Glass Onion: più che un film, un campo estivo: Rian Johnson e il cast raccontano il film
Daniel Craig, l’assoluta star di Glass Onion, è assente influenzato e giustificato, ma Glass Onion è uno di quei film dal cast così ricolmo di star che il livello di glamour rimane ai massimi. Lui non c’è ma i colleghi non fanno che parlare della sua leadership sul set e di quanto l’ex James Bond somigli molto per guardaroba e carattere a Benoit, il buffo detective che Rian Johnson gli ha cucito addosso, facendo nascere dal nulla un franchise irresistibile per gli amanti dei gialli.
Knives Out era stata una scommessa che aveva divertito così tanto i suoi creatori -Rian e Daniel - da promettersi di tornare sul set anche a fronte di un modesto successo. Promessa mantenuta, con lo zampino di Netflix che ha acquisito i diritti e dato i mezzi necessari al duo per attirare un cast talentuoso, glamour ma incapace di prendersi sul serio, come dimostra la scherzosa conferenza stampa di Glass Onion, a cui sono intervenuti:
- Rian Johnson - regista
- Edward Norton - Miles Bron
- Janelle Monáe - Cassandra Brand
- Kate Hudson - Birdie Jay
- Leslie Odom Jr.
Dopo il notevole successo di Knives Out, tu e Daniel dovete esservi sentiti in un’ottima posizione per fare Glass Onion.
Rian Johnson - Il primo Knives Out era stato una sfida ma io e Daniel ci siamo divertiti tantissimo a girarlo, tanto che all’epoca ci eravamo detti che volevamo farne altri di film simili. Ci sarebbe bastato che il primo avesse un successo modesto, appena necessario per finanziare il secondo, per andare avanti. Non vedevamo l’ora di continuare.
La nostra idea guida per questo franchise è quella di avere i romanzi e le scelte di Agatha Christie come stella polare. Come lei volevamo cambiare ogni volta location, personaggi, ma anche generi e toni. Io sono un suo grande lettore e fan anche perché ogni suo romanzo è qualcosa di nuovo, differente. Ho cercato di fare la stessa cosa, ovviamente a modo mio, un pochino differente.
Glass Onion è ambientato in una meravigliosa isola greca, lontanissima dal New England del primo film. Perché?
Rian Johnson - Volevo solo allontanarmi dai marroni, dai verdi, dai toni autunnali del primo film, che si rifà a una prolifica narrazione investigativa ambientata nella campagna inglese, nelle grandi magioni degli aristocratici. In realtà nel genere delle detective stories ci sono tanti luoghi in cui è “tradizione” ambientare un omicidio. Forse sulla scelta ha influito il fatto che abbia scritto questo film nel pieno della pandemia, forse inconsciamente desideravo essere anche io su un’isola greca durante il lockdown.
Kate, è vero che hai inseguito Rian per avere il ruolo?
Kate Hudson - È vero, al 100%. Quando ho letto la sceneggiatura, volevo il ruolo di Birdie Jay, la modella e influencer spumeggiante ma superficiale. C’era però un’altra attrice in lizza. Io non ho mollato, sono rimasta nella stanza delle audizioni finché Ryan mi ha dato una chance, mi ha detto: “fammi vedere com’è la tua Birdie”.
Rian Johnson - In questo film viene organizzata una grande cena, con tanti commensali. Selezionare un cast somiglia molto all’organizzare un evento di questo tipo: vuoi intorno a te le persone migliori, quelle con cui ti piace passare del tempo con cui ti trovi più a tuo agio.
Come è andata la prima volta, durante la lettura del copione tutti insieme?
Kate Hudson - Ci siamo trovati per la prima volta a casa di Daniel. Siamo arrivati uno dopo l’altro. Daniel è arrivato con una maglietta color salmone e le espadrillas, servendo cocktail a tutti.
Sembra quasi di sentir descrivere Benoit in questo film.
