George Miller
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Da Mad Max a Babe Maialino Coraggioso, passando per l'Olio di Lorenzo. La filmografia di George Miller (all'anagrafe George Miliotis) ci trasmette l'eccentrica e curiosa voglia di rischiare di un regista che ha saputo mettersi in gioco, riuscendo anche a coniare all'interno della fantascienza un nuovo linguaggio cinematografico. A settant'anni compiuti, il regista australiano di Mad Max: Fury Road, si trova alla sua quinta candidatura agli Oscar. Ma proviamo a scoprire qualcosa di più del passato di uno dei nomi più influenti nel mondo del cinema moderno.
Miller nasce nel Queensland il 3 marzo 1945 da una coppia di immigrati greci. Frequenta un normale corso di studi fino a quando decide di iscriversi all'università del New South Wales alla facoltà di medicina.
Il primo lavoro svolto da George con un macchina da presa é un corto, girato insieme al fratello, durante l'ultimo anno di medicina. La svolta nella sua carriera avviene però quando decide di partecipare ad un concorso cinematografico all'università di Melbourne. Qui incontra Byron Kennedy che diventerà un suo grande amico e collaborate sino alla tragica scomparsa di quest'ultimo nel 1983 dopo un incidente in elicottero.
La sua carriera é folgorante sin dall'inizio. Il primo fil girato da Miller nel 1979 é proprio Mad Max, meglio conosciuto come Interceptor. La fortuna volle che questo film fosse il vincitore di un concorso per cineasti dilettanti, attirando su di se diverse attenzioni. Girato con un budget da film di serie B (meno di 300 mila dollari australiani), il film diventò rapidamente record di incassi in tutto il mondo, tanto da entrare nel Guinnes dei primati come miglior incasso di sempre per un film a basso budget, record che mantenne sino al 1999 quando fu superato da The Blair Witch Project. Piccola curiosità: Mel Gibson, ottenne il ruolo di Max Rockatansky quasi per caso, dato che accompagnò al provino l'amico Steve Bisley.
Il successo fu sigillato dal seguito, Il guerriero della Strada, che portò con se ulteriori elementi in grado di segnare profondamente la filmografia di Miller come ad esempio l'utilizzo di elementi medievali all'interno di film futuristici e una violenza piuttosto esplicita e gratuita, momenti poi ripresi da altre pellicole.
Dopo aver girato un episodio del collettivo Ai confini della realtà, Miller decide di tornare nuovamente nel mondo di Mad Max nel 1985 con il terzo capitolo della saga: Mad Max - Oltre la Sfera del Tuono. Film che però non avrà lo stesso successo dei due precedenti.
Da qui inizia, finalmente, a prendere in considerazione altri temi dimostrandosi un regista in grado di spaziare con estremamente facilità su più generi. Gira Le Streghe di Eastwick, black comedy con Jack Nicholson e il trio Sarandon, Cher e Pfeiffer e il drammatico l'Olio di Lorenzo ispirato alla vera storia di due genitori che ricercano una cura contro una malattia rara.
Nel 1993, teoricamente, avrebbe dovuto girare Contact, ma dopo diversi disaccordi e un anno di lavorazione, Miller decise insieme a Warner di lasciare il progetto, che fu successivamente affidato a Robert Zemeckis. Da questo momento in poi la carriera di Miller prende, ancora una volta, una strada completamente differente. Nel 1995 produce Babe, Maialino Coraggioso. Un progetto che lo affascina così tanto da portarlo a dirigere, sceneggiare e produrre il seguito nel 1998, ovvero Babe va in città.
Dopo qualche anno di pausa, Miller passa al musical d'animazione con Happy Feet. Un film incensato dalla critica e successo clamoroso al botteghino. Proprio con questo film arriva la terza nomination agli Oscar, ma soprattutto la prima vittoria della statuetta come Miglior film d'animazione. Pensate che Miller poteva diventare il regista del primo lungometraggio dedicato alla Justice League, chiamato Justice League: Mortal. Nonostante il cast al gran completo (D.J.Cotrona come Superman, Armie Hammer come Batman e Megan Gale nel ruolo di Wonder Woman, giusto per dirvi alcuni nomi) i continui ritardi di produzione, dettati anche dal famoso sciopero degli sceneggiatori tra il 2007 ed il 2008, fece naufragare il progetto.
