Il finto rapimento di Sherri: su Sky Crime e NOW il true crime di una storia ancora senza spiegazione
Un true crime che, come raramente succede, non trova la risposta che conta davvero: il movente
Bionda, occhi azzurri, sorriso bianchissimo, fisico atletico. In una parola: bellissima.
Mamma di due bambini splendidi, sani, felicemente sposata. Ma le cose non erano affatto come sembravano.
Sherri Papini è diventata famosa nel novembre del 2016 quando è scomparsa misteriosamente dalla sua casa a Redding, in California. La storia della sua scomparsa ha attirato l’attenzione dei media nazionali e ha generato un intenso interesse pubblico.
La storia di Sherri Papini
Il 2 novembre 2016, Sherri Papini è uscita per fare jogging nei dintorni della sua casa, come al solito. Quando non è tornata, suo marito Keith Papini ha iniziato a preoccuparsi e ha allertato subito le autorità.
In base alle informazioni sulla vita di Sherri reperite dalla polizia, la sua scomparsa è stata classificata come un possibile rapimento.
La ricerca di Sherri è diventata immediatamente una priorità per le forze dell’ordine e una campagna di sensibilizzazione su scala nazionale è stata avviata attraverso i social media, con l’aiuto della famiglia Papini e di molti volontari. Come ci racconta nel true crime Il finto rapimento di Sherri, su Sky Crime (canale 116 di Sky) e in streaming su NOW mercoledì 20 marzo alle 21.05, il marito di Sherri voleva che la sua foto fosse ovunque.
Era disposto a tutto pur di ritrovarla, dopo aver scoperto che non era andata a prendere i bambini a scuola e dopo che la donna non aveva fatto ritorno a casa la sera, e non era raggiungibile per telefono.
E così, grazie alla collaborazione dei media statunitensi - sempre molto sensibili a casi come quello di Sherri - la foto della donna era davvero ovunque. Si chiedeva l’aiuto di tutta la popolazione della California e degli Stati Uniti per segnalare eventuali avvistamenti e trovare una pista. Un indizio qualsiasi.
Parallelamente, le autorità hanno esaminato tutte le registrazioni delle telecamere di sorveglianza della zona e hanno intervistato ogni possibile testimone nella speranza di ritrovarla.
Ma quando una donna scompare, si sa, il marito è il primo sospettato.
Keith Papini è quindi stato preso di mira dagli investigatori. La sua vita è stata scandagliata in ogni minimo dettaglio, la sua reputazione è stata presto distrutta.
Una svolta inaspettata
Dopo 22 giorni di assenza e di frenetiche ricerche, però, le accuse di omicidio e soppressione di cadavere indirizzate verso Keith Papini sono crollate. Sua moglie Sherri è stata infatti ritrovata viva il 24 novembre 2016, lungo una strada rurale vicino a Sacramento, circa 240 chilometri a sud di dove era stata vista da un testimone per l’ultima volta. Era legata e presentava evidenti segni di maltrattamento. È stata portata in ospedale per ricevere cure mediche ed essere sottoposta a tutti gli accertamenti del caso.
La sua ricomparsa, però, ha sollevato più domande che risposte.
Sherri ha dichiarato di essere stata rapita da due donne dall’aspetto ispanico e di essere stata tenuta prigioniera, ma non ha fornito molti dettagli sulle circostanze della sua cattura e del suo rilascio.
Le indagini delle autorità sono state complesse e hanno coinvolto numerosi agenti federali e locali, ma non sono riuscite a risolvere completamente il caso.
Sempre più persone, dopo gli special televisivi dedicati al racconto di Sherri, hanno messo in discussione la veridicità della sua storia, citando incongruenze nei suoi racconti e nel suo comportamento. Tuttavia, non è mai stata formalmente accusata di falsa testimonianza o coinvolgimento in qualche inganno. Non fino al 2020…
Le lezioni del true crime
True Crime: storia vere. La dimostrazione di ciò che sostengo da decenni, mentre i detrattori di film e serie TV li accusano di scatenare i peggiori istinti dell’uomo, quando non si può negare l’evidenza: la realtà supera sempre la fantasia. I true crime ne sono una continua prova. Come ho avuto modo di scrivere in relazione alla recensione di Lover, Stalker, Killer e nella recensione di Blood Detectives, gli appassionati di true Crime cercano esattamente questo: la prova; l’ennesima dimostrazione che l’unico, vero male alberga nel cuore del uomini e non in storie di fantasia portate sullo schermo, che dal mondo degli uomini hanno invece lo scopo di farci evadere (anche quando sono polizieschi o film horror).
Il finto rapimento di Sherri ci pone nuovamente nella posizione di esterrefatti osservatori di ciò che le persone possono fare.
Con una consolazione. L’America ha tantissimi difetti. Ha ereditato quelli degli europei che l’hanno colonizzata inizialmente e ha sviluppato i propri. Su una cosa, però, la lunga storia del vecchio mondo ha istruito alla perfezione gli americani: la riparazione dei torti. Quando non solo ottieni un risarcimento in quanto vittima di un crimine, ma diventi anche la causa di un’ingente spesa pubblica per l’impiego di risorse destinate a salvarti, in America se si scopre che non sei né una vittima né qualcuno che andava salvato, devi risarcire i contribuenti. Al contrario di quanto accade da noi, dove gli evasori fiscali vengono considerati “furbetti”, negli Stati Uniti la questione viene presa molto sul serio. Chi non paga le tasse viene giustamente visto come un delinquente, e il denaro pubblico - il denaro dei contribuenti - è qualcosa di molto prezioso.
Al di là della corruzione, dei delinquenti presenti fra le fila dell’apparato pubblico e degli incapaci che lo sprecano, il denaro dei contribuenti è sempre al centro dei pensieri di chi stanzia risorse per la macchina statale. E per cercare, salvare, e poi curare Sherri, la macchina statale ha speso qualcosa come 300.000 dollari.
In una storia assurda, che a otto anni di distanza non ha ancora una spiegazione, avere almeno una certezza - cioè che quei soldi pubblici verranno in qualche modo risarciti - è consolante.
Perché quando seguiamo un true crime, ciò che ci aspettiamo è sempre una consolazione: la cattura del colpevole, la scoperta di un nascondiglio, il ritrovamento di qualcuno, l’agognata verità. Nel caso del finto rapimento di Sherri, l’unica consolazione potrebbe arrivare dal denaro. Poiché molte, troppe sono ancora le questioni irrisolte, sebbene il documentario di Sky Crime ci presenti una schiera di esperti che fornisce ipotesi tutte plausibili. Indipendentemente da quale sia quella corretta, Il finto rapimento di Sherri ci dà una lezione molto importante: dobbiamo sempre fare attenzione quando pensiamo di conoscere davvero qualcuno. Convinzione che è in effetti alla base di quasi tutti i casi di cronaca che diventano true crime.