Sul set con Margot Robbie e Ryan Gosling: intervista a Davide Albonetti, Ken ballerino in Barbie

Tra i tanti Ken che popolano Barbieland, uno parla italiano: il ballerino Davide Albonetti racconta la sua esperienza sul set del film dell’anno, al fianco di Margot Robbie e Ryan Gosling

Sul set con Margot Robbie e Ryan Gosling intervista a Davide Albonetti Ken ballerino in Barbie

Davide ha 28 anni, vive a Londra e fa il ballerino. Si è trasferito da Senigallia nel Regno Unito per inseguire il suo sogno di diventare un coreografo sulla scena internazionale. Nel suo curriculum ci sono già esperienze importanti in pubblicità, videoclip e, poche settimane fa, al fianco dei Take That, di fronte a settantamila persone radunate a Hyde Park per un concerto della celebre band britannica. Un pizzico di fortuna e il suo talento di danzatore gli hanno permesso di entrare nel cast del film dell’anno Barbie, divenuto il tormentone cinematografico dell’estate 2023, già campione d’incassi al botteghino e lanciatissimo per la stagione degli Oscar 2024.

Davide Albonetti infatti è uno dei tanti Ken che popola Barbieland, insieme alle star Ryan Gosling e a Simu Liu. Il suo nome appare nei titoli di coda e, conoscendo la sua “divisa da spiaggia” (completo da tennis giallo vivo, polsini e fascia in spugna blu, racchetta da tennis blu e secchiello giallo) non è difficile difficile individuarlo al fianco dei protagonisti in molte scene, soprattutto durante la grande battaglia dei Ken.

Sul set con Margot Robbie e Ryan Gosling: intervista a Davide Albonetti, Ken ballerino in Barbie

Davide ha lavorato per settimane sul set del film, gomito a gomito con gli altri Barbie e Ken ballerini, al fianco delle star hollywoodiane del cast e della regista Greta Gerwig. Ora che il suo NDA (l’accordo di riservatezza firmato da tutti i membri del cast che impone loro il silenzio) è scaduto, abbiamo parlato a lungo con lui, che ci ha raccontato nei dettagli i retroscena di un film “che è stato una fonte d’ispirazione continua” per il ballerino.

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Come sei entrato nel cast di Barbie? Hai superato un’audizione?

Davide Albonetti - No, sono stato fortunatissimo. Posso dire di essere stato scelto dalla regista di Greta Gerwig e dalla coreografa del film. Quando si sono tenute le audizioni per Barbie sono stati invitati a partecipare solo i membri di alcune agenzie specializzate, di cui io non facevo parte. Ho sentito dire che le audizioni sono durate tutto il giorno, con un processo di selezione molto impegnativo diviso in tre round. I candidati affrontavano in numeri di danza d’ispirazione jazz.

Poco prima delle riprese però la regista ha voluto aumentare il numero di Ken, perciò sono state contattate di nuovo le agenzie, con la richiesta di mandare i book con le foto e i video dei possibili candidati. Nel frattempo io ero entrato in una di queste agenzie. Greta ha visto le mie foto, alla coreografa sono piaciuti i miei video: così sono entrato nel film.

Sul set con Margot Robbie e Ryan Gosling: intervista a Davide Albonetti, Ken ballerino in Barbie

Come si svolgeva la giornata tipo sul set di Barbie?

DA - Il film è stato girato agli studios di Warner Bros a Londra, quindi bisognava tenere in conto il tempo necessario per spostarsi nella metropoli inglese e arrivare in tempo sul set. La sveglia suonava di solito alle quattro, in modo da essere sul set per la prima call di giornata, quando eravamo tutti ancora un po’ assonnati. Greta era già sul set per preparare tutto, dalle prime luci dell’alba. Alla call c’era anche Margot Robbie: lei è affascinante anche struccata, ma si vedeva che la lavorazione era impegnativa anche per lei.

