La storia del ragazzo demone
Prima dell’uscita del film di Guillermo del Toro nel 2004 Hellboy era un nome conosciuto solo all'interno di una ristretta cerchia di appassionati di fumetti. Di sicuro, non era un personaggio mainstream.
Ma chi diavolo è Hellboy?
Per trovare risposta a questa domanda dobbiamo tornare indietro di 25 anni, nel lontano 1994. Mike Mignola, artista e scrittore che aveva già lavorato per DC e Marvel su varie testate, riesce a far pubblicare dalla Dark Horse Comics il suo progetto, per l’appunto Hellboy.
La prima storia, Seed of Destruction, scritta in collaborazione con John Byrne, ha decretato la nascita di uno dei personaggi più amati dagli appassionati di “comics” americani. Da allora e per tanti anni a venire, il solo Mignola ha avuto l’onere e l’onore di disegnare e scrivere Hellboy, tranne che per la storia “They That Go Down to the Sea in the Ships”, scritta in collaborazione con Joshua Dysart, mentre per trovare la prima storia non disegnata da Mignola bisogna attendere il 2006, con “Makoma”, con i disegni di Richard Corben (ma con storia di Mignola e Corben). Da quel momento in poi vari artisti si sono alternati sulle pagine di Hellboy.
Ma torniamo alle origini di Hellboy: siamo nel 1617, Azzael, un duca dell’inferno e la strega umana Sarah Huges concepiscono un bambino ed il 5 ottobre di quell’anno, il demone all’interno del grembo si libera uccidendo la madre nel processo. Il padre chiama il mezzo demone Anung Un Rama, che significa “e sopra la sua fronte è posta una corona di fiamme” e gli mozza la mano destra per rimpiazzarla con un potente artefatto chiamato “Mano destra del Destino”.
Essendo venuti a conoscenza di quanto fatto da Azzael, gli altri principi dell’inferno decidono di imprigionare il demone nel ghiaccio e privarlo dei poteri, ma non prima che questi fosse riuscito a nascondere suo figlio.
Per oltre tre secoli non si hanno notizie di Anung Un Rama, fino a quando il “Monaco Pazzo” Grigori Rasputin assoldato dai nazisti per cambiare le sorti della guerra, non riesce ad evocarlo sulla terra nel 1944. In realtà il mezzo demone, ancora in forma infantile, viene trovato dalle forze americane, che lo portano in New Mexico, dove cresce sotto l’ala protettrice del Prof. Trevor Bruttenholm, che gli dà il nome con cui oggi è conosciuto: Hellboy.
Il ragazzo viene cresciuto per aiutare il governo americano a combattere le minacce occulte, grazie all’istituzione di un’organizzazione chiamata BPRD – “Bureau for Panormal Research and Defense”. Grazie ai successi della sua prima missione nel 1952, ad Hellboy viene garantito lo status di “umano onorario” dalle Nazioni Unite e diventa un membro del BPRD. Dotato di grandissima forza e resistenza, Hellboy è anche immune al fuoco ed all’elettricità ed è in grado di leggere sia lingue antiche che quelle magiche, capacità che lo aiutano tantissimo nel suo lavoro di investigatore all’interno del BPRD.
Ma Hellboy ha una grossa spada di Damocle che pende sulla sua testa, anzi una vera e propria corona: quella dell’Apocalisse, rappresentata dalle sue corna. Infatti Anung Un Rama è destinato ad essere, anche grazie anche alla sua Mano Destra della Giustizia, il portatore dell’Apocalisse e della fine di ogni cosa, ruolo che però Hellboy rinnega con ogni fibra del suo essere, tanto da limare costantemente le sue corna per evitare che si compia la profezia.
Quello che rende Hellboy unico nel suo genere è ovviamente la sua natura, metà demoniaca e metà umana. Al suo character design inconfondibile, questo energumeno dalla pelle rossa e dalle corna tagliate, con un enorme braccio destro di pietra, si contrappone un animo più umano di quanto ci si possa aspettare. Grande senso dell’humor, forse anche un filino troppo tagliente, e un gran cuore, fanno di Hellboy un personaggio con cui il lettore trova una sintonia immediata, d’altro canto come si fa a non adorare un demone che impazzisce per i pancakes?
Inoltre l’universo fumettistico di Hellboy è veramente ben studiato ed, a differenza di quanto fatto negli anni dalla DC e dalla Marvel, ogni personaggio, ogni spin-off e anche ogni timeline trova la sua giusta collocazione al suo interno. Pur avendo avuto nel tempo autori diversi, Mignola si è sempre preoccupato di supervisionare il progetto Hellboy per non creare distorsioni dalla sua visione d’insieme della sua creatura.
Il successo di Hellboy negli anni ha portato alla creazione di svariati spin-off nel mondo fumettistico e vari progetti legati al suo nome su altri media, come il videogioco del 2000 “Dogs of the Night” per PC. Ma il grande eco mediatico lo ha avuto nel 2004 con la trasposizione cinematografica di Guillermo del Toro con Ron Perlman nei panni di Hellboy, con un sequel arrivato quattro anni più tardi.
Nel mezzo due film di animazione, Sword of Storms e Blood and Iron, che hanno avuto il compito di fare da “collante” tra i due film live action. I doppiatori dei film d’animazione sono gli stessi attori dei film di Del Toro, a dimostrazione dell’importanza di queste due pellicole nel mini “Hellboy Cinematic Universe”.
Purtroppo qualcosa si è bloccato in questo ingranaggio e da un terzo capitolo sempre atteso e mai arrivato, ci ritroviamo al reboot diretto da Neil Marshall con David Harbour, Ian McShane e, soprattutto, Milla Jovovich come star del film. Sapranno tenere alto il nome di Hellboy? Lo scopriremo presto, appuntamento l’11 aprile al cinema, magari anticipato dalla nostra recensione qualche giorno prima!