Hunger Games: Il Canto della Rivolta - Parte 2
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Manca poco meno di un mese all'uscita italiana di Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte II, l'ultimo capitolo della saga che ha lanciato il genere young adult anche al cinema e ha reso Jennifer Lawrence una star di fama internazionale. Con la divisione dell'ultimo tomo della saga in due film, pratica ormai spesso percorsa a fini di massimalizzazione dell'incasso, sarà il caso di ripassare insieme gli eventi dell'ultimo lungometraggio, per arrivare preparati all'addio al mondo distopico di Katniss Everdeen.
La divisione dell'ultimo libro in due film é stato un passo pericoloso, perché la controparte cartacea é molto debole nella prima parte, dove il ritmo é basso e l'azione ai minimi. Fortunatamente l'attenzione costante al ritmo di Francis Lawrence e un sapiente lavoro sulla sceneggiatura hanno permesso di portare al cinema un film davvero riuscito, che trae la sua forza proprio dall'atmosfera cupa e a tratti molto violenta del capitolo finale della saga.
Anzi, la prima parte de Il canto della Rivolta é stato un momento di svolta per la saga, in quanto primo capitolo del ciclo senza una vera e propria competizione a-la-Hunger Games. Un evento destinato a rimanere un unicum, dato che questo ultimo film avrà un buon minutaggio dedicato a combattimenti e prove da superare, anche se non all'interno di un'arena. Non mancano però i momenti drammatici e pieni di pathos, come il viaggio nel distretto dodici, completamente raso al suo per ritorsione alla vittoria e successiva fuga di Katniss: la maggior parte degli abitanti morta carbonizzata, le vecchie baracche ridotte a cumuli di cenere, decenni di dolorosa ma anche felice convinvenza spariti sotto il fuoco di Capitol City.
Avevamo lasciato la nostra eroica parecchio ammaccata e smarrita: salvata dal fronte ribelle del tredicesimo distretto ma separata da Peeta, Katniss si é ritrovata assalita dal senso di colpa, tanto da diventare catatonica per buona durata del secondo film, incapace di uscire dal suo dolore. Intorno a lei però tutto é in fermento: uno stuolo di nuovi personaggi, ordinati nei rigidi ranghi del tredicesimo distretto, lavorano per un piano che dura da decenni, il piano che verrà attuato nel prossimo film: l'assalto finale a Capitol City e la caduta del regime che schiavizza i distretti.
Ovviamente il terzo film dedica molto tempo anche a introdurre il nuovo, misterioso distretto: ne Il canto della rivolta - Parte I abbiamo esplorato insieme a Katniss le regole e l'assetto spartano del distretto sotterraneo, ritenuto senza vita dopo la terribile rappresaglia che ne ha fatto un esempio per i restanti distretti. Prostrato ma non distrutto dalla ritorsione del presidente Snow (Donald Sutherland), il tredicesimo distretto ha covato per anni il desiderio di guidare la ribellione contro Capitol City e si é adoperato per salvare Katniss alla fine del 75esimi giochi di Panem, per preservarla come simbolo per l'imminente rivolta.
L'idea nemmeno troppo nascosta del suo carismatico e ambiguo leader Alma Coin (interpretata da Julianne Moore) é quella di utilizzare la prostrata Katniss come una sorta di brand della rivoluzione, un simbolo da lanciare a suon di spot pubblicitari pirata per fomentare i disordini in tutti i distretti e precipitare la capitale nel caos. L'approfondimento di questo aspetto "scorretto" della rivoluzione é uno degli aspetti più interessanti del terzo film, che ricalca i passi di molti recenti film distopici interessati ai metodi di promozione della rivoluzione.
A questo piano di renderla un'icona però si oppone non solo il stato di prostazione in cui si trova Katniss, ma anche i metodi ambigui che Alma tende ad impiegare, che rendono la protagonista molto sospettosa verso il suo operato. Dopo il bombardamento di un ospedale pieno di feriti delle truppe del presidente Snow, Katniss ritrova il suo coraggio e, guidata dal suo odio, scende in campo in prima persona, di fronte alle telecamere e a Panem. Purtroppo un altro colpo terribile l'attende: Peeta appare in tv, chiaramente sofferente, chiedendole di arrendersi.
Il ragazzo é stato in qualche modo condizionato e la sua sorte e quella degli altri prigionieri nelle mani di Snow diventa sempre più precaria. Il destino degli ex eroi dell'Arena é motivo di scontro tra Katniss e Alma, ma anche il punto su cui trovano un accordo: la loro salvezza e immunità sarà il prezzo da pagare affinché Katniss si adoperi ad essere ancora una volta una marionetta ben abbigliata e imbeccata delle frasi giuste, ma stavolta dai ribelli.
Viene quindi organizzata una spedizione in soccorso dei prigionieri, a cui partecipa anche Gale, la prima fiamma di Katniss. Il ragazzo, tra i pochi superstiti del distretto dodici, é pienamente inserito nelle logiche del tredicesimo distretto e al contempo preoccupato per la fragilità psicologica della sua amica d'infanzia. La facilità con cui i prigionieri vengono liberati é oltremodo sospetta: quella che doveva essere una missione suicida sembra poco più che una passeggiata circospetta.
Infatti si tratta di una trappola terribile ai danni di Katniss, mirata a colpirla psicologicamente e fisicamente. Fuori di sé dalla gioia per poter riabbracciare Peeta, la ragazza viene quasi uccisa per soffocamento dall'amico, che la aggredisce non appena la vede. Sul finale del film viene rivelato che il ragazzo é stato condizionato attraverso tortura e coercizione affinché ogni volta che la veda provi paura, odio e orrore. Un colpo terribile per Katniss, inconsolabile anche dall'amatissima sorella Primrose, che solo nel desiderio di vendetta riesce a trovare la forza per mettersi alla testa della ribellione.