Una volta che tutti erano presenti, passavamo al trucco. Questo passaggio per Barbie è stato impegnativo, perché il look “da bambola di plastica” richiedeva di truccare ogni singolo abitante di Barbieland dalla testa ai piedi. Sul set c’era una battaglione di 50 truccatori che ci coprivano dalla testa ai piedi di fondotinta, per rendere la pelle uniforme. Io sul braccio sinistro ho alcuni tatuaggi: solo per coprire quelli ci volevano 40 minuti buoni. Inoltre ogni 2 o 3 giorni bisognava depilarsi completamente, perché tutte le Barbie e i Ken sono completamente glabri.

Una volta che tutti erano pronti, aspettavamo di venire chiamati in una sorta di stanza d’attesa. Il lavoro di comparsa sul set è fatto di lunghe attese, perché magari finisci per girare anche solo per 10 minuti pur rimanendo a disposizione l’intera giornata. Il set di Barbie però era tutt’altro che noioso.

Immagino il colpo d’occhio sia stato impressionante.

DA - Moltissimo, i primi giorni eravamo tutti davvero meravigliati. Le case delle Barbie, la spiaggia e gli altri luoghi di Barbieland sono stati costruiti in scala 1:1 negli studios di Warner Bros. Nelle pause tra un ciak e l’altro osservavo i dettagli degli spazi attorno a me: era evidente che c’era stato dietro un lavoro incredibile.

Che impressione ti ha fatto Greta Gerwig, la regista del momento?

DA - È stata una fonte d’ispirazione per me a livello professionale e umano. Lei non ha mancato un giorno sul set: era già lì quando arrivavo e rimaneva fino a fine giornata. Non è scontato. I grandi nomi del mondo dello spettacolo - che siano registi, coreografi, star - quando ne hanno l’occasione talvolta non si fanno problemi ad arrivare in ritardo o lasciare assistenti e vice a sbrigarsela sul set. Fanno quello che gli pare. Greta invece passava le sue giornate a controllare il girato, provando e riprovando insieme ai suoi aiutanti. Magari ti veniva vicino e ti diceva “in questa scena ho un buco, riproviamola e tu ora ti muovi da qui a lì”. Per questa sua continua attenzione ai dettagli una delle scene, quella della battaglia dei Ken, ha richiesto settimane di riprese.

Sul set con Margot Robbie e Ryan Gosling: intervista a Davide Albonetti, Ken ballerino in Barbie

Chi ti ha sorpreso di più sul set?

DA - Will Ferrell è un improvvisatore incredibile. Ero sul set quando si stava girando la scena finale del film a Barbieland, quando arriva la creatrice della bambola. Greta Gerwig gli aveva dato carta bianca, gli aveva chiesto di improvvisare. Abbiamo fatto non so quanti ciak e lui ogni volta tirava fuori qualcosa di sorprendente, tanto che per noi comparse era molto difficile rimanere serie.

Hai avuto modo d’interagire con i protagonisti Ryan Gosling e Margot Robbie?

DA - Sì e mi hanno entrambi sorpreso per la loro umiltà. Lavorando nel mondo dello spettacolo, posso dire che non è un fattore scontato, anzi.

Margot è anche la produttrice del film, quindi sul set era molto presente e ci teneva ad assicurare a tutti un clima di lavoro ideale. La mattina arrivava struccata e un po’ stanca ma aveva sempre un saluto o un sorriso per tutti. Nelle pause tra un ciak e l’altro chiacchierava con noi, voleva sapere i nostri nomi. Lei è davvero una persona affascinante, espansiva, alla mano. Un gesto tenerissimo che faceva era quello di organizzare una piccola sorpresa per noi una volta a settimana: all’ingresso degli studios trovavamo questo camioncino che faceva waffle e pancakes con su scritto “con amore, Margot”.

Ryan Gosling ha la stessa umiltà, ma un carattere opposto. È una persona davvero timida e schiva, molto silenziosa. Mi ha lasciato spiazzato vedere come diventasse carismatico ed espansivo non appena si cominciava a girare, salvo poi risultare timidissimo tra un ciak e l’altro. Sul set ogni tanto venivano a trovarlo moglie e figlie e lui cercava di trascorrere il tempo libero con loro, che lo guardavano girare.

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