Cannes 2024, i dieci film da non perdere che vi racconteremo dal Festival

Impossibile seguire tutto a Festival di Cannes, frastronarti da centinaia di pellicole che si contendono la nostra attenzione in 12 giorni. Ecco quali film vi racconteremo e perché li abbiamo scelti,

di Elisa Giudici

Anche quest’anno Gamesurf racconterà il Festival di Cannes, tutti i giorni, per tutta la durata della manifestazione. Un evento gigantesco, che ogni anno scrive i destini dell’annata cinematografica. Mentre il pubblico segue il red carpet e i giornalisti tentano di indovinare chi vincerà la Palma d’Oro, si tiene la Marché, un gigantesco mercato di compravendita dei diritti di distribuzione dei film che è alla base stessaq dell’evento.

La competizione, il tappeto rosso, la Palma d’Oro…è tutta una vetrina che amiamo ammirare, ma che ha un preciso sistema economico. Uno che ha dietro uno degli appuntamenti che segna quali film arriveranno in Italia, quando, distribuiti da chi.

Vediamo dunque cosa c’è in vetrina. A seguire trovate 10 film di cui, a oggi, probabilmente sapete pochissimo, ma che hanno il potenziale di diventare le pellicole che definiranno questa annata. Dieci film che, biglietti e code permettendo, vi racconterò in anteprima qui, con recensioni e speciali dedicati.

In conclusione invece trovate una breve selezione di titoli selezionati dalla sottoscritta sulla base delle mie aspettative e dei miei gusti di spettatrice. Ne riparleremo sicuramente nei prossimi giorni e nei prossimi mesi, su queste pagine e nelle nuove puntate di Cinevocale.

The Substance

Di The Substance non si sa molto, ma quel poco che è trapelato l’ha portato dritto dritto nella top ten dei film più attesi dalla sottoscritta. Capita di rado che un body horror si faccia largo nel concorso principale e solitamente vede dietro la cinepresa nomi maschili e rodatissimi come David Cronenberg (che è in concorso anche lui).

La regista Coralie Fargeat, classe 1976 e passaporto francese, invece ha all’attivo solo un revenge movie violentissimo e molto apprezzato dai cultori del genere. Qui fa il salto nel mondo del cinema internazionale e in lingua inglese con un body horror che riflette sui pericoli di voler essere la versione migliore di sé stessi, che mette una di fronte all’altra la provocatrice Margaret Qualley (che vedremo anche nel film di Lanthimos) e una Demi Moore in grande spolvero, alla caccia di un rilancio. Le prime foto pubblicate sono stuzzicanti e, non dovesse bastare, nel cast vi sono anche Dennis Quaid e Hugo Diego Garcia.

The Apprentice

Il nome del regista iraniano naturalizzato danese Ali Abbasi per ora fa salivare solo i cinefili più attenti al cinema internazionale, che hanno intercettato il suo bellissimo thriller Holy Spider, ispirato a una cruenta storia di true crime consumatasi nel pieno nel regime iraniano.

Per tutti gli altri: Sebastian Stan che interpreta un giovane Donald Trump, rampollo della alta società finanziaria statunitense degli anni ‘80, che si fa strada come un novello Faust capitalista, con come cattivo maestro un Jeremy Strong luciferino che dopo Succession continua a interpretare il cuore nero dell’elite finanziaria statunitense.

Con queste premesse è davvero difficile che il salto di Abbasi nel cinema di lingua inglese e con star hollywoodiane passi inosservato.

Bird

Andrea Arnold è uno dei segreti meglio custoditi del circuito festivaliero europeo: con solo 5 film all’attivo, è già una leggenda. Difficile che rimanga così sconosciuta ancora a lungo, considerando che il protagonista della sua nuova pellicola è un Barry Kheoghan che, grazie al fenomeno Saltburn, è riuscito a imporsi persino come “hot guy”, scuotendosi di dosso il suo ruolo tipo da “ragazzo con la faccia da serial killer”.

Il cinema di Arnold è anche e soprattutto un cinema di volti e sguardi, per cui Kheoghan è davvero la scelta perfetta. Uno che si muove a suo agio e flirta al fianco dei nuovo sex symbol hollywoodiani Jacob Elordi (di cui riparliamo a breve) in Saltburn e Austin Butler in Masters of the Air.

Ad Arnold i bravi ragazzi con le facce pulite non sono mai piaciuti. Scopri e lanciò un ignoto Michael Fassbender immergendolo nelle atmosfere povere e degradate di Fishtank. Lecito aspettarsi qualcosa di simile anche qui.

