Colonia

di Francesca Perozziello
Fra le storie più scandalose e stranamente passate sotto silenzio, quella della Colonia Dignidad ha un posto d'onore. Qualche giorno fa, nella recensione del film Colonia, abbiamo accennato all'esistenza di una setta presente in Cile, fondata e guidata dal nazista Paul Schàfer.
Ma questa é solo la punta dell'iceberg, l'inizio di uno dei racconti più macabri del secondo dopoguerra, i cui segreti profondi sono emersi solo di recente.

E' il 1961 quando Paul Schàfer Schneider, ex ufficiale paramedico della Luftwaffe, lascia la Germania in seguito alle accuse di violenza su minori disabili. Fondatore di alcune "società caritatevoli" che si occupavano dei bambini, Schàfer si rifugia in Cile, forse con l'aiuto dell'Odessa, l'organizzazione di ex gerarchi nazisti che contribuì alla fuga in Sud America di molti criminali di guerra.



Proprio in Cile, non lontano dalla cittadina di Parral, Schàfer fonda un villaggio noto come Colonia Dignidad. Insieme a lui ci sono circa 300 tedeschi che hanno lasciato la Germania, ma nel corso degli anni, nella colonia abiteranno anche diversi cileni.
Autoproclamatosi guida spirituale della nuova comunità, Schàfer ricrea in Cile un angolo di Germania, obbligando tutti gli abitanti a parlare in tedesco e a indossare abiti bavaresi. E se questo può risultare facile per i coloni tedeschi, non lo é sicuramente per i cileni costretti a dimenticare la propria lingua madre e forzati a tenere viva la cultura di un Paese lontano, uscito solo da pochi anni dalla seconda Guerra Mondiale.

All'interno della colonia, uomini, donne e bambini vivono separati. Non é concesso nessun contatto fra i sessi, se non in rare occasioni. Per tenere a banda il desiderio, Schàfer e i suoi infermieri somministrano ai residenti alcuni farmaci.

Strappati alle loro madri a pochi mesi di vita, i bambini non conoscono l'identità dei propri genitori, così da riconoscere solo l'autorità di chi amministra il villaggio. La testimonianza di Winfried Hempel, nato e cresciuto nella colonia, può darci un'idea di come fosse la vita di un bambino in quel contesto. Hempel scoprì solo a 10 anni chi fossero i suoi genitori e ora lavora come avvocato, nella speranza di vincere la causa contro lo stato tedesco e quello cileno, colpevoli di aver celato a lungo un orrore del quale erano a conoscenza. Nel suo documentario del 2014 dal titolo The colony: Chile's dark secret exposed, Hempel denuncia le violenze sui minori ad opera di Schàfer e la condizione di schiavitù in cui vivevano gli abitanti del villaggio.



Sì, perché dietro l'apparenza di una comunità agricola, c'era in realtà un'organizzazione molto serrata dei turni di lavoro. Per ben 30 anni, i residenti della colonia furono trattati come schiavi e subirono il costante indottrinamento religioso da parte dello pseudo-predicatore, che in nome di assurdi principi morali trovò sempre la giustificazione per le sue azioni. Fuggire dalla colonia era pura fantascienza. Fili spinati ed elettrificati recintavano tutto il villaggio, rendendo così impossibile l'uscita di chi volesse ritornare nel mondo esterno o addirittura vederlo per la prima volta.

Se gli orrori perpetrati all'interno della colonia vi sembrano già abbastanza, sappiate che non é tutto. Il villaggio, infatti, offrì ospitalità ad alcuni criminali nazisti in fuga dalla giustizia, primo fra tutti il medico Joseph Mengele, celebre per i suoi esperimenti sugli esseri umani all'interno dei lager.
Dopo il colpo di Stato militare del generale Augusto Pinochet, la colonia diventò anche la sede ideale per torturare e spesso uccidere gli oppositori politici del regime. Nel 1974, quando lo stesso Pinochet visitò la colonia, Schàfer decise di accogliere, nella comune, una notevole quantità di armi. Mitragliatrici, lanciarazzi e fucili automatici trovarono nella Colonia Dignidad un nascondiglio perfetto, un succoso deposito al quale il regime poteva attingere indisturbato.



A proposito di torture, una testimonianza é quella di Franz Bàar, nato Francisco, bambino cileno che all'età di dieci anni viene mandato a vivere nella colonia. La madre non può mantenerlo e il villaggio le sembra il posto ideale per dare cibo e vestiti al figlio, altrimenti destinato alla miseria. Ma le cose non vanno esattamente come previsto perché il bambino prova a scappare dalla colonia. Catturato dai dirigenti della comunità, Franz diventa, come lui stesso si autodefinisce, "il porcellino d'India" della colonia, per via degli elettroshock e delle droghe che costituirono la sua quotidianità per i successivi trent'anni.

Nel 2006, Paul Schàfer viene condannato per abuso di minori: dovrà scontare vent'anni di prigione e pagare 770 milioni di pesos, circa un milione di euro. Morirà in carcere quattro anni dopo, nel 2010, all'età di 88 anni.
E la Colonia Dignidad? Ora si chiama Villa Baviera ed é stata convertita in villaggio turistico, mantenendo saldo il legame con le tradizioni tedesche. Feste, matrimoni, eventi… al villaggio non manca proprio niente. Sorge spontanea una domanda: non sarebbe stato meglio utilizzare questo luogo come museo e ricordare le atrocità che vi sono state commesse?

Solo qualche giorno fa, forse complice il film Colonia, il governo tedesco ha deciso di de-secretare i documenti relativi alla colonia. Sì é dovuto attendere fino al 26 aprile 2016 prima che la Germania rendesse partecipe il mondo intero di quanto era successo per anni, con la complicità di due Paesi.