Golden Globe 2016: I candidati per la sezione Cinema
Per i cinefili più incalliti la corsa agli Oscar non finisce mai: comincia tenendo d'occhio le pellicole più forti e premiate nei festival europei (con un occhio di riguardo in particolare a Cannes), passando per Sundance e Toronto Film Festival, fino ad arrivare in autunno, quando si affollano le uscite dei film che le major sono pronte a sostenere. L'inizio vero e proprio dei pronostici però scatta più o meno con l'annuncio delle nomination ai Golden Globes, i premi a forma di globo dorato nati nel 1944, i cui vincitori sono stabiliti da voi della stampa cinematografica estera iscritta alla Hollywood Foreign Press Association.
Non sono forse l'indicatore più valido, dato che premi come i SAG o gli Indipendent Spirit Awards condividono lo stesso pubblico votante degli Oscar (e per questo motivo sono pressoché infallibili in alcune categorie specifiche, soprattutto tecniche) o gli stessi obiettivi (privilegiare film "piccoli" e indipendenti, ad esempio), ma rimangono il termometro più affidabile dell'andamento generale delle nomination agli Oscar e sono in grado di influenzarle direttamente. Come? semplice: le loro nomination vengono pubblicate quando i votanti degli Oscar stanno ancora cercando di capire quali film recuperare per esprimere le loro preferenze e ovviamente una pellicola molto nominata ai Golden Globes schizzerà ai primi posti della lista dei film importanti da vedere il prima possibile.
Questo 2015 presenta una situazione un po' anomala: Star Wars che ha fatto slittare le uscite di molti frontrunner in patria e si presenta inoltre come un candidato tecnico che sicuramente tutti avranno visto, il leak di una copia di Revenant rischia di impattare enormemente sul suo risultato al botteghino (e un film che incassa bene viene percepito come più urgente nella lista dei recuperi dai votanti dell'Academy) e l'incognita Tarantino con la sua uscita ritardatissima e screening dedicati ai votati molto più selettivi del solito rischiano di rendere meno aderenti del solito le scelte dei globi dorati rispetto a quelle degli omini del medesimo colore.
Tuttavia un paio di indicazioni sono arrivate forti e chiare. Carol di Todd Haynes sta mietendo consensi ben più di quanto facesse prevedere il suo responso critico all'indomani della proiezione a Cannes, ai Globes e a tutti i premi critici finora assegnati. In un anno che pareva orfano di un film fortissimo, l'ultima prova di Haynes sembra il miglior candidato per sbancare agli Oscar, complice la tematica LGBT, il taglio autoriale e le ottime performance delle protagoniste: tutte qualità che pagano tantissimo in termini di voti dell'Academy.
La vera incognita é: gli Oscar supereranno il loro pregiudizio decennale contro il cinema di genere? Questo potrebbe essere l'anno giusto, con Mad Max: The Fury Road che dopo critiche stratosferiche e incassi ragguardevoli, sta anche conquistando nomination inaspettate, ai Golden Globes e altrove. Non gode dello stesso status di capolavoro ma sbandiera il suo impressionante botteghino The Martian, che forse non può ambire al maggior numero di nomination, ma che si rivelerà un concorrente scomodo in parecchie categorie.
Due sono i film che potrebbero rompere gli equilibri da qui alle nomination degli Oscar, di cui si attende ancora lo sbarco nei cinema: The Hateful Eight e Revenant. Inizialmente accreditato come superfavorito, il nuovo film di Alejandro Gonzalez narritu sta pagando una programmazione decisamente ritardata, critiche molto buone ma comunque con qualche riserva e la presenza di Leonardo Di Caprio, che con l'annosa questione di un suo premio Oscar mancato sta dirottando l'attenzione dal film a se stesso. Il film di Quentin Tarantino invece tutti aspettano di vederlo, i pochi che hanno rotto l'embargo ne parlano un gran bene, ma viene parzialmente oscurato dal buzz dei premi, già in rapida ascesa.
Qui in Italia non dobbiamo dimenticare che ci sono due film, da noi ancora inediti, che negli Stati Uniti hanno ricevuto molto consenso e che stanno cominciando ora la loro campagna promozionale in vista degli Oscar, il cui esito potrebbe rivelare parecchie sorprese: Spotlight, The Big Short e, parzialmente, Room.