Oh, Canada!

Quella che sta per cominciare è un’edizione di Cannes in cui si punta molto sul ritorno dei Grandi Vecchi, alcuni con progetti dalla storia produttiva che meriterebbe a sua volta un film, alcuni, come Paul Schrader, che hanno detto esplicitamente dichiarato di produrre ogni nuova prova strappandola alla propria mortalità.

Oh, Canada! è particolarmente significativo perché doveva essere l’addio al cinema del regista e sceneggiatore, che subito dopo la presentazione a Venezia di Il maestro giardiniere era stato ricoverato in ospedale in condizioni critiche. Invece la crisi sanitaria è rientrata e il recensore boomer di film su Facebook più amato dai cinefili può presentare Oh, Canada! come un nuovo inizio.

Uno in cui il sex symbol che lanciò negli anni ‘80 con American Gigolo Richard Gere recita al fianco del suo possibile erede presso la generazione Z: Jacob Elordi.


Marcello mio

Nessuno è più ossessionato da Chiara Mastroianni di Christophe Honoré, regista francese che ne ha fatto la sua musa e il suo feticcio. Un conto però è avere un buon rapporto con un’interprete, un conto è convincerla a mettersi al centro di un film che sfrutta la sua incredibile, innegabile, palese somiglianza con il leggendario padre Marcello Mastroianni.

Chiara diventa Marcello sotto lo sguardo vigile e curioso di mamma Catherine Deneuve. È difficile rimanere indifferenti di fronte al trailer di un film che indaga e ironizza su una delle famiglie più leggendarie del cinema europeo. Come si fa a non chiedersi cosa abbiano provato confrontandosi con un tema come questo?

Prodotto dall’Italia e in arrivo nella sale con Lucky Red, potrebbe riservare momenti cult per il pubblico nostrano: chi l’avrebbe mai detto che avremmo visto la conduttrice Francesca Fiandrini nel ruolo di sé stessa nel promo di un film del regista di Les Chansons d'amour.

Rumours

A Cannes ogni anno almeno un nome a uso e consumo dei frequentatori di festival più accaniti fa il salto di qualità, entrando nel radar dei cinefili di tutto il mondo. Il regista canadese Guy Maddin è il candidato più papabile del 2024, visto il profilo. Con una distribuzione statunitense già assicurata, Ari Aster come produttore esecutivo e Alicia Vikander e Cate Blanchett come protagoniste, cosa può andare storto?

Specie considerando che Blanchett interpreta una sorta di versione ironica e surreale di Ursula von der Leyen, proprio sotto elezioni europee, in una pellicola che racconta di come un gruppo di leader del G7 si perda in una selva oscura. E questa potrebbe essere la parte rassicurante e “normale” della trama”.

Parthenope

L’unico film italiano in concorso, ma anche il titolo che ancor prima di essere presentato in Croisette si è assicurato una distribuzione statunitense curata da A24. Insomma, oltre a profumo di Capri e dintorni, c’è anche la netta impressione che nel nuovo Sorrentino ci sia sostanza. La materia di cui sono fatte le corse all’Oscar?

Si vedrà. Dalle informazioni e immagini che sono trapelate con il contagocce, l’impressione è di essere finiti nel finale de La Grande Bellezza, quel ricordo che tormenta Jep Gambardella. Che chi avrebbe come alter ego niente meno che Gary Oldman, che dalle prime scene sempre già davvero in palla. Attenzione…

Kind of Kindness

Che sorpresa è stata scoprire che, quando ancora non si era spenta l’eco di Povere creature! (Leone d’Oro alla scorsa Venezia), la premiata coppia Emma Stone - Yorgos Lanthimos aveva già girato un altro film, pronto giusto in tempo per provare ad agguantare anche la Palma d’Oro francese.

A prima vista Kind of Kindness ricorda da vicino il film valso ad Emma Stone la seconda statuetta, anche solo per il fatto che replica buona parte del cast del precedente (Willem Defoe, Margaret Qualley). Chi l’ha visto però lo ha accostato al primo Lanthimos, infinitamente più violento, cinico e spiazzante della versione che ha conquistato Hollywood.

Con una durata imponente, una trama divisa in episodi, la promessa da parte della Stone di scene ancora più disturbanti di quelle con protagonista Bella Baxter, bisognerà essere pronti a tutto.

