Donald Sutherland: omaggio al grande attore scomparso oggi, 20 giugno

Una carriera straordinaria: ricordo di Donald Sutherland

di Chiara Poli

La notizia è arrivata oggi, 20 giugno 2024. Donald Sutherland è morto a 88 anni a Miami.

Ad annunciarlo è stato il figlio, l’attore Kiefer Sutherland, con queste parole: 

Con il cuore pesante vi annuncio che mio padre, Donald Sutherland, è morto. Personalmente lo ritengo uno degli attori più importanti della storia del cinema. Mai scoraggiato da un ruolo, buono, cattivo o brutto. Amava ciò che faceva e faceva ciò che amava, e non si può chiedere di più. Una vita ben vissuta.

E non sbaglia, Kiefer, a indicarlo come uno degli attori che hanno fatto la storia.

Una storia coronata dal riconoscimento onorario agli Oscar nel 2018, per una carriera che pochi altri hanno potuto eguagliare.

Da M.A.S.H., il capolavoro di Robert Altman poi trasformato in una serie TV, a un altro gioiello, un grande film che pochi conoscono, Cittadino X, realizzato per la televisione e per questo fonte del suo Emmy Award come miglior attore non protagonista. Una vita intensa, fra piccolo e grande schermo, spaziando fra i generi e i ruoli dimostrando di essere sempre all’altezza con quei suoi occhi di ghiaccio che hanno lasciato il segno.

Una vita all’insegna del talento, fra piccolo e grande schermo


Nato in Canada il 17 luglio del 1935, Donald McNichol Sutherland con il suo metro e novantatré centimetri svettava fin da ragazzo sui compagni di classe. Si faceva notare, anche per quegli occhi azzurri e intensi che incantavano la platea fin dalle recite scolastiche.

Il debutto come attore arriva, come per tanti suoi colleghi, con piccoli ruoli e comparsate in produzioni televisive: Studio 4, Man of the World, Suspense, The Odd Man e tante altre, fra il 1963 e il 1964. Proprio il ’64, dopo una brevissima comparsata in un film l’anno precedente, gli offre l’occasione di passare dal piccolo al grande schermo.

Il film italiano Il castello dei morti vivi di Luciano Ricci gli spalanca le porte del cinema di genere, che lo accompagna per la prima parte della sua carriera (con Le cinque chiavi del terrore, Una notte per morire).

Ma a differenza di tanti colleghi, Donald Sutherland non ha mai considerato la TV un “ripiego” per attori che non meritavano il cinema. Ha recitato in serie e miniserie di culto, da Simon Templar (nel 1965) ad Agente speciale (nel ’67), da Salem’s Lot (il remake del 2004) a Human Trafficking - Le schiave del sesso (del 2005), da Dirty Sexy Money (la serie del 2007 che si reggeva sul suo personaggio) a I pilastri della Terra.

La svolta al cinema arriva nel 1967 con Quella sporca dozzina, il film da Oscar di Robert Aldrich che racconta la spietata missione di una dozzina di condannati per omicidio addestrati da un ribelle dell’esercito americano.

Mentre continua a fare la spola fra cinema e TV, lavorando moltissimo, il 1970 lo vede scelto da Robert Altman per M.A.S.H., vincitore dell’Oscar per la migliore sceneggiatura, per raccontare nei panni di Occhio di Falco la vita in un ospedale militare americano durante la guerra in Corea, fra macabro umorismo e scherzi goliardici per cercare di sdrammatizzare l’orrore della guerra.

Sutherland recita nella saga dell’ispettore Klute, nel film-scandalo A Venezia… Un dicembre rosso shocking (l’assurdo titolo italiano di Don’t Look Now), in cui dà vita a un uomo che si trova sull’orlo della follia dopo un gravissimo lutto, proprio mentre in città un serial killer sta compiendo una strage.

Da Bertolucci a Fellini e Landis


Il 1975 è l’anno de Il giorno della locusta, in cui John Schlesinger lo dirige nel racconto di una lotta contro lo spietato mondo di Hollywood, mentre l’anno successivo Bernardo Bertolucci lo vuole per il suo immortale capolavoro, Novecento, storia d’Italia del XX secolo, al fianco di Burt Lancaster, Robert De Niro, Gérard Depardieu, Sterling Hayden, Alida Valli e Stefania Sandrelli.

È la consacrazione: Donald Sutherland dimostra il proprio talento ed entra a far parte dell’élite hollywoodiana che può permettersi di scegliersi i ruoli.

Dopo Il Casanova di Federico Fellini col maestro del nostro cinema, recita per John Landis in Ridere per ridere e tornerà da lui l’anno successivo, nel 1978, per prendere parte al cult movie di Landis con John Belushi: Animal House.

Lo stesso anno recita in 1855 - La prima grande rapina al treno, scritto e diretto da Michael Crichton e interpretato da Sean Connery.

