Cannes 2023, i film migliori e i peggiori visti al Festival

È tempo di tirare le somme dell’edizione 2023 del Festival di Cannes. Quali sono i film che porteremo con noi e quali siamo pronti a dimenticare? I top e i flop di Cannes 76.

Cannes 2023 i film migliori e i peggiori visti al Festival

Con l’assegnazione della Palma d’Oro in serata (clicca qui per leggere le nostre previsioni) si chiuderà il Festival di Cannes 2023. In attesa di scoprire chi riceverà il prestigioso premio dalle mani del presidente di giuria, il regista svedese Ruben Östlund, è arrivato il momento di tirare le somme e tracciare un bilancio di questa edizione di Cannes.

Un’operazione che è più di una classifica di top e di flop. Cannes infatti è un ottimo termometro per capire come sarà l’annata cinematografica e individuare alcune delle grandi pellicole che poi saranno protagoniste in autunno della scena e della corsa agli Oscar. Esemplare in questo è quanto avvenuto con Parasite, che qui vinse la Palma d’Oro e poi cominciò la sua lunga cavalcata verso la consacrazione.

L’impressione quest’anno è di non avere trovato un Parasite, un grande film percepito da molti come superiore a tutto il resto. Il livello del concorso però è risultato medio-alto, con pochissime pellicole fallimentari e tanti titoli di livello. Il limite di alcuni dei film più memorabili visti è di essere molto impegnativi e divisivi, quindi non è semplice capire se e come li riceverà il grande pubblico.

Il concorso e le sezioni collaterali hanno presentato un’annata di grandi ritorni e onorati maestri. Cannes quest’anno ha puntato sui suoi “grandi vecchi” di riferimento e non ha sbagliato. Quasi tutti i nomi più attesi hanno portato film di livello e non è escluso che chi vincerà la Palma ne abbia già una casa. Per saperne di più, puoi leggere anche il nostro toto Palma.

Continua a leggere per scoprire i top e flop dal Festival di Cannes 2023:

I film migliori visti a Cannes 2023

Non c’è un film che svetta incontestabilmente sopra gli altri tra quelli in corsa per la Palma d’Oro, bensì un bacino di ottime pellicole tra cui pescare ed eleggere i propri favoriti.

A livello stilistico, The Zone of Interest di Jonathan Glazer non ha rivali. È uno dei sempre più rari film che tenta di portare il cinema in territori inesplorati, spingendone ai limiti le possibilità espressive. Adattamento di un romanzo di Martin Amis (morto a poche ore dalla prima mondiale del film), The Zone of Interest racconta l’orrore dell’Olocausto da una prospettiva davvero mai vista e spiazzante, con un lavoro incredibile alla regia. Scelte tanto radicali però si pagano in termini di consenso. Pur essendo divisivo, il film è riconosciuto da una buona fetta della critica tra i titoli migliori visti in Croisette.

Sul fronte opposto ci sono i crowd pleaser, i film in apparenza semplici, scaldacuore, che conquistano subito il pubblico con la loro capacità di veicolare in maniera essenziale e diretta piccole storie quotidiane con dentro il senso stesso della vita. Perfect Day di Wim Wenders e Fallen Leaves di Aki Kaurismaki sono entrambi film di altissimo livello che spiccano nelle rispettive carriere dei due cineasti, che da tempo non regalavano titoli così riusciti.

Cannes 2023, i film migliori e i peggiori visti al Festival
Anatomy of a fall

Il primo ci porta nel giapponese delle piccole cose, con una storia di una vita umile ma esemplare, guidata dalla grande interpretazione del protagonista Koji Yakusho. Il secondo racconta una storia d’amore piccola e preziosa in un contesto che dovrebbe essere malinconico e cupo, ma viene trasformato e trasfigurato dal cinema essenziale e positivo del regista finlandese.

Come sempre i francesi si fanno notare, partire dal bellissimo Anatomy of a Fall di Justine Triet, un legal drama potente e intrigante con al centro una donna, moglie e madre con licenza di essere stronza, interpretata da una fenomenale Sandra Hüller. Notevole anche La Passion de Dodin Bouffant, regia di Trần Anh Hùng: un film sensualissimo sulla cucina come arte e filosofia che rende la vita sopportabile e le dà un senso, con una regia incredibile e un duo di protagonisti da applausi a scena aperta: Juliette Binoche e Benoît Magimel.

Per saperne di più leggi la recensione di Anatomy of a Fall.

Anche il fronte Hollywood, pur con pochi titoli presenti, si è molto ben difeso. In concorso Firebrand di Karim Aïnouznon ha convinto tutti, ma sono convinta crescerà con il tempo. Un film che si prende grandi libertà storiche nel raccontare il regno del terrore di Enrico VIII dal punto di vista delle figlie e della moglie che tenta di sopravvivergli, ma con una ricostruzione rigorosa e una tensione da thriller.

Stupendo, ma davvero non per tutti, May December di Todd Haynes, deliziosa riflessione camp sul mondo degli scandali da tabloid e dei film che tentano di “ripulirli” per fare denaro al box office. Natalie Portman e Julianne Mooresi son già fatte notare in chiave Oscar e il film è stato acquistato da Netflix.

Per saperne di più leggi la recensione di May December.

Come non menzionare poi il ritorno, davvero di livello, di Martin Scorsese con Killers of the Flower Moon? Un ottimo film in una carriera già eccezionale. Nelle sezioni minori sono da segnalare i ritorni in grande spolvero di Michel Gondry con The Book of Solutions e Cerrar los ojos di Víctor Erice. Da non dimenticare poi lo sfizioso corto di Pedro Almodóvar che si cimenta per la prima volta con il western, Strange Way of Life.

Un grande plauso anche al cinema italiano che, pur con qualche alto e basso, ha fatto ottima figura. Nanni Moretti e Marco Bellocchio non hanno deluso con Il sol dell’avvenire e Rapito, mentre La chimera di Alice Rohrwacher ha raccolto gli entusiasmi della stampa straniera.

Cannes 2023, i film migliori e i peggiori visti al Festival
Killers of the flower moon

I film peggiori visti a Cannes 2023

Come anticipato, decisamente più esigua la lista dei film poco riusciti o dei disastri visti a Cannes. Il peggior film proiettato in Croisette tra quelli in concorso è, come ampiamente anticipato, Black Flies di Jean-Stéphane Sauvaire. Rimane un mistero come questo drammone con Sean Penn nei panni in un ambulanziere sia potuto approdare in un concorso di questo livello, quando si faticherebbe a capirne la presenza come titolo fuori concorso.

Eccessivo, morbosamente violento (Moretti non approverebbe), dalla mano pesantissima nel raccontare la dura vita degli ambulanzieri statunitensi. Da dimenticare.

Tra i grandi cineasti a sbagliare quasi completamente film c’è solo Wes Anderson con Asteroid City. Lo statunitense confeziona un film di fattura pregevole, ma dentro non c’è niente di memorabile: un vuoto manierismo e un continuo ripetersi che hanno stancato.

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Asteroid City

Per saperne di più leggi la recensione di Asteroid City.

Anche Club Zero di Jessica Hausner soffre dello stesso problema: regia bellissima, stilisticamente impeccabile, ma la sua riflessione su un certo modo di vivere l’attivismo in adolescenza e sulla realtà educativa e familiare delle elite è assai meno intelligente e prorompente di quel che il film creda.

Tra i film fuori concorso, The New Boy di Warwick Thornton deraglia completamente, nonostante la presenza di Cate Blanchett nei panni di una suora molto intraprendente nell’Australia d’inizio ‘900.

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