Furiosa

Mad Max: Fury Road è stato un film che ha segnato un prima e un dopo: nel cinema, nei cinefili, nella storia del Festival di Cannes. Il prequel dedicato alla giovinezza di Furiosa, interpretata da una Anya Taylor-Joy che potrebbe raccogliere lo stesso consenso critico di Charlize Theron nel medesimo ruolo.

Per il momento le due attrici sono accomunate già da altro, oltre la parte di Furiosa: i termini tutt’altro che concilianti con cui parlano della durissima esperienza sul set. In realtà Anya Taylor-Joy parla e non parla, dicendo di non essersi mai sentita tanto sola e messa alla prova da un ruolo, di aver litigato per mesi per ottenere l’inclusione di un singolo urlo straziante della protagonista all’interno della storia.

Megalopolis

Tra gli elementi che contraddistinguono la liturgia del Festival di Cannes c’è sicuramente quello di accostare ogni edizione a un film talmente atteso, talmente chiacchierato, talmente leggendario da diventare Il Titolo legato a quell’annata, che poi si riveli un capolavoro o una ciofeca.

Nel 2024 nessuno può togliere questo titolo al ritorno di Francis Ford Coppola. Sarebbe già un evento in sé ma Megalopolis è ben di più. Immaginato sul set di Apocalypse Now, questo sogno è stato coltivato per decenni, finanziato con la vendita di parte del suo impero vitivinicolo. Si dice abbia già suscitato un clima di generale avversione a Hollywood. Coppola va per la sua strada e, a differenza del collega Scorsese nel 2023, accetta anche di partecipare alla competizione per la Palma d’Oro, mettendosi sullo stesso livello dei cineasti del presente.

La sua carriera è costellata da grandi titoli che al lancio vennero fraintesi, osteggiati, non capiti. Coppola non ha paura di niente e da perdere ancor meno: sarà bellissimo vederlo finalmente coronare un sogno che lo ha accompagnato per quasi mezzo secolo.

Per saperne di più puoi leggere lo speciale su Megalopolis. #Cannes2024

Menzioni d’onore

Mi ritaglio un paragrafo per anticiparvi dei titoli che sulla carta magari sono meno allettanti di quelli finora citati, ma che non mancheremo di attenzionare, perché potrebbero riservare grandi sorprese, perché hanno enorme potenziale, perché selezionati da chi vi scrive e vi racconterà il Festival.

Come non rimanere affascinati da un Grande Vecchio del cinema francese come Jacques Audiard che tira fuori dal cappello Emilia Perez, un musical crime con un assassina che insegue un leader di un cartello della droga messicano che si è rifatto i connotati per sfuggire alla cattura e affermare il suo genere? Recitato in spagnolo da interpreti di fama internazionale come Selena Gomez, Zoe Saldaña e Édgar Ramírez, per giunta.

Si preannuncia brillante e spiazzante anche il nuovo film di Sean Baker, Anora. Dopo l’irresistibile Red Rocket, il regista di Florida Project torna a raccontare un’America sempre più a misura di ricco, dove il sesso è una delle poche carte da giocarsi per sperare in una scalata sociale. Una sex worker si sposa un con miliardario russo, ma dovrà vedersela con i di lui genitori, decisi a ottenere l’annullamento del legame.

Occhio anche a Savages, film animato in stop motion diretto da Claude Barras che segna il ritorno del regista di La mia vita da zucchina. Attenzione anche a Christmas Eve in Miller’s Point, commedia diretta da una delle promesse del cinema indipendente statunitense: Tyler Taormina. A far ben sperare, oltre all’ambientazione natalizia, è l’ottimo cast guidato da Michael Cera: Francesca Scorsese, Gregg Turkington, Elsie Fisher e Sawyer Spielberg.

Di The Shrouds basterebbe dire che è il nuovo film di David Cronenberg. Invece ci aggiungo che è uno di quelli in cui la tecnologia riserva brutte sorprese: stavolta un uomo vedovo ha trovato il modo di mettersi in contatto con i morti. Vincent Cassel prende il posto di Viggo Mortensen come uomo stropicciato e controverso, affiancato da Diane Kruger Guy Pearce e Sandrine Holt.

Si muove in territori pericolosi anche Miséricorde, il nuovo film di uno dei cineasti europei più destabilizzanti e ossessivi: Alain Guiraudie, uno che ama girare nei boschi, tra la natura, dove gli sguardi tra uomini possono uccidere. Dalle prime immagini trapelate, parrebbe pronto a replicare le atmosfere tesissime e irresistibili de Lo sconosciuto del lago.