La divisione dell'ultimo libro in due film é stato un passo pericoloso, perché la controparte cartacea é molto debole nella prima parte, dove il ritmo é basso e l'azione ai minimi. Fortunatamente l'attenzione costante al ritmo di Francis Lawrence e un sapiente lavoro sulla sceneggiatura hanno permesso di portare al cinema un film davvero riuscito, che trae la sua forza proprio dall'atmosfera cupa e a tratti molto violenta del capitolo finale della saga.
Anzi, la prima parte de Il canto della Rivolta é stato un momento di svolta per la saga, in quanto primo capitolo del ciclo senza una vera e propria competizione a-la-Hunger Games. Un evento destinato a rimanere un unicum, dato che questo ultimo film avrà un buon minutaggio dedicato a combattimenti e prove da superare, anche se non all'interno di un'arena. Non mancano però i momenti drammatici e pieni di pathos, come il viaggio nel distretto dodici, completamente raso al suo per ritorsione alla vittoria e successiva fuga di Katniss: la maggior parte degli abitanti morta carbonizzata, le vecchie baracche ridotte a cumuli di cenere, decenni di dolorosa ma anche felice convinvenza spariti sotto il fuoco di Capitol City.
Avevamo lasciato la nostra eroica parecchio ammaccata e smarrita: salvata dal fronte ribelle del tredicesimo distretto ma separata da Peeta, Katniss si é ritrovata assalita dal senso di colpa, tanto da diventare catatonica per buona durata del secondo film, incapace di uscire dal suo dolore. Intorno a lei però tutto é in fermento: uno stuolo di nuovi personaggi, ordinati nei rigidi ranghi del tredicesimo distretto, lavorano per un piano che dura da decenni, il piano che verrà attuato nel prossimo film: l'assalto finale a Capitol City e la caduta del regime che schiavizza i distretti.
Ovviamente il terzo film dedica molto tempo anche a introdurre il nuovo, misterioso distretto: ne Il canto della rivolta - Parte I abbiamo esplorato insieme a Katniss le regole e l'assetto spartano del distretto sotterraneo, ritenuto senza vita dopo la terribile rappresaglia che ne ha fatto un esempio per i restanti distretti. Prostrato ma non distrutto dalla ritorsione del presidente Snow (Donald Sutherland), il tredicesimo distretto ha covato per anni il desiderio di guidare la ribellione contro Capitol City e si é adoperato per salvare Katniss alla fine del 75esimi giochi di Panem, per preservarla come simbolo per l'imminente rivolta.
L'idea nemmeno troppo nascosta del suo carismatico e ambiguo leader Alma Coin (interpretata da Julianne Moore) é quella di utilizzare la prostrata Katniss come una sorta di brand della rivoluzione, un simbolo da lanciare a suon di spot pubblicitari pirata per fomentare i disordini in tutti i distretti e precipitare la capitale nel caos. L'approfondimento di questo aspetto "scorretto" della rivoluzione é uno degli aspetti più interessanti del terzo film, che ricalca i passi di molti recenti film distopici interessati ai metodi di promozione della rivoluzione.
A questo piano di renderla un'icona però si oppone non solo il stato di prostazione in cui si trova Katniss, ma anche i metodi ambigui che Alma tende ad impiegare, che rendono la protagonista molto sospettosa verso il suo operato. Dopo il bombardamento di un ospedale pieno di feriti delle truppe del presidente Snow, Katniss ritrova il suo coraggio e, guidata dal suo odio, scende in campo in prima persona, di fronte alle telecamere e a Panem. Purtroppo un altro colpo terribile l'attende: Peeta appare in tv, chiaramente sofferente, chiedendole di arrendersi.
Il ragazzo é stato in qualche modo condizionato e la sua sorte e quella degli altri prigionieri nelle mani di Snow diventa sempre più precaria. Il destino degli ex eroi dell'Arena é motivo di scontro tra Katniss e Alma, ma anche il punto su cui trovano un accordo: la loro salvezza e immunità sarà il prezzo da pagare affinché Katniss si adoperi ad essere ancora una volta una marionetta ben abbigliata e imbeccata delle frasi giuste, ma stavolta dai ribelli.
Viene quindi organizzata una spedizione in soccorso dei prigionieri, a cui partecipa anche Gale, la prima fiamma di Katniss. Il ragazzo, tra i pochi superstiti del distretto dodici, é pienamente inserito nelle logiche del tredicesimo distretto e al contempo preoccupato per la fragilità psicologica della sua amica d'infanzia. La facilità con cui i prigionieri vengono liberati é oltremodo sospetta: quella che doveva essere una missione suicida sembra poco più che una passeggiata circospetta.
Infatti si tratta di una trappola terribile ai danni di Katniss, mirata a colpirla psicologicamente e fisicamente. Fuori di sé dalla gioia per poter riabbracciare Peeta, la ragazza viene quasi uccisa per soffocamento dall'amico, che la aggredisce non appena la vede. Sul finale del film viene rivelato che il ragazzo é stato condizionato attraverso tortura e coercizione affinché ogni volta che la veda provi paura, odio e orrore. Un colpo terribile per Katniss, inconsolabile anche dall'amatissima sorella Primrose, che solo nel desiderio di vendetta riesce a trovare la forza per mettersi alla testa della ribellione.