Croce e delizia

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Se qualcuno avesse dei dubbi sulle scene di “baci” tra Bentivoglio e Gassmann abbandoni ogni incertezza: “Quando ho visto insieme Alessandro e Fabrizio, il mio timore che non fosse credibile una storia tra i due personaggi è svanito subito. Uno dei due ha dato un pizzicotto all’altro e la complicità è stata immediata, facendo scomparire i miei timori” spiega il regista Simone Godano alla stampa: “Volevo raccontare una storia che fosse si una commedia ma con forte impianto emotivo” prosegue “ed i temi che si affrontano sono tanti, l’omosessualità, lo scontro sociale, il giudizio dei figli verso le scelte dei genitori, i conflitti famigliari. Ma fondamentalmente il comune denominatore è l’amore, l’accettazione dell’”altro”.

Croce e delizia

L’atmosfera di gioco e complicità tra il cast è tangibile, ognuno affezionato al proprio personaggio, tutti d’accordo nel raccontare che sul set diversi momenti sono stati intensi e di grande condivisione, visti i temi trattati, comuni a tutti, chi da figlio, chi da genitore, chi da entrambi.

“Ho accettato perché nel lavoro cerco sempre nuove sfide, qualcosa che mi faccia vibrare, e leggendo il copione ho sentito che Tony era il tipico personaggio “patata bollente” e non ho avuto dubbi” racconta  Fabrizio Bentivoglio. “Io ho pensato subito che volevo interpretare Carlo, perché Tony, a parte che non lo avrei mai fatto bene come Fabrizio, ha un’estrazione simile alla mia, e sarebbe stato troppo familiare per me, invece così ho dovuto lavorare su altri toni, attaccarmi alla romanità di Sandro/Filippo (Scicchitano, ndr) spiega Gassmann.  

Croce e delizia

Jasmine Trinca – che ci ha messo parecchi mesi a sciogliere le riserve – era attratta dalla scelta del regista di farle interpretare un personaggio complesso ma da commedia, ruolo in cui riesce a far emergere infatti una leggerezza che raramente altri personaggi le hanno regalato.  “Io da spettatrice amo la commedia, e quando Simone mi ha proposto questo ruolo sono stata rapita dalla sua determinazione a lavorare anche sul mio lato comedy e stravolgere la mia ‘tipologia’”, racconta l’attrice. Filippo Scicchitano ammette di aver lavorato sulla pura immedesimazione: “Come avrei reagito se fosse successo a me? Sicuramente sarei rimasto sconvolto, e come Sandro, amareggiato dal fatto che mio padre non avesse condiviso con me qualcosa di così importante”.

“Il personaggio di Fabrizio, Tony, era molto ‘croce’ e meno delizia, sebbene poi emerga – ha proseguito Gassmann – il mio era molta ‘delizia’ e poco croce, essendo onesto, quasi ingenuo, spontaneo. Quindi bisognava dargli un po’ di croce…..e l’hanno fatto laziale” .  Un cast affiatato che ha dato vita ad una commedia intelligente e delicata, contro ogni forma di omofobia e paura del diverso.

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