstellare, con le conseguenze ironiche che è facile immaginare dal regista di Snowpiercer.

Ci sarà la folla delle grandi occasioni, dato che il, anzi, i protagonisti sono interpretati da Robert Pattinson.

Peter Hujar's Day

Berlinale 2025, da Bong Joon-ho a Richard Linklater: la guida ai film più attesi

Ben Whishaw e Rebecca Hall sono i due protagonisti del ritorno a Berlino di Ira Sachs dopo il successo di Passages.Peter Hujar’s Day sembra avere molto in comune con Blue Moon di Linklater: anche questo film infatti è basato su una storia vera e ha una forte componente biografica, restituita rimanendo in un singolo spazio per tutta la durata della pellicola.

Nel 1974 infatti la scrittrice Linda Rosenkrantz e il fotografo Peter Hujar decisero di registrare un intero pomeriggio di conversazione dedicata al proprio contesto artistico nell’appartamento di lei.

Tornando a collaborare con il suo attore feticcio Wishaw, Sachs punta a ricreare (con qualche libertà artistica) proprio quel pomeriggio e quella riflessione sulla vita artistica dei due protagonisti.

Reflet dans un diamant mort

Berlinale 2025, da Bong Joon-ho a Richard Linklater: la guida ai film più attesi

Questo horror (in concorso) ha il coefficiente più alto di potenziale film matto mattissimo dell’edizione, a partire dal fatto che si presenta come un omaggio al genere a basso budget dell’eurospy. Ambientato in un albergo della Costa azzurra degli anni ‘70, il film del duo Hélène Cattet e Bruno Forzani ha per protagonista un Fabio Testi nei panni di un uomo convinto che la sua vicina di stanza sia scomparsa in maniera misteriosa e, possibilmente violenta. Solo che non è chiaro se le sue siamo memorie, ricordi, fantasie o allucinazioni, in un crescendo orrorifico che dallo spionaggio si muove nei territori del thriller.

The Thing with Feathers

Adattamento del popolare romanzo di Max Porter, The Thing with Feathers porterà il divo britannico Benedict Cumberbatch all’ombra della Porta di Brandeburgo. È lui infatti a interpretare il protagonista del film, un padre vedovo con due bambini a cui badare che comincia ad essere tormentato da una misteriosa entità oscura, simile a un’ombra, che si manifesta nel suo appartamento.

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