Nel 2011 torna così a lavorare sul seguito di Happy Feet, e poco dopo annunciò anche Mad Max: Fury Road, quarto capitolo della famosa saga fantascientifica. Il film é un successo incredibile tanto da portare un genere così particolare a trionfare tra le nominations di quest'anno.
Non c'é assolutamente nessun tipo di dubbio se si afferma che George Miller nella sua carriera ha avuto il coraggio di osare, di spingersi su sentieri mai battuti per provare a raccontare qualcosa di diverso. Sicuramente il suo più grande amore e il suo miglior lavoro in assoluto rimane la quadrilogia di Mad Max.
Uno stile che mischia diversi elementi tra cui il medioevo già citato, il mondo post apocalittico di Ken Shiro (fonte di ispirazione più volte dichiarata) e la violenza che Miller vide durante i suoi trascorsi come medico al pronto soccorso. Tutti questi elementi portano a film estremamente “rabbiosi” in termini di regia. Immagini veloci, cruente, estremamente dinamiche. Uno stile inconfondibile e che ha fatto la fortuna di una saga che é diventata il pilastro centrale della cinematografia australiana.
Molti di questi elementi li ritroviamo anche in Fury Road. Il tempo non viene circoscritto, il contesto non viene spiegato. Si racconta semplicemente una storia fatto di violenza e pessimismo nei confronti dell'umanità intera. Il post apocalittico raccontato da Miller non ha una vera e propria dimensione, ma viene semplicemente utilizzato per raccontare situazioni violente e disilluse.
La bravura del regista sta anche e soprattutto nell'essersi riuscito ad affermare anche in generi differenti da quello che lo ha reso famoso. Pensate alla nomination del 1993 per la sceneggiatura di l'Olio di Lorenzo, oppure, a quella di miglior film per Babe, Maialino Coraggioso. Sino ad arrivare all'Oscar per Happy Feet. Esempi di puro estro ed eclettismo.
George Miller, con l'assurda e coraggiosissima regia di Mad Max: Fury Road ha dimostra al mondo che arrivato alla soglia di 70 anni ha ancora tantissima voglia di raccontare e stupire il pubblico alla sua maniera…e noi non possiamo che essere felici di questa sua volontà! Cento di questi anni George!
George, regista coraggioso!
Miller nasce nel Queensland il 3 marzo 1945 da una coppia di immigrati greci. Frequenta un normale corso di studi fino a quando decide di iscriversi all'università del New South Wales alla facoltà di medicina.
Il primo lavoro svolto da George con un macchina da presa é un corto, girato insieme al fratello, durante l'ultimo anno di medicina. La svolta nella sua carriera avviene però quando decide di partecipare ad un concorso cinematografico all'università di Melbourne. Qui incontra Byron Kennedy che diventerà un suo grande amico e collaborate sino alla tragica scomparsa di quest'ultimo nel 1983 dopo un incidente in elicottero.
La sua carriera é folgorante sin dall'inizio. Il primo fil girato da Miller nel 1979 é proprio Mad Max, meglio conosciuto come Interceptor. La fortuna volle che questo film fosse il vincitore di un concorso per cineasti dilettanti, attirando su di se diverse attenzioni. Girato con un budget da film di serie B (meno di 300 mila dollari australiani), il film diventò rapidamente record di incassi in tutto il mondo, tanto da entrare nel Guinnes dei primati come miglior incasso di sempre per un film a basso budget, record che mantenne sino al 1999 quando fu superato da The Blair Witch Project. Piccola curiosità: Mel Gibson, ottenne il ruolo di Max Rockatansky quasi per caso, dato che accompagnò al provino l'amico Steve Bisley.
Il successo fu sigillato dal seguito, Il guerriero della Strada, che portò con se ulteriori elementi in grado di segnare profondamente la filmografia di Miller come ad esempio l'utilizzo di elementi medievali all'interno di film futuristici e una violenza piuttosto esplicita e gratuita, momenti poi ripresi da altre pellicole.