Spotlight, passato a Venezia, é il classico film di sperimentazione cinematografica (alla Boyhood, anche se non così estroso) che può puntare appunto sulla sua carica innovativa, mentre The Big Short é una commedia nera sulla crisi del 2008 che si pensava potesse acquistare visibilità grazie alla tematica di stretta attualità e invece é un film fantasmagorico che sta facendo parlare di sé per l'incredibile regia e le performance eccezionali dei suoi protagonisti, in particolare un Christian Bale che potrebbe rovinare a festa a un lanciassimo Di Caprio. Room invece é stato il reuccio dei TFF, amatissimo dal pubblico e basato un un romanzo di grande successo negli Stati Uniti. Sicuramente sgomiterà per un posto nella categoria di miglior attrice protagonista, il che potrebbe rovinare la festa a molte attrici presenti nei film già citati.
Un altro film da non sottovalutare é Steve Jobs di Danny Boyle, che non solo si fa forte di una sceneggiatura della superstar Aaron Sorkin, ma che presenta due performance impressionanti da parte di attori molto amati dall'Academy: Michael Fassbender e forse la migliore Kate Winslet di sempre. Con tanti contendenti rischia di passare in secondo piano, ma i favoriti farebbero bene a guardarsi le spalle.
Brutte sorprese per lo strapotere statunitense potrebbero anche arrivare dall'Italia: Youth di Paolo Sorrentino non ha vinto nulla a Cannes ma viene portato in palmo di mano dalla critica statunitense più aristocratica e ha messo in campo una spietata campagna promozionale, che ha portato a una nomination per Jane Fonda e per la canzone contenuta nella colonna sonora.
Il vero enigma però si chiama Alicia Vikander, la rivelazione del 2015 (almeno negli Stati Uniti: chi ama il cinema danese o segue le vicende della categoria "miglior film in lingua straniera" agli Oscar ha con lei una notevole familiarità) che strappa due nomination, una per The Danish Girl e una a sorpresa per Ex Machina. La scelta truffaldina di spacciarla per "attrice non protagonista" agli Oscar per imporsi con The Danish Girl in una categoria meno competitiva potrebbe rivelarsi enormemente controproducente, nell'anno che la consegna all'olimpo delle star internazionali.
Nella categoria "miglior film d'animazione" la trionfale corsa di Inside Out, salutato da tutti come un capolavoro della ritrovata Pixar, a sorpresa rischia di essere guastata da Anomalisa, che viene considerando parimenti eccezionale. La sfida é apertissima, così come nella categoria del miglior film in lingua straniera, dove il favorito é indubbiamente Son of Saul, ma i criteri molto cervellotici con cui si arriva alla cinquina degli Oscar e i gusti particolarmente conservatori dell'Academy potrebbero preferigli un film meno crudo, come ad esempio il meraviglioso Mustang che presenta la Francia.
Un film che ha fatto innamorare tutti alla Berlinale, El Club, potrebbe essere il favorito, se non fosse che la tematica parecchio scottante (preti pedofili) e l'umorismo nerissimo della pellicola lo renderanno facilmente indigesto ai benpensanti dell'Academy.
Non sono forse l'indicatore più valido, dato che premi come i SAG o gli Indipendent Spirit Awards condividono lo stesso pubblico votante degli Oscar (e per questo motivo sono pressoché infallibili in alcune categorie specifiche, soprattutto tecniche) o gli stessi obiettivi (privilegiare film "piccoli" e indipendenti, ad esempio), ma rimangono il termometro più affidabile dell'andamento generale delle nomination agli Oscar e sono in grado di influenzarle direttamente. Come? semplice: le loro nomination vengono pubblicate quando i votanti degli Oscar stanno ancora cercando di capire quali film recuperare per esprimere le loro preferenze e ovviamente una pellicola molto nominata ai Golden Globes schizzerà ai primi posti della lista dei film importanti da vedere il prima possibile.
Questo 2015 presenta una situazione un po' anomala: Star Wars che ha fatto slittare le uscite di molti frontrunner in patria e si presenta inoltre come un candidato tecnico che sicuramente tutti avranno visto, il leak di una copia di Revenant rischia di impattare enormemente sul suo risultato al botteghino (e un film che incassa bene viene percepito come più urgente nella lista dei recuperi dai votanti dell'Academy) e l'incognita Tarantino con la sua uscita ritardatissima e screening dedicati ai votati molto più selettivi del solito rischiano di rendere meno aderenti del solito le scelte dei globi dorati rispetto a quelle degli omini del medesimo colore.
Tuttavia un paio di indicazioni sono arrivate forti e chiare. Carol di Todd Haynes sta mietendo consensi ben più di quanto facesse prevedere il suo responso critico all'indomani della proiezione a Cannes, ai Globes e a tutti i premi critici finora assegnati. In un anno che pareva orfano di un film fortissimo, l'ultima prova di Haynes sembra il miglior candidato per sbancare agli Oscar, complice la tematica LGBT, il taglio autoriale e le ottime performance delle protagoniste: tutte qualità che pagano tantissimo in termini di voti dell'Academy.
