Detective Marlowe: Liam Neeson nei panni dell'investigatore privato più famoso di sempre

Alla scoperta di Detective Marlowe, il film Sky Original in arrivo il 28 agosto con Liam Neeson nel ruolo del celebre investigatore

di Chiara Poli

C’era una volta Humphrey Bogart. Bello, misterioso, dai modi sbrigativi con tutti, ma mai con le clienti affascinanti. Un investigatore privato, anzi: l’investigatore privato per definizione. Il personaggio nato dalla penna di Raymond Chandler nella metà degli anni ’30 sulle pagine di varie riviste, e poi finalizzato con la sua precisa identità nel romanzo Il grande sonno (1939), ha lasciato il segno nella storia della letteratura e in quella del cinema.

Diventato l’archetipo stesso del personaggio del detective privato, fin dalla sua prima apparizione sullo schermo Marlowe è stato interpretato da grandi attori: Bogart, appunto, che ne è il più celebre interprete, George Sanders, Dick Powell, James Garner, Robert Mitchum, James Caan e infine Liam Neeson.

Il Philip Marlowe di Liam Neeson: un galantuomo sagace e senza paura

Neeson è l’ultimo in ordine cronologico, e ci presenterà il suo Philip Marlowe - noto semplicemente come Marlowe - nel nuovo film Sky Originale Detective Marlowe, dal 28 agosto su Sky Cinema e in streaming solo su NOW.

E rappresenta una piccola rivoluzione per il personaggio: l’atmosfera noir anni ’40 perfettamente ricostruita dal film di Sky fa da sfondo a un’avventura classica per l’investigatore più famoso di sempre, ma Liam Neeson ne cambia l’approccio. Il trench e l’immancabile cappello sono gli stessi, ma il modo in cui si relaziona con le persone non è quello dei predecessori.

Il suo Marlowe vive esclusivamente per il lavoro, non ha alcun interesse al di fuori di esso, ha un approccio spiritoso ai nemici e gentile con chi pensa che possa collaborare, ma tende a passare inosservato. Cita i suoi casi passati ai vari testimoni, per cercare di farli inciampare mentre gli mentono, ma mantiene sempre una grande distanza emotiva dalle situazioni, come se fosse superiore a ciascuna di esse. Non lo è, naturalmente: quando la situazione si fa drammatica, la grande e splendidamente imperfetta umanità di Marlowe emerge, senza freni. Il suo segreto è proprio questo: continuare a essere il grande e brillante investigatore - pieno d’intuizioni in ogni indagine - riuscendo quasi a non farsi notare mentre tesse la propria tela, stringe legami, ficca il naso dove non dovrebbe con invidiabile nonchalance.


Gentile, colto, ben diverso dal Marlowe sempre sagace ma avvolto dal fumo delle sigarette e accompagnato dall’alcol di Bogart o altri. Il Marlowe di Liam Neeson è un galantuomo, perché descriverlo semplicemente gentiluomo non  basterebbe. Porta con sé la saggezza della sua età, si ripete di essere troppo vecchio per certe cose, citando alcune delle frasi di culto che gli amanti del cinema conoscono a memoria. Neeson si concentra sul proprio interlocutore: lo scruta, sembra quasi non guardarsi intorno ma nota ogni dettaglio, memorizzandolo. Non svela a nessuno chi sia il suo datore di lavoro, né le ragioni che l’hanno spinto ad assumerlo. Difficile non notare Marlowe quando ha il volto di Humphrey Bogart o Robert Mitchum, o di uno splendido e giovane James Garner, ma con Neeson è tutta un’altra storia.

Non lascia trasparire i propri sentimenti, come da tradizione, ma i suoi interlocutori si accorgono di come non abbia paura. Lo spingono la curiosità, la dedizione al lavoro, il bisogno di far luce su ogni mistero che gli venga sottoposto.

Colonna sonora, fotografia, costumi, effetti: tutto in Detective Marlowe ci riporta indietro nel tempo, in quel noir - con un attento uso del colore, teso a non mettere in secondo piano il gioco di luci e ombre - che tutti abbiamo visto e amato nei vecchi film con Bogart. Il garbato, apparentemente quasi timido Marlowe di Liam Neeson si rivela essere un uomo d’azione, che non ha paura di farsi strada con ogni mezzo necessario senza perdere al tempo stesso quell’aura di professionalità che lo accompagna con discrezione. Magari ha paura dei ragni, ma non certo di spingersi oltre i confini di un mondo pieno di minacce e criminali per trovare ciò che sta cercando.

