For the love of Spock
di
“Non sarò il più veloce, non sarò il più alto o il più forte, non sarò il migliore, né il più intelligente, ma c'é una cosa che so fare meglio di tutti: essere me stesso”.
Sono le parole di una poesia di Leonard Nimoy che aprono il documentario scritto e diretto da suo figlio Adam e che attualmente potete trovare su Netflix. Se siete fan di The Big Bang Theory avrete sicuramente visto la scena dove Sheldon viene intervistato dallo stesso autore per raccontare l'influenza che Spock (il più famoso personaggio interpretato da Nimoy) ha avuto nella sua vita. E' stato un preludio di quello che possiamo trovare nell'ora e mezzo di documentario dove amici, colleghi e famigliari parlano di Nimoy come uomo e come attore e di come il suo personaggio abbia lasciato un segno indelebile nella pop culture.
Ma sono probabilmente le sue stesse interviste a rappresentare la parte più interessante del girato, perché contrariamente ad altri attori che temono di rimanere “imprigionati” nel personaggio, lui dichiara apertamente di adorare Spock e di essere innamorato di Star Trek in tutte le sue forme. Lo stesso William Shatner, il comandante Kirk di Star Trek, per anni ha combattuto per non essere ricordato soltanto per questo suo fortunato ruolo, ma non Leonard Nimoy. Tanto che, quando entrò stabilmente nel cast di “Mission Impossible” si annoiò molto presto del trasformismo del suo personaggio, abbandonando molto presto la serie.
Il documentario ripercorre le tappe fondamentali della carriera di Nimoy, a parte dai difficili inizi a Boston, quando anche la famiglia voleva impedirgli di intraprendere la carriera attoriale, fino all'ingresso in pianta stabile in Star Trek. Fu lo stesso Gene Roddenberry a salvare il solo Nimoy dal fallimento del primo “pilota” girato per la NBC.
Questo é solo uno dei tanti aneddoti che si possono trovare all'interno del film, comprese anche scene tagliate dove lo stesso Adam, con la complicità della produzione, faceva qualche scherzo al padre durante le riprese di Star Trek. Ed é lo stesso Nimoy che racconta del suo ingresso nel cast, dell'idea delle orecchie a punta, delle lunghe sessioni di make up prima delle puntate, parlando ovviamente anche del suo rapporto con William Shatner. Ma ancora di più stupiscono i racconti di Nimoy che aiutano a comprendere quanto di suo ci sia in Spock, a partire dal suo tipico saluto, inventato da lui stesso, fino alla famosa presa vulcaniana che l'attore mise in scena in barba al copione che prevedeva di colpire l'avversario con il calcio di una pistola.
Sono diversi i membri del cast, vecchio e nuovo, che gli rendono omaggio. Tra questi spiccano ovviamente William Shatner, Walter Koenig, Chris Pine, Karl Urban e il nuovo Spock sul grande schermo: Zachary Quinto.
Ovviamente il rovescio della medaglia di tanta notorietà era relativa alla quasi totale assenza in famiglia a causa dei ritmi particolarmente serrati nella produzione dello show e per l'invadenza dei fans, che assediavano casa sua con la pretesa di conoscerlo di persona. E' lo stesso Nimoy ad ammettere che molto ingenuamente aveva lasciato il suo nome e indirizzo nell'elenco telefonico, ed era quindi un facile bersaglio di chi non é capace di vedere il sottile confine tra lavoro e vita privata.
La nostra scena preferita é sicuramente quella dove Nimoy legge davanti al pubblico la prima recensione di Variety che prevedeva un totale fallimento per la neonata Star Trek, accusando Shatner e lo stesso Nimoy di essere due attori “legnosi”. Ed é proprio in questa occasione che Nimoy si lascia andare ad una presa in giro molto simpatica, ma carica di rispetto, proprio nei confronti di Shatner.
Il film, finanziato grazie ad oltre 600 mila dollari raccolti da Adam attraverso Kickstarter é una vera perla non solo per gli amanti di Star Trek, ma anche per tutti coloro vogliano approfondire la figura di una delle icone della cultura pop che é riuscita ad andare oltre al piccolo schermo e ad influenzare un'intera generazione di attori.
Non perdetelo.
Lunga vita e prosperità (si, lo so, é banale…)
Sono le parole di una poesia di Leonard Nimoy che aprono il documentario scritto e diretto da suo figlio Adam e che attualmente potete trovare su Netflix. Se siete fan di The Big Bang Theory avrete sicuramente visto la scena dove Sheldon viene intervistato dallo stesso autore per raccontare l'influenza che Spock (il più famoso personaggio interpretato da Nimoy) ha avuto nella sua vita. E' stato un preludio di quello che possiamo trovare nell'ora e mezzo di documentario dove amici, colleghi e famigliari parlano di Nimoy come uomo e come attore e di come il suo personaggio abbia lasciato un segno indelebile nella pop culture.
Ma sono probabilmente le sue stesse interviste a rappresentare la parte più interessante del girato, perché contrariamente ad altri attori che temono di rimanere “imprigionati” nel personaggio, lui dichiara apertamente di adorare Spock e di essere innamorato di Star Trek in tutte le sue forme. Lo stesso William Shatner, il comandante Kirk di Star Trek, per anni ha combattuto per non essere ricordato soltanto per questo suo fortunato ruolo, ma non Leonard Nimoy. Tanto che, quando entrò stabilmente nel cast di “Mission Impossible” si annoiò molto presto del trasformismo del suo personaggio, abbandonando molto presto la serie.
Il documentario ripercorre le tappe fondamentali della carriera di Nimoy, a parte dai difficili inizi a Boston, quando anche la famiglia voleva impedirgli di intraprendere la carriera attoriale, fino all'ingresso in pianta stabile in Star Trek. Fu lo stesso Gene Roddenberry a salvare il solo Nimoy dal fallimento del primo “pilota” girato per la NBC.
Questo é solo uno dei tanti aneddoti che si possono trovare all'interno del film, comprese anche scene tagliate dove lo stesso Adam, con la complicità della produzione, faceva qualche scherzo al padre durante le riprese di Star Trek. Ed é lo stesso Nimoy che racconta del suo ingresso nel cast, dell'idea delle orecchie a punta, delle lunghe sessioni di make up prima delle puntate, parlando ovviamente anche del suo rapporto con William Shatner. Ma ancora di più stupiscono i racconti di Nimoy che aiutano a comprendere quanto di suo ci sia in Spock, a partire dal suo tipico saluto, inventato da lui stesso, fino alla famosa presa vulcaniana che l'attore mise in scena in barba al copione che prevedeva di colpire l'avversario con il calcio di una pistola.
Sono diversi i membri del cast, vecchio e nuovo, che gli rendono omaggio. Tra questi spiccano ovviamente William Shatner, Walter Koenig, Chris Pine, Karl Urban e il nuovo Spock sul grande schermo: Zachary Quinto.
Ovviamente il rovescio della medaglia di tanta notorietà era relativa alla quasi totale assenza in famiglia a causa dei ritmi particolarmente serrati nella produzione dello show e per l'invadenza dei fans, che assediavano casa sua con la pretesa di conoscerlo di persona. E' lo stesso Nimoy ad ammettere che molto ingenuamente aveva lasciato il suo nome e indirizzo nell'elenco telefonico, ed era quindi un facile bersaglio di chi non é capace di vedere il sottile confine tra lavoro e vita privata.
La nostra scena preferita é sicuramente quella dove Nimoy legge davanti al pubblico la prima recensione di Variety che prevedeva un totale fallimento per la neonata Star Trek, accusando Shatner e lo stesso Nimoy di essere due attori “legnosi”. Ed é proprio in questa occasione che Nimoy si lascia andare ad una presa in giro molto simpatica, ma carica di rispetto, proprio nei confronti di Shatner.
Il film, finanziato grazie ad oltre 600 mila dollari raccolti da Adam attraverso Kickstarter é una vera perla non solo per gli amanti di Star Trek, ma anche per tutti coloro vogliano approfondire la figura di una delle icone della cultura pop che é riuscita ad andare oltre al piccolo schermo e ad influenzare un'intera generazione di attori.
Non perdetelo.
Lunga vita e prosperità (si, lo so, é banale…)