La vera incognita é: gli Oscar supereranno il loro pregiudizio decennale contro il cinema di genere? Questo potrebbe essere l'anno giusto, con Mad Max: The Fury Road che dopo critiche stratosferiche e incassi ragguardevoli, sta anche conquistando nomination inaspettate, ai Golden Globes e altrove. Non gode dello stesso status di capolavoro ma sbandiera il suo impressionante botteghino The Martian, che forse non può ambire al maggior numero di nomination, ma che si rivelerà un concorrente scomodo in parecchie categorie.
Due sono i film che potrebbero rompere gli equilibri da qui alle nomination degli Oscar, di cui si attende ancora lo sbarco nei cinema: The Hateful Eight e Revenant. Inizialmente accreditato come superfavorito, il nuovo film di Alejandro Gonzalez narritu sta pagando una programmazione decisamente ritardata, critiche molto buone ma comunque con qualche riserva e la presenza di Leonardo Di Caprio, che con l'annosa questione di un suo premio Oscar mancato sta dirottando l'attenzione dal film a se stesso. Il film di Quentin Tarantino invece tutti aspettano di vederlo, i pochi che hanno rotto l'embargo ne parlano un gran bene, ma viene parzialmente oscurato dal buzz dei premi, già in rapida ascesa.
Qui in Italia non dobbiamo dimenticare che ci sono due film, da noi ancora inediti, che negli Stati Uniti hanno ricevuto molto consenso e che stanno cominciando ora la loro campagna promozionale in vista degli Oscar, il cui esito potrebbe rivelare parecchie sorprese: Spotlight, The Big Short e, parzialmente, Room.
Spotlight, passato a Venezia, é il classico film di sperimentazione cinematografica (alla Boyhood, anche se non così estroso) che può puntare appunto sulla sua carica innovativa, mentre The Big Short é una commedia nera sulla crisi del 2008 che si pensava potesse acquistare visibilità grazie alla tematica di stretta attualità e invece é un film fantasmagorico che sta facendo parlare di sé per l'incredibile regia e le performance eccezionali dei suoi protagonisti, in particolare un Christian Bale che potrebbe rovinare a festa a un lanciassimo Di Caprio. Room invece é stato il reuccio dei TFF, amatissimo dal pubblico e basato un un romanzo di grande successo negli Stati Uniti. Sicuramente sgomiterà per un posto nella categoria di miglior attrice protagonista, il che potrebbe rovinare la festa a molte attrici presenti nei film già citati.
Un altro film da non sottovalutare é Steve Jobs di Danny Boyle, che non solo si fa forte di una sceneggiatura della superstar Aaron Sorkin, ma che presenta due performance impressionanti da parte di attori molto amati dall'Academy: Michael Fassbender e forse la migliore Kate Winslet di sempre. Con tanti contendenti rischia di passare in secondo piano, ma i favoriti farebbero bene a guardarsi le spalle.
Brutte sorprese per lo strapotere statunitense potrebbero anche arrivare dall'Italia: Youth di Paolo Sorrentino non ha vinto nulla a Cannes ma viene portato in palmo di mano dalla critica statunitense più aristocratica e ha messo in campo una spietata campagna promozionale, che ha portato a una nomination per Jane Fonda e per la canzone contenuta nella colonna sonora.
Il vero enigma però si chiama Alicia Vikander, la rivelazione del 2015 (almeno negli Stati Uniti: chi ama il cinema danese o segue le vicende della categoria "miglior film in lingua straniera" agli Oscar ha con lei una notevole familiarità) che strappa due nomination, una per The Danish Girl e una a sorpresa per Ex Machina. La scelta truffaldina di spacciarla per "attrice non protagonista" agli Oscar per imporsi con The Danish Girl in una categoria meno competitiva potrebbe rivelarsi enormemente controproducente, nell'anno che la consegna all'olimpo delle star internazionali.
Nella categoria "miglior film d'animazione" la trionfale corsa di Inside Out, salutato da tutti come un capolavoro della ritrovata Pixar, a sorpresa rischia di essere guastata da Anomalisa, che viene considerando parimenti eccezionale. La sfida é apertissima, così come nella categoria del miglior film in lingua straniera, dove il favorito é indubbiamente Son of Saul, ma i criteri molto cervellotici con cui si arriva alla cinquina degli Oscar e i gusti particolarmente conservatori dell'Academy potrebbero preferigli un film meno crudo, come ad esempio il meraviglioso Mustang che presenta la Francia.
Un film che ha fatto innamorare tutti alla Berlinale, El Club, potrebbe essere il favorito, se non fosse che la tematica parecchio scottante (preti pedofili) e l'umorismo nerissimo della pellicola lo renderanno facilmente indigesto ai benpensanti dell'Academy.