Edward Norton - C’è tantissimo di Daniel in Benoit. Alla fine questa esperienza è somigliata un po’ a lavorare con una compagnia teatrale. Tutti insieme per tanto tempo, tutti lontano da casa, ognuno con il suo spazio personale ma con tutta la giornata da trascorrere assieme.
Non tutti avevano l’esperienza di set così pieno di interpreti in una singola scena…a me non era capitato spesso prima. Daniel è stato un po’ la mia guida, dato che aveva già girato il primo Knives Out.
Leslie Odom Jr. - Io ho fatto parte di compagnie teatrali e posso dire che non può funzionare se non c’è una forte leadership. Sul nostro set sia Rian sia Daniel erano leader nati.
Come si fa funzionare tutto questo? Sembra molto complicato…
Rian Johnson - È solo una questione di persone e interpreti. In questo cast ci sono attori che si possono portare sulle spalle da soli un intero film, ma si sono davvero tutti impegnati in uno sforzo collettivo ed è fantastico.
Per me la priorità è che nessuno prendesse il COVID. Quando hai degli interpreti così capaci, quando hai Daniel, non hai mai molto da fare come regista.
Quando avete letto il copione vi aspettavate quel finale, chi pensavate che sarebbe morto?
Edward Norton - Da questa intervista avrete capito che Kate non aveva assolutamente indovinato il finale. Senza fare spoiler posso dire che il mio ruolo è fantastico: quando Rian ti chiama e ti dice che il set sarà “un campo estivo per persone non serie”, sai che devi accettare al volo. A nessuno qui si applicano gli aggettivi “ripetitivo e noioso”: è stato davvero divertente scoprire la storia e crearla dal vivo, proprio come il campeggio estivo o una scuola di teatro alle superiori.
Alla fine fare film o teatro è molto ironico: siamo sempre serissimi, ma alla fine siamo un gruppo di adulti che si travestano e tentano di essere altre persone. Su questo set ho proprio sentito la voglia di divertire il pubblico.
Janelle, anche tu fai un ruolo sorprendente e bellissimo. Cosa ci puoi dire?
Janelle Monáe - Io sono una grande fan di quelli con cui ho lavorato in questo film. Da anni ero pronta a dire sì a Rian, anche prima di leggere questo personaggio così misterioso, così stratificato. In alcuni momenti mi sono dovuta concentrare, ma non mi sono mai dovuta isolare.
Non posso proprio lamentarmi: ero in Grecia a girare su un set su cui sono cresciuta tantissimo, mi sono divertita con persone fantistiche.
Kate Hudson - Una cosa che posso rilevarvi è che Janelle anche fuori dal set era sempre la meglio vestita. Ma dove trovava la forza di vestirsi sempre così bene?
Edward Norton - È vero! Viaggia con questo baule enorme, praticamente un armadio a tre ante pieno di vestiti.
Daniel oggi non è qui perché non sta bene, quindi potete parlare senza che lui lo sappia…
Kate Hudson - Cosa si può dire? Lui ha una grande esperienza e un enorme talento, un vero professionista. Daniel rende onore ai dialoghi di Rian. Per non parlare della padronanza fisica con cui accompagna parole e movimenti.
Edward Norton - È incredibile vedere James Bond davanti a te recitare in modo completamente differente. La prima volta che l’ho visto sul set ho pensato che fosse Bond, ma era palesemente diverso come persona e personaggio.
I costumi di questo film sono davvero parte integrante del film. Avete tutti un grande senso della moda.
Edward Norton - Mi divertivo tantissimo ad entrare nella sala costumi e vedere le polaroid dei cambi d’abito di quanti ti avevano preceduto. Le foto di Dave Bautista, i suoi outfit erano imbattibili.
Kate Hudson - Quando andavo a provare i miei costumi da Jenny era pazzesco, indossavo gli abiti di Birdie e mi sentivo subito lei. L’aspetto sorprendente è che ognuno di noi aveva uno stile così preciso, così iconico…