La trama di Detective Marlowe e la grande qualità del film

In questa nuova avventura, scritta da William Monahan (Oscar per la sceneggiatura di quel capolavoro che è The Departed) sulla base del romanzo La bionda dagli occhi neri: Un’indagine di Philip Marlowe di John Banville, Marlowe si trova nella Los Angeles del 1939. La sua nuova cliente, l’affascinante Clare Cavendish (Diane Kruger, Bastardi senza gloria), lo assume per rintracciare Nico Peterson, il suo amante, che sembra essere scomparso. Marlowe inizia a indagare e scopre che secondo la polizia Peterson è morto: sarebbe stato investito di fronte al Club esclusivo Corbata, di proprietà di Floyd Hanson (Danny Huston, 30 giorni di buio), ma secondo Marlowe qualcosa non torna. Indagando su Nico, Marlowe entra in contatto con la madre di Clare, la ex star di Hollywood Dorothy Quincannon (la grande Jessica Lange).

Passo dopo passo, l’indagine si complica sempre più e Marlowe dovrà scoprire se la sua teoria sul destino di Nico e sulle persone in esso coinvolte sia giusta.

Il mondo di Marlowe è affascinante, ci porta sui set della Hollywood di un’epoca in cui tutti sognavamo di fronte al grande schermo e i grandi interpreti diventavano un’ossessione per i fan. Fra la fine degli anni ’30 e l’inizio degli anni ’40 siamo in piena Golden Age, l’età dell’oro del cinema, e lo star system - costruire un business anche sugli interpreti più amati dal pubblico, oltre che sui personaggi - era solido e pieno di opportunità per i suoi protagonisti.

Muovendosi fra un set cinematografico e un club esclusivo, fra un’abitazione privata e una sala da tè in cui parlare con un testimone, Philip Marlowe regala a Liam Neeson il suo centesimo film e un posto d’onore nella lista dei grandi interpreti dell’investigatore per antonomasia.

L’attenzione per tutti gli elementi originali dell’opera di Chandler è altissima: la polizia è corrotta e corruttibile al punto giusto, l’ambiguità gioca come sempre un ruolo fondamentale, sia per l’investigatore dai metodi molto poco rispettosi della legge che per i suoi avversari. Uno dei quali, grazie al suo straordinario interprete, va segnalato: Lou Hendricks ha infatti il volto e i modi distinti di Alan Cumming, l’indimenticabile interprete di tanti film e di Eli Gold, uno dei personaggi più riusciti nella straordinaria serie The Good Wife.

Detective Marlowe - semplicemente Marlowe nella versione originale - ci racconta una storia appassionante, piena di colpi di scena e di personaggi intriganti, con una regia attenta e carica di tensione drammatica.

Non è un caso, visto che dietro la macchina da presa c’è Neil Jordan (Intervista col vampiro, Michael Collins, premio Oscar per la sceneggiatura de La moglie del soldato), che ha come sempre preso parte alla scrittura del film, affiancando Monahan in una storia che nasce pensata per certe inquadrature suggestive, che ci trascinano nel magico mondo del cinema. In una Hollywood da sogno che nasconde attentamente gli incubi a cui dà vita. Incubi per i suoi personaggi più in vista, per chi li circonda, per chi sognava una vita migliore grazie al cinema e si è ritrovato a pagarne il prezzo in anticipo.

Mentre Liam Neeson, giunto con grande e indiscutibile merito alla sua interpretazione numero 100, si guarda bene dallo scimmiottare Bogart e gli altri: crea il proprio stile, senza tradire gli aspetti classici del suo personaggio ma anche senza prove e imitarne le versioni più riuscite. Bisogna essere attori di grande talento e vasta esperienza, per riuscirci. E chi meglio di Liam Neeson, gettato in mezzo a quella che sembrava la ricerca di una persona scomparsa e che finisce per trasformarsi in una serie di eventi rischiosi e drammatici?