Bob Marley, dalla storia vera al film: una vita che parla di dolore, speranza, forza, comunità e resilienza
"Non permettere che ti cambino. O che ti rimettano in riga, oh no! Abbiamo una vita da vivere" (Could You Be Loved, 1980)
Nella storia della musica, poche figure hanno avuto un impatto così profondo e duraturo quanto Bob Marley. Questo straordinario artista è diventato una leggenda, lasciando un'eredità che va ben oltre il suo genere musicale di riferimento. La sua vita, un intreccio di musica, attivismo politico e ricerca spirituale, ha trasformato il reggae in un fenomeno globale, veicolando messaggi di pace, amore e resistenza.
Questo articolo ripercorre la vita di Bob Marley, esplorando la sua musica, le sue idee e il suo impatto culturale, per scoprire come un ragazzo nato a Nine Mile sia diventato una delle icone musicali più amate e rispettate di tutti i tempi.
- Chi era Bob Marley?
- Quando è nato Bob Marley?
- La vita di Bob Marley: la biografia e la sua musica
- La causa della morte
- La discografia
- Bob Marley - One Love, il film
Chi era Bob Marley?
Bob Marley, nato Robert Nesta Marley, fu un musicista giamaicano, considerato uno dei più grandi e influenti musicisti reggae di tutti i tempi. Con il suo incredibile talento, diffuse il reggae come un vero culto, trasformandolo anche sotto l'aspetto ritmico e musicale.
Con i The Wailers, Marley raggiunse fama internazionale, introducendo al mondo il reggae con elementi distintivi come il ritmo lento, i richiami alla spiritualità e alla resistenza sociale. Le sue canzoni più celebri, tra cui "No Woman, No Cry", "Redemption Song" e "Three Little Birds", riflettevano i suoi forti credi politici e i suoi ideali di pace, amore e spiritualità, profondamente influenzati dal rastafarianesimo.
Con Bob Marley, il reggae non solo allargò i suoi orizzonti musicali, ma divenne presto l'espressione di uno stile di vita autentico e radicato.
Quando è nato Bob Marley?
Bob Marley nacque il 6 febbraio 1945 a Nine Mile, un villaggio giamaicano che ora ospita il Mausoleo di Bob Marley, una celebre attrazione turistica ricca di cimeli storici, tra cui chitarre, premi e fotografie. Figlio di un padre britannico e di una madre giamaicana, Marley iniziò lì il suo percorso di vita.
La vita di Bob Marley: la biografia e la sua musica
Nel 1957, Bob Marley, allora un ragazzo di soli dodici anni, insieme a sua madre Cedella Booker, si trasferì a Kingston, il cuore pulsante della Giamaica. Nella vivace capitale, un giovane Bob, a soli quindici anni, iniziò a guadagnarsi da vivere come saldatore. Fu durante questi anni formativi, intorno ai diciassette anni, che Marley si avvicinò al rastafarianesimo, una fede monoteista che avrebbe profondamente influenzato sia la sua vita personale sia la sua carriera artistica.
L’inizio della sua carriera musicale
Attraverso la sua profonda amicizia con Neville O'Riley Livingston, Bob Marley si immerse nel mondo della musica. Fu Neville a introdurlo ai canti sacri e agli strumenti a corde, arricchendo ulteriormente la sua esperienza musicale consentendogli di ascoltare le hit del momento tramite una stazione radio di New Orleans.
Bob Marley sviluppò le sue competenze musicali in un ambiente di povertà. Bunny, senza risorse per acquistare una chitarra o una radio di qualità, costruì un rudimentale strumento simile a una chitarra utilizzando una scatola vuota di sardine come cassa di risonanza, un manico di bambù e fili elettrici per le corde. Questi ostacoli non fermarono i due amici. Riuscirono ad avvicinarsi al mondo della musica ascoltando rhythm & blues di artisti come gli Impressions, Ray Charles ed Elvis Presley tramite una vecchia radio.
Nel 1961, Marley registrò i suoi primi due singoli, “Judge Not” e “One Cup of Coffee”, senza però attirare l'attenzione del pubblico e della critica. Tuttavia, queste canzoni erano già significativamente innovative, rappresentando una prima dimostrazione della genialità in erba di Bob Marley, che stava iniziando a manifestarsi.
The Wailers, la nascita
Nel 1964 venne fondata “The Juveniles” (successivamente rinominata “The Wailing Rudeboys”, poi “The Wailing Wailers”), una band ska e rocksteady composta da Bob Marley, Bunny Livingston, Peter Tosh, Junior Braithwaite, Beverley Kelso e Cherry Smith. Nel 1966, a seguito dell'uscita di Braithwaite, Kelso e Smith, il gruppo assunse il nome di “The Wailers”. Dopo l'abbandono di Peter Tosh e Bunny 'Wailer' Livingston nel 1974, Bob Marley continuò la sua carriera con “The Wailers”, collaborando con vari musicisti, inclusi i fratelli Barrett, Anderson, Marvin, Patterson e il gruppo vocale “Threes”, arricchendo la band con nuovi membri nella sezione fiati. Bob Marley assunse il ruolo di leader, cantante, chitarrista e principale autore dei testi del gruppo. Negli anni '60, i primi lavori della band dominarono le classifiche in Giamaica.
