Black Mass - L'Ultimo Gangster
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Ancora oggi il nome di James “Whitey” Bulger é indissolubilmente legato alla storia (criminale) di Boston: negli anni '70 é diventato il re della malavita locale, crudele e sanguinario, capace di sfruttare a suo vantaggio un legame da informatore con l'FBI, tanto da usare il governo come scudo per evitare l'arresto e portare avanti indisturbato il suo dominio sulla città. Partito come mezza tacca del crimine, con un fratello in piena ascesa politica, in poco più di un decennio, sfruttando la ferocia del suo metodo, i legami di sangue e onore nella sua comunità e l'accordo con i federali, é riuscito a diventare il principe di Boston, tenendo sotto scacco l'intera città.
Presentato a Venezia, Black Mass vuole essere il racconto filmico di questa storia americana che avrebbe ingolosito il Martin Scorsese più ispirato, così vera nelle basi e così topica nei suoi passaggi criminali da essere perfetta per un adattamento sul grande schermo.
Del nuovo film di Scott Cooper si é parlato soprattutto per la performance di Johnny Depp, impegnato a ritrarre il crudele, violento e calcolatore Whitey, con un'ottica allargata agli affetti e alle sue radici irlandesi che rende scontato il paragone con il capostipite moderno del genere gangster, Il Padrino. La sua performance é davvero buona e finalmente in sottrazione, senza le esagerazioni freak che dai tempi dei Pirati dei Caraibi lo avevano svilito come attore, appannandone la stella. Peccato per il make up invasivo (completo di lenti a contatto e protesi facciali) che rende meno naturale il risultato finale.
Il suo contraltare emotivo é l'ottimo Joel Edgerton, che interpreta l'agente del FBI che ottenne lo status d'informatore per Bulger ma, in virtù dei loro legami d'onore nella comunità irlandese di Boston, finì per essere suo complice e distruggere la propria vita nel tentativo di parargli le spalle. Edgerton (nei cinema questa settimana anche con LIFE) é quantomeno al livello di Depp e qui brilla anche di più del resto del dotatissimo cast, che spazia da Benedict Cumberbatch a Kevin Bacon.
Scott Cooper, alla sua terza prova di regia, ha deciso di affidarsi a una delle storie criminali più note degli Stati Uniti per realizzare un gangster movie di stampo più che classico, che si discosta dal canone solo per il tentativo di non farsi travolgere dal suo stesso entusiasmo, assumento toni molto distaccati nella narrazione e una veste tecnica all'insegna della sobrietà.
Manca forse quel quid che lo renda un film particolare o gli imprima un forte carattere, ma siamo di fronte a una bella prova all'interno del genere di riferimento, sobria e solida, esaltata dal cast rimarchevole che é riuscita ad assemblare.
Presentato a Venezia, Black Mass vuole essere il racconto filmico di questa storia americana che avrebbe ingolosito il Martin Scorsese più ispirato, così vera nelle basi e così topica nei suoi passaggi criminali da essere perfetta per un adattamento sul grande schermo.
Del nuovo film di Scott Cooper si é parlato soprattutto per la performance di Johnny Depp, impegnato a ritrarre il crudele, violento e calcolatore Whitey, con un'ottica allargata agli affetti e alle sue radici irlandesi che rende scontato il paragone con il capostipite moderno del genere gangster, Il Padrino. La sua performance é davvero buona e finalmente in sottrazione, senza le esagerazioni freak che dai tempi dei Pirati dei Caraibi lo avevano svilito come attore, appannandone la stella. Peccato per il make up invasivo (completo di lenti a contatto e protesi facciali) che rende meno naturale il risultato finale.
Il suo contraltare emotivo é l'ottimo Joel Edgerton, che interpreta l'agente del FBI che ottenne lo status d'informatore per Bulger ma, in virtù dei loro legami d'onore nella comunità irlandese di Boston, finì per essere suo complice e distruggere la propria vita nel tentativo di parargli le spalle. Edgerton (nei cinema questa settimana anche con LIFE) é quantomeno al livello di Depp e qui brilla anche di più del resto del dotatissimo cast, che spazia da Benedict Cumberbatch a Kevin Bacon.
Scott Cooper, alla sua terza prova di regia, ha deciso di affidarsi a una delle storie criminali più note degli Stati Uniti per realizzare un gangster movie di stampo più che classico, che si discosta dal canone solo per il tentativo di non farsi travolgere dal suo stesso entusiasmo, assumento toni molto distaccati nella narrazione e una veste tecnica all'insegna della sobrietà.
Manca forse quel quid che lo renda un film particolare o gli imprima un forte carattere, ma siamo di fronte a una bella prova all'interno del genere di riferimento, sobria e solida, esaltata dal cast rimarchevole che é riuscita ad assemblare.