Sempre nel 1978, uno dei suoi anni d’oro, interpreta magistralmente il remake de L’invasione degli ultracorpi, il classico sci-fi distribuito da noi come Terrore dallo spazio profondo, e diventa un’icona del cinema di fantascienza.

Il 1980 è l’anno del film di Robert Redford premiato con 4 Oscar: Gente comune, dramma incentrato su una famiglia che cerca di sopravvivere alla morte di uno dei figli, mentre l’anno successivo è la star de La cruna dell’ago, leggendaria spy-story ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale.

Louis Malle lo dirige nello sfortunato I soliti ignoti made in USA (titolo originale: Crackers, 1984), di cui è l’attrazione principale. Nel 1985 affianca Al Pacino in Revolution, storia di attivisti inglesi a New York,

Seguono parecchie altre pellicole, fra cui I delitti del rosario (1987), piccolo gioiello horror poco fortunato e diventato di culto dopo la distribuzione televisiva, Sorvegliato speciale con Sylvester Stallone (1989) e lo splendido Un’arida stagione bianca (1989), thriller ambientato in Sudafrica.

1991: un altro anno d'oro per Donald Sutherland


Nel 1991, altro anno d’oro, recita in Fuoco assassino di Ron Howard, Grido di pietra del grande Werner Herzog e JFK - Un caso ancora aperto, l’epocale film di Oliver Stone sull’inchiesta che seguì l’omicidio di John Fitzgerald Kennedy.

Nel 1992 recita insieme a Rutger Hauer in Buffy - L’ammazzavampiri, il film scritto da Joss Whedon destinato a diventare una serie TV di culto 5 anni più tardi.

Nel 1993 è in 6 gradi di separazione, acclamato film di Fred Schepisi, mentre l’anno successivo torna a occuparsi di invasori alieni ne Il terrore dalla sesta luna e nella miniserie Oldest Living Confederate Widow Tells All accanto a Diane Lane nella storia vera di Lucy Marsden.

Seguono l’ottimo film TV Cittadino X, storia del serial killer russo Andrei Chikatilo, e i grandi successi Virus letale, Il momento di uccidere, Il tocco del male e Without Limits.

Oltre la maschera, Instict - Istinto primordiale e Panic sono altri successi della fine degli anni ’90 mentre il nuovo millennio lo vede nel cast di Space Cowboys, di e con Clint Eastwood, su 4 ex astronauti che tornano nello spazio per una missione delicata.

Donald Sutherland ha doppiato I Simpson e Final Fantasy, è tornato in TV per i film La rivolta e Path to War - L’altro Vietnam, ha recitato in Piazza delle cinque lune e The Italian Job, ha lasciato il segno con Ritorno a Cold Mountain e la miniserie Frankenstein, è passato da Orgoglio e pregiudizio a Lord of War, ha interpretato Chiedi alla polvere, trasposizione del celebre romanzo di John Fante, è stato un personaggio fisso nelle serie Commander in Chief e Dirty Sexy Money, ha recitato in Reign Over Me, L’età barbarica e Professione assassino, nella miniserie Moby Dick e nella commedia Come ammazzare il capo e vivere felici, ha attraversato L’isola del tesoro ed è stato lo spietato Presidente Snow nella saga di Hunger Games.

Una sfida che non finiva mai


Ha esplorato ogni genere esistente e anche gli esperimenti ibridi, ha amato molto lavorare nelle serie Crossing Lines e Trust: Il rapimento Getty, in Measure of a Man e Ad Astra, nella fortunata miniserie The Undoing - Le verità non dette con Nicole Kidman e Hugh Grant.

È passato da Moonfall a Mr. Harrigan’s Phone, da Swimming with Sharks alla serie Lawmen - La storia di Bass Reeves, il suo ultimo lavoro attualmente disponibile.

Avremmo dovuto vederlo nel post-apocalittico Heart Land, attualmente in fase di pre-produzione, invece l’abbiamo perso dopo 200 titoli fra film e serie TV, dopo una vita passata a sperimentare, esplorare, evitare di farsi ingabbiare in qualsiasi ruolo mentre scriveva la storia del cinema e della televisione senza mai smettere di divertirsi. L’ha raccontato in decine di interviste: non voleva porsi limiti, per lui contava solo affrontare titoli diversi dagli altri, in qualche modo stimolanti, sfide sempre nuove, anche non amate dal grande pubblico - come Virus, il film sci-fi del 1995 con Jamie Lee Curtis, che proprio i suoi fan hanno trasformato in una pellicola di successo in home video - ma sempre interessanti almeno per lui, che amava le storie e mettersi in gioco. Fino all’ultimo.

Fino a quando una malattia contro la quale aveva a lungo combattuto ce l’ha portato via.

Donald Sutherland ci ha lasciati oggi, 20 giugno 2024.

Ma grazie al suo lavoro, per noi resterà sempre immortale. E pronto a farsi ammirare ancora. Film dopo film. Visione dopo visione.