Dopo aver girato un episodio del collettivo Ai confini della realtà, Miller decide di tornare nuovamente nel mondo di Mad Max nel 1985 con il terzo capitolo della saga: Mad Max - Oltre la Sfera del Tuono. Film che però non avrà lo stesso successo dei due precedenti.
Da qui inizia, finalmente, a prendere in considerazione altri temi dimostrandosi un regista in grado di spaziare con estremamente facilità su più generi. Gira Le Streghe di Eastwick, black comedy con Jack Nicholson e il trio Sarandon, Cher e Pfeiffer e il drammatico l'Olio di Lorenzo ispirato alla vera storia di due genitori che ricercano una cura contro una malattia rara.
Nel 1993, teoricamente, avrebbe dovuto girare Contact, ma dopo diversi disaccordi e un anno di lavorazione, Miller decise insieme a Warner di lasciare il progetto, che fu successivamente affidato a Robert Zemeckis. Da questo momento in poi la carriera di Miller prende, ancora una volta, una strada completamente differente. Nel 1995 produce Babe, Maialino Coraggioso. Un progetto che lo affascina così tanto da portarlo a dirigere, sceneggiare e produrre il seguito nel 1998, ovvero Babe va in città.
Dopo qualche anno di pausa, Miller passa al musical d'animazione con Happy Feet. Un film incensato dalla critica e successo clamoroso al botteghino. Proprio con questo film arriva la terza nomination agli Oscar, ma soprattutto la prima vittoria della statuetta come Miglior film d'animazione. Pensate che Miller poteva diventare il regista del primo lungometraggio dedicato alla Justice League, chiamato Justice League: Mortal. Nonostante il cast al gran completo (D.J.Cotrona come Superman, Armie Hammer come Batman e Megan Gale nel ruolo di Wonder Woman, giusto per dirvi alcuni nomi) i continui ritardi di produzione, dettati anche dal famoso sciopero degli sceneggiatori tra il 2007 ed il 2008, fece naufragare il progetto.
Nel 2011 torna così a lavorare sul seguito di Happy Feet, e poco dopo annunciò anche Mad Max: Fury Road, quarto capitolo della famosa saga fantascientifica. Il film é un successo incredibile tanto da portare un genere così particolare a trionfare tra le nominations di quest'anno.
Una visione eclettica del mondo
Non c'é assolutamente nessun tipo di dubbio se si afferma che George Miller nella sua carriera ha avuto il coraggio di osare, di spingersi su sentieri mai battuti per provare a raccontare qualcosa di diverso. Sicuramente il suo più grande amore e il suo miglior lavoro in assoluto rimane la quadrilogia di Mad Max.
Uno stile che mischia diversi elementi tra cui il medioevo già citato, il mondo post apocalittico di Ken Shiro (fonte di ispirazione più volte dichiarata) e la violenza che Miller vide durante i suoi trascorsi come medico al pronto soccorso. Tutti questi elementi portano a film estremamente “rabbiosi” in termini di regia. Immagini veloci, cruente, estremamente dinamiche. Uno stile inconfondibile e che ha fatto la fortuna di una saga che é diventata il pilastro centrale della cinematografia australiana.
Molti di questi elementi li ritroviamo anche in Fury Road. Il tempo non viene circoscritto, il contesto non viene spiegato. Si racconta semplicemente una storia fatto di violenza e pessimismo nei confronti dell'umanità intera. Il post apocalittico raccontato da Miller non ha una vera e propria dimensione, ma viene semplicemente utilizzato per raccontare situazioni violente e disilluse.
La bravura del regista sta anche e soprattutto nell'essersi riuscito ad affermare anche in generi differenti da quello che lo ha reso famoso. Pensate alla nomination del 1993 per la sceneggiatura di l'Olio di Lorenzo, oppure, a quella di miglior film per Babe, Maialino Coraggioso. Sino ad arrivare all'Oscar per Happy Feet. Esempi di puro estro ed eclettismo.
George Miller, con l'assurda e coraggiosissima regia di Mad Max: Fury Road ha dimostra al mondo che arrivato alla soglia di 70 anni ha ancora tantissima voglia di raccontare e stupire il pubblico alla sua maniera…e noi non possiamo che essere felici di questa sua volontà! Cento di questi anni George!