Nel 1966, Bob Marley sposò Alpharita Costancia Anderson, che fu una figura fondamentale nella sua vita e nella sua carriera musicale, membro delle coriste I Threes. In seguito, Marley si trasferì temporaneamente a Wilmington, nel Delaware, presso la casa della madre. Dopo il suo ritorno in Giamaica, abbracciò il movimento rastafariano, iniziando a portare i dreadlock (nodi nei capelli che costituiscono i dread). In questo periodo, si associò a Lee “Scratch” Perry e al suo gruppo, The Upsetters: questo fu il periodo di massimo splendore dei Wailers.
Il successo
Nel 1973, “Catch a Fire”, un album dei The Wailers, ottenne un successo internazionale. La loro fama continuò con l'album “Burnin”, che includeva alcune delle loro canzoni più celebri, come “Get Up, Stand Up” e “I Shot the Sheriff” (una canzone di protesta, racconta la storia dalla prospettiva di un fuorilegge). Nel 1974, i The Wailers si sciolsero e i singoli membri iniziarono carriere soliste. Questa band ha lasciato un'impronta indelebile nella storia della musica. Un esempio? Un iconico musicista britannico – avete mai sentito parlare di Eric Clapton? Scommetto di sì! – pubblicò una cover di "I Shot the Sheriff", brano inserito nella Grammy Hall of Fame nel 2003.
La consacrazione internazionale
Bob Marley, insieme ai nuovi collaboratori Carlton e Aston Barrett, Junior Marvin, Al Anderson, Tyrone Downie, Earl Lindo, Alvin Patterson e alle coriste “Threes”, proseguì la sua carriera con “Bob Marley & the Wailers”.
Nel 1975, conquistò il pubblico internazionale con “No Woman, No Cry”, una delle sue canzoni più famose e commoventi, ricca di messaggi profondi e tematiche variegate. Il messaggio principale della canzone era di conforto e sostegno verso le donne in difficoltà, in particolare quelle che affrontavano la povertà e le sfide quotidiane della vita. “No Woman, No Cry” era anche una riflessione sulle esperienze di vita di Marley nelle baraccopoli di Trenchtown, a Kingston, aggiungendo un livello più personale e profondo al brano.
Il mancato attentato
"Rastaman Vibration" fu un successo del 1976, che si posizionò nella Billboard Hot 100 negli USA per quattro settimane. Nel dicembre 1976, poco prima del concerto "Smile Jamaica", Bob, Rita e il loro manager Don Taylor furono aggrediti da sconosciuti. Il concerto si svolse ugualmente: Marley decise di esibirsi comunque. Si trasferì in Inghilterra, dove creò hit come "Jamming", "One Love", "Three Little Birds", "Waiting in Vain" ed "Exodus" (quest’ultima rimase nelle classifiche inglesi per 56 settimane consecutive). Questo periodo fu cruciale per la sua carriera internazionale.
Bob Marley, la causa della morte
Bob Marley scoprì di avere un melanoma acrale sotto l'unghia dell'alluce destro, che inizialmente credeva fosse una ferita da calcio. Scelse di non amputare l'intero dito per motivi religiosi, ma il cancro si diffuse al cervello.
Contemporaneamente, organizzò “One Love Peace Concert” in Giamaica, per riconciliare i partiti politici rivali, e produsse l'album "Survival", che mise in luce le sofferenze africane. Il suo ultimo album, "Uprising", fu carico di significati religiosi. Nonostante i concerti in Europa e il successo, il cancro avanzò. Dopo un ultimo spettacolo a Pittsburgh, tentò cure alternative in Germania senza successo. Durante il ritorno in Giamaica, si aggravò e morì a Miami l’11 maggio 1981. Il musicista fu sepolto con onori in Giamaica.
La discografia di Bob Marley
Come "The Wailers":
- 1965 – The Wailing Wailers
- 1970 – Soul Rebels
- 1971 - Soul Revolution
- 1971 – Soul Revolution Part II
- 1971 – The Best of The Wailers
- 1973 – Catch a Fire
- 1973 - African Herbsman
- 1973 – Burnin'
Come "Bob Marley & The Wailers":
- 1974 - Rasta Revolution
- 1974 – Natty Dread
- 1976 – Rastaman Vibration
- 1977 – Exodus
- 1978 – Kaya
- 1979 – Survival
- 1980 – Uprising
- 1981 - Chances Are (postumo)
- 1983 – Confrontation (postumo)
Album dal vivo:
- 1975 - Live!
- 1978 - Babylon by Bus
- 1991 (registrato nel 1973) - Talkin' Blues
- 2003 (registrato nel 1976) - Live at the Roxy
- 2004 (registrato nel 1973) - Burnin' remastered Disk Two: Live at Leeds
- 2011 (Registrato nel 1980) - Live Forever
Bob Marley - One Love, il film
Diretto da Reinaldo Marcus Green (noto anche per Una famiglia vincente - King Richard, Joe Bell, Top Boy, We Own This City - Potere e corruzione), Bob Marley - One Love è un film che racconta la vita del cantautore.
Il lungometraggio verrà distribuito nelle sale cinematografiche italiane dal 22 febbraio 2024. Kingsley Ben-Adir (Barbie, Quella notte a Miami..., L'uomo sul treno - The Commuter, King Arthur - Il potere della spada, Secret Invasion, Peaky Blinders, Vera) presta il volto a Bob Marley. Nel cast anche Lashana Lynch (nei panni di Rita Marley), James Norton (Chris Blackwell) e Jesse Cilio (Norval Marley).