Dreams ha fatto innamorare gli adolescenti e le anziane signore norvegesi: il regista Dag Johan Haugerud ci spiega perché
In corsa per l’Orso d’Oro, Dreams sta scomodando paragoni importanti per come descrive con grande efficacia e trasporto il primo amore di una giovanissima. Il regista ci ha raccontato come in patria abbia già conquistato tutti.
Dreams è il film conclusivo della trilogia dedicata all’amore del regista norvegese Dag Johan Haugerud. Una chiusura davvero col botto, per come ricorda la potenza emotiva di film firmati da Rohmer, Guadagnino e altri grandi registi europei nel raccontare il travolgente primo amore dalla prospettiva dell’adolescente che lo vive. Non solo: Dreams è parimenti efficace e toccante ne guardare a quell’innamoramento dall’esterno: è un film multigenerazionale, dove l’innamorata adolescente, la di lei madre e la nonna si confrontano su cosa lascia dietro di sé un trasporto del genere, a ogni età, su come ci cambia, per sempre.
Sembra il film ideale per far innamorare il presidente di giuria Todd Haynes, che con Carol realizzò una pellicola con molti punti in comune (non da ultimo, la prospettiva queer della storia). Ho avuto la fortuna di intercettarlo a Milano poco prima dell’inizio della Berlinale e mi sono fatti raccontare da lui quanto di personale ci sia nei sentimenti della protagonista ma anche nel suo modo di sublimarli attraverso la scrittura.
Dreams chiude una trilogia ideale con i tuoi precedenti film Love e Sex. In cosa si differenzia da quelle due pellicole?
Dag Johan Haugerud - Sin dalla pianificazione di questa trilogia volevo che i tre film fossero diversi tra loro, pur avendo un filo conduttore dato dal tempo del sentimento amoroso. Dreams si concentra su una ragazza adolescente a confronto con due generazioni differenti: quella della madre e quella della nonna. È incentrato sul primo amore, uno di quelli fortissimi e totalizzanti. Non a tutti capita di viverne uno così intenso, ma quanti ne hanno avuto esperienza capiranno che questo film non è così…ipotetico? in quello che racconta rispetto ai due precedenti.
In Dreams le due protagoniste adulte talvolta faticano a comprendere l’intensità del sentimento della giovane. Nella loro difficoltà c’è parte della tua? Cercare di scrivere da adulto da questa prospettiva adolescenziale è stato complesso?
Dreams è un ritorno al primo amore, un tentativo di mostrare ciò che accade dentro di te come persona, cosa succede nella tua mente e nel tuo corpo quando ti innamori. Queste emozioni così strane, così intense, che ti travolgono e che, se hai la fortuna di provarle, sono un dono prezioso. Non tutti le provano, ma se ti capita, sai quanto possano essere intense. Il mio principale interesse era cercare di realizzare un film su questo. Ora guardo al mio primo amore con una certa nostalgia, perché ricordo com’era, quanto fosse intenso, come nient’altro avesse importanza. Quando sei così innamorato, in un certo senso ti senti libero, perché puoi esserlo. Vuoi dirlo a tutti, davvero, vuoi gridarlo al mondo, gridare i tuoi sentimenti. Ho pensato che sarebbe interessante vedere come questo sentimento ti accompagna nel corso della vita. E anche se hai 80 anni, continui a guardare indietro a queste emozioni forti e magari desideri viverle di nuovo, perché sì, ti sono sembrate così belle, così intense in un certo senso.
Dreams è già stato mostrato in Norvegia. La differenza di età rappresentata nel film, con il protagonista che è innamorato di una persona adulta mentre lei è una teenager, ha suscitato qualche reazione negativa?
Non è stato un problema, sai, riguardo al fatto che l'insegnante fosse un predatore. E sorprendentemente, ho scoperto che molti giovani hanno reagito molto positivamente a questo. Non avevo davvero capito di aver fatto un film per adolescenti, ma a quanto pare è così, perché gli adolescenti sono davvero andati a vederlo.
Forse è la reazione migliore che puoi aspettarti da un film come questo*. P*
Probabilmente sì. Ho scoperto che alcuni adolescenti erano andati a vederlo più volte, non riuscivano a smettere di guardarlo. Anche alle signore un po’ più attempate ha fatto questo effetto.
Forse perché gli adolescenti sono abbastanza presenti nel film nella rappresentazione delle loro emozioni. Ma vediamo anche il punto di vista della nonna, che è meno comune. A questo proposito ho trovato davvero commovente la scena con la coreografia di danza che rappresenta il suo bisogno di un contatto fisico. Quindi vorrei chiederti, perché hai scelto di usare la danza contemporanea per rappresentare la sua emozione? E come hai lavorato sulla coreografia e sull'illuminazione della scena?
Ho guardato molta danza contemporanea e conosco molti coreografi e ballerini. Inoltre, molti degli attori nei miei film sono anche ballerini professionisti. Quindi, ho voluto integrare elementi di coreografia in tutti i miei film. Per la scena in questione in questione la luce utilizzata è in realtà davvero semplice, ma concorso: l’effetto finale è molto, molto più raffinato di quanto poi abbiamo lavorato sul set (ride).
Sai, la scala su cui abbiamo girato è davvero lunghissima, si prestava bene alla scena in cui lei comincia a salirla camminando e poi ci balla sopra. È costì alta che in cima c’è un punto da cui saltare per il budgy jumping.
Uno dei temi del film è la creatività, in particolare la scrittura, dato che il primo amore della protagonista si trasforma in un romanzo. In un passaggio del film dice “non leggo i libri per scoprire la verità, ma per trovare me stessa nella scrittura.” Non ho potuto fare a meno di pensare che fosse la tua storia di come tu ti sia raccontato nel tuo cinema.
È così. Scrivere è un processo molto interessante perché scrivere della vita e della realtà ti costringe a scrivere di te stesso, entro una certa misura. Ti costringe però anche a inventare, perché la scrittura è creazione, perché come fa la protagonista nel film ti trovi di fronte alla necessità di tacere qualcosa, di modificare altro. Quello che ha scritto è la verità? È possibile che ci siano più verità possibili? Non sono nella storia: io e te potremmo aver vissuto e interpretato quello che succede nel film, le parti scritte che vengono lette durante le varie scene, in modo differente. È un aspetto importante di Dreams per me.