Iskida della Terra di Nurak

La Parola all'Ospite



Prende poi la parola LaMolinara: il regista, che ha girato mezzo mondo ed attualmente vive da quattro anni in Cina, nella sua vita ha trascorso anche due anni a Roma e viene incontro al pubblico esprimendosi in un rispettabile Italiano. Affascinato dalla lettura di “Sea and Sardinia” di D.H. Lawrance, Anthony ha dichiarato di aver avuto per lungo tempo l'interesse e la curiosità di visitare la terra dei Nuraghi, e quando é incappato nella saga di Iskida non ha avuto più alcun dubbio sul fatto che la suggestiva magia dell'isola meritasse una valorizzazione cinematografica, e che niente meglio del Fantasy di Atzori potesse “dare il LA” a questo progetto.
Per LaMolinara, la Sardegna é il luogo migliore dove girare un film


Secondo le parole di LaMolinara, la Sardegna é il luogo migliore in Italia dov'é possibile girare un film: la presenza di location particolari e di ampi territori selvaggi, unite ad una cultura e ad un'atmosfera assolutamente uniche la rendono di fatto un luogo impossibile da eguagliare. LaMolinara, oltre ad aver osannato il paesaggio, il mare, il vento, il cibo, la popolazione Sarda, si é soffermato anche su aspetti prettamente tecnici, primo fra tutti la questione della luce. Su questo punto, lui e l'autore hanno anche un po' scherzato, trattandosi inizialmente di un “punto incomprensibile” per Atzori, il quale non capiva perché Anthony insistesse continuamente a chiedere dettagli sulla luce.

Senza luce, spiega LaMolinara, non c'é il film, e possiamo star certi che un Premio Oscar per i Visual Effects ha la completa padronanza dell'argomento. Ogni location é descritta anche e soprattutto dalla luce, ed é importante conoscere come questa si comporta alle varie ore del giorno e su vari materiali, come il manto di un cavallo, il piumaggio di un uccello, o anche un semplice sasso, con specifico riferimento a basalto, roccia tipica della geologia sarda. La luce costituisce insomma quello che il regista ha definito il “Visual Language” della terra. LaMolinara ha riassunto il suo pensiero spiegando che tramite lo studio delle luci lui intende “inquadrare la spiritualità dei luoghi e l'antica stregoneria” intesa come rapporto tra uomo e natura.

Immancabile naturalmente il riferimento all'architettura e alle peculiarità dei Nuraghe: il regista si é dichiarato assolutamente affascinato da strutture quali il Pozzo di Santa Cristina, soprattutto per il modo geometrico e perfetto con cui esso e costruito, o dalla profonda relazione tra i complessi nuragici e le costellazioni. Soprattutto, si é parlato del complesso di Santu Antine, in cui la disposizione dei Nuraghi ricalca la mappa delle Plaiadi, con la struttura principale in corrispondenza della stella Alcyone. LaMolinara ha definito la Sardegna come “Patria Italiana del Fantasy” e unico luogo in cui é possibile percepire queste sensazioni: per lui Iskida della Terra di Nurak può e deve essere il primo passo per un'industria cinematografica di portata internazionale sviluppato in Sardegna, grazie a queste caratteristiche.

Iskida della Terra di Nurak
La prima stagione riunita in un unico volume, accanto alla seconda


L'Immediato Futuro del Progetto



Come s'é detto, il prossimo passo da compiere sarà la realizzazione del teaser: a questo proposito é intervenuta Nevina Satta della