Creed - Nato per Combattere
di
Roberto Vicario
“I want to thank my imaginary friend Rocky Balboa for being the best friend I ever had…” con queste parole, la scorsa notte durante i Golden Globe, Sylvester Stallone ha commosso la platea e il pubblico che stava guardando da casa la cerimonia dei premi assegnati dalla Hollywood Foreign Press Association.
C'é da credergli, senza dubbio. Nella carriera di un attore é molto facile che un ruolo ricoperto, gli venga appiccicato a vita. Pensate a Daniel Radcliffe, che per molti rimarrà sempre Harry Potter, oppure Elijah Wood, Frodo de Il Signore degli Anelli. Senza parlare di Mark Hamil, ovviamente.
Rocky - senza dimenticare anche Rambo - é stato senza ombra di dubbio IL personaggio di Sylvester Stallone. Un uomo sincero, genuino, con un modo di fare da “normal hero” che ha saputo entrare in contatto con le persone (che lo hanno sempre premiato con ottimi incassi al botteghino). In lui molti ci hanno visto la forza del riscatto, la dedizione, la determinazione nel voler superare i proprio limiti. Ma l'elemento che più di ogni altro ha saputo creare una fortissima sinergia tra pubblico e personaggio, é qualcosa di non così scontato all'interno di film sportivi: il cuore. L'amore verso Adriana, verso il suo amico Paulie o il suo storico allenatore Mickey e anche con rivali che diventano amici come Apollo Creed é un elemento raramente quantificabile in altre pellicole del genere, che mirano piuttosto a strappare la lacrima "facile", senza incidere minimamente sulla psicologia del protagonista.
Ed é proprio "dell'unico e solo Apollo Creed" - interpretato in Rocky I, II, III e IV da Carl Weathers - che vi vogliamo parlare all'interno di questo nostro speciale. Nei prossimi giorni uscirà infatti nelle sale Creed - Nato per Combattere, film diretto da Ryan Coogler, che si presenta come uno spin off della serie originale di Rocky. Il film é ambientato dopo i fatti accaduti in Rocky Balboa, e ci farà conoscere il figlio di Apollo Creed, Adonis Johnson, interpretato da Michael B. Jordan. Assodato il fatto che i fan storici di Apollo ne conoscono vita, morte e miracoli, per coloro che si avvicinano alla serie per la prima volta, proviamo a raccontare perché l'eredità che Michael B. Jordan si é caricato sulle spalle é così importante.
La rivalità tra Apollo Creed e Rocky Balboa é stata quella sicuramente più lunga, intensa, interessante e articolata della serie. Sebbene agli occhi di molti pensare a Rocky fa riaffiorare nella mente il combattimento con Ivan Drago in Rocky IV, é nel racconto della storia trai i due pugili statunitensi che si é sviluppata la crescita del personaggio di Rocky.
Tutto nasce, casualmente nel primo Rocky. Creed é campione del mondo dei pesi massimi, e arriva a Philaldepia per festeggiare il bicentenario degli Stati Uniti d'America . Sfortunatamente ad un mese dal match il suo avversario da buca, e l'entourage del campione é costretto a trovare un nuovo rivale, individuato nello “Stallone Italiano” Rocky Balboa.
La vita di Rocky fin li al limite tra la boxe e la malavita, cambierà drasticamente. Grazie all'amico di sempre Paulie, all'amore della sua Vita Adriana (sorella di Paulie) e al suo allenatore Mickey, il pugile trentenne riuscirà nell'impensabile impresa di resistere quindici round sul ring con il campione del mondo, perdendo solamente ai punti.
Da quel momento la vita di Rocky cambierà definitivamente, così come quella di Apollo Creed. Nel sequel del film i due torneranno a scontarsi. Rocky, in teoria ritiratosi a causa di un infortunio all'occhio, sotto le provocazioni di un Apollo Creed ancora ferito dalla vittoria ai punti del precedente incontro, deciderà di tornare nuovamente sul ring per lo scontro finale. Sarà un altro match epico, vinto al quindicesimo round dopo uno spettacolare doppio K.O.
Quando tutto sembrava finito, le vite dei due pugili si incrociarono di nuovo. Più precisamente in Rocky III, dopo la morte dello storico allenatore Mickey e la sconfitta in pochissime riprese subita da Rocky per mano di Clubber Lang (interpretato da Mr.T), il pugile italoamericano decide di accettare l'invito di Apollo a Los Angeles nella sua palestra. Creed diventa il nuovo allenatore di Balboa. All'interno della sua palestra l'atleta afroamericano prova ad infondere il suo stile di boxe a Rocky, in modo da prepararlo alla rivincita - poi vinta - contro Clubber Lang. In questo terzo film si consuma un momento importantissimo per l'evoluzione del rapporto tra questi due personaggi: Creed offre ai Rocky i suoi pantaloncini, con il quale combatterà la rivincita contro il pugile interpretato da Mr.T.
Altro momento toccante e fondamentale é quello raccontato all'interno di Rocky IV. Apollo Creed, ormai ritiratosi da anni, decide di accettare l'invito per un match di esibizione contro il pugile russo Ivan Drago. Durante l'incontro l'atleta afroamericano perirà sotto i colpi del russo. Toccherà a Rocky, profondamente segnato da questa scomparsa, vendicare la morte dell'amico nello storico match contro il pugile interpretato da Dolph Lundgren, in una gremita e faziosa arena di Mosca il giorno di Natale.
Avervi raccontato l'evoluzione della rivalità tra Rocky e Apollo, vi aiuterà sicuramente a capire meglio, quanto l'inserimento all'interno del film del figlio di Creed sia un elemento importante e difficile da gestire, soprattutto per il Rocky di Stallone. Il più grosso rischio in cui si poteva incappare nella stesura della sceneggiatura, é che non si riuscisse a percepire il legame tra i due storici pugili, ma, stando alle recensioni che sono arrivate da oltre oceano, il rischio sembra scongiurato.
In arrivo dai noi in questi giorni, Creed - Nato per Combattere é stato esaltato dalla stampa americana. In particolare la prestazione di Stallone é stata descritta come incredibile, tanto da portarlo a vincere un Golden Globe e posizionandolo come serio candidato alla vittoria di un Oscar come Miglior Attore non Protagonista.
Un traguardo che a sessantanove anni, rappresenterebbe la degna chiusura di un cerchio perfetto che ha portato Stallone e il suo “amico immaginario” Rocky ad essere amati da pubblico e stampa, nonostante normalissimi alti e bassi che si possono avere all'interno di una saga così longeva. Tutto iniziò nel 1977 con la doppia nomination per Stalone come Miglior Attore Protagonista e sceneggiatore (un'impresa riuscita solamente a gente come Charlie Chaplin o Orson Welles) e tutto potrebbe chiudersi con un bellissimo Oscar quasi quarant'anni dopo. Un ultimo gancio all'Academy, un ultimo urlo per Adriana, prima del meritato ritiro.
C'é da credergli, senza dubbio. Nella carriera di un attore é molto facile che un ruolo ricoperto, gli venga appiccicato a vita. Pensate a Daniel Radcliffe, che per molti rimarrà sempre Harry Potter, oppure Elijah Wood, Frodo de Il Signore degli Anelli. Senza parlare di Mark Hamil, ovviamente.
Rocky - senza dimenticare anche Rambo - é stato senza ombra di dubbio IL personaggio di Sylvester Stallone. Un uomo sincero, genuino, con un modo di fare da “normal hero” che ha saputo entrare in contatto con le persone (che lo hanno sempre premiato con ottimi incassi al botteghino). In lui molti ci hanno visto la forza del riscatto, la dedizione, la determinazione nel voler superare i proprio limiti. Ma l'elemento che più di ogni altro ha saputo creare una fortissima sinergia tra pubblico e personaggio, é qualcosa di non così scontato all'interno di film sportivi: il cuore. L'amore verso Adriana, verso il suo amico Paulie o il suo storico allenatore Mickey e anche con rivali che diventano amici come Apollo Creed é un elemento raramente quantificabile in altre pellicole del genere, che mirano piuttosto a strappare la lacrima "facile", senza incidere minimamente sulla psicologia del protagonista.
Ed é proprio "dell'unico e solo Apollo Creed" - interpretato in Rocky I, II, III e IV da Carl Weathers - che vi vogliamo parlare all'interno di questo nostro speciale. Nei prossimi giorni uscirà infatti nelle sale Creed - Nato per Combattere, film diretto da Ryan Coogler, che si presenta come uno spin off della serie originale di Rocky. Il film é ambientato dopo i fatti accaduti in Rocky Balboa, e ci farà conoscere il figlio di Apollo Creed, Adonis Johnson, interpretato da Michael B. Jordan. Assodato il fatto che i fan storici di Apollo ne conoscono vita, morte e miracoli, per coloro che si avvicinano alla serie per la prima volta, proviamo a raccontare perché l'eredità che Michael B. Jordan si é caricato sulle spalle é così importante.
Una rivalità sbocciata in amicizia
La rivalità tra Apollo Creed e Rocky Balboa é stata quella sicuramente più lunga, intensa, interessante e articolata della serie. Sebbene agli occhi di molti pensare a Rocky fa riaffiorare nella mente il combattimento con Ivan Drago in Rocky IV, é nel racconto della storia trai i due pugili statunitensi che si é sviluppata la crescita del personaggio di Rocky.
Tutto nasce, casualmente nel primo Rocky. Creed é campione del mondo dei pesi massimi, e arriva a Philaldepia per festeggiare il bicentenario degli Stati Uniti d'America . Sfortunatamente ad un mese dal match il suo avversario da buca, e l'entourage del campione é costretto a trovare un nuovo rivale, individuato nello “Stallone Italiano” Rocky Balboa.
La vita di Rocky fin li al limite tra la boxe e la malavita, cambierà drasticamente. Grazie all'amico di sempre Paulie, all'amore della sua Vita Adriana (sorella di Paulie) e al suo allenatore Mickey, il pugile trentenne riuscirà nell'impensabile impresa di resistere quindici round sul ring con il campione del mondo, perdendo solamente ai punti.
Da quel momento la vita di Rocky cambierà definitivamente, così come quella di Apollo Creed. Nel sequel del film i due torneranno a scontarsi. Rocky, in teoria ritiratosi a causa di un infortunio all'occhio, sotto le provocazioni di un Apollo Creed ancora ferito dalla vittoria ai punti del precedente incontro, deciderà di tornare nuovamente sul ring per lo scontro finale. Sarà un altro match epico, vinto al quindicesimo round dopo uno spettacolare doppio K.O.
Quando tutto sembrava finito, le vite dei due pugili si incrociarono di nuovo. Più precisamente in Rocky III, dopo la morte dello storico allenatore Mickey e la sconfitta in pochissime riprese subita da Rocky per mano di Clubber Lang (interpretato da Mr.T), il pugile italoamericano decide di accettare l'invito di Apollo a Los Angeles nella sua palestra. Creed diventa il nuovo allenatore di Balboa. All'interno della sua palestra l'atleta afroamericano prova ad infondere il suo stile di boxe a Rocky, in modo da prepararlo alla rivincita - poi vinta - contro Clubber Lang. In questo terzo film si consuma un momento importantissimo per l'evoluzione del rapporto tra questi due personaggi: Creed offre ai Rocky i suoi pantaloncini, con il quale combatterà la rivincita contro il pugile interpretato da Mr.T.
Altro momento toccante e fondamentale é quello raccontato all'interno di Rocky IV. Apollo Creed, ormai ritiratosi da anni, decide di accettare l'invito per un match di esibizione contro il pugile russo Ivan Drago. Durante l'incontro l'atleta afroamericano perirà sotto i colpi del russo. Toccherà a Rocky, profondamente segnato da questa scomparsa, vendicare la morte dell'amico nello storico match contro il pugile interpretato da Dolph Lundgren, in una gremita e faziosa arena di Mosca il giorno di Natale.
Avervi raccontato l'evoluzione della rivalità tra Rocky e Apollo, vi aiuterà sicuramente a capire meglio, quanto l'inserimento all'interno del film del figlio di Creed sia un elemento importante e difficile da gestire, soprattutto per il Rocky di Stallone. Il più grosso rischio in cui si poteva incappare nella stesura della sceneggiatura, é che non si riuscisse a percepire il legame tra i due storici pugili, ma, stando alle recensioni che sono arrivate da oltre oceano, il rischio sembra scongiurato.
In arrivo dai noi in questi giorni, Creed - Nato per Combattere é stato esaltato dalla stampa americana. In particolare la prestazione di Stallone é stata descritta come incredibile, tanto da portarlo a vincere un Golden Globe e posizionandolo come serio candidato alla vittoria di un Oscar come Miglior Attore non Protagonista.
Un traguardo che a sessantanove anni, rappresenterebbe la degna chiusura di un cerchio perfetto che ha portato Stallone e il suo “amico immaginario” Rocky ad essere amati da pubblico e stampa, nonostante normalissimi alti e bassi che si possono avere all'interno di una saga così longeva. Tutto iniziò nel 1977 con la doppia nomination per Stalone come Miglior Attore Protagonista e sceneggiatore (un'impresa riuscita solamente a gente come Charlie Chaplin o Orson Welles) e tutto potrebbe chiudersi con un bellissimo Oscar quasi quarant'anni dopo. Un ultimo gancio all'Academy, un ultimo urlo per Adriana, prima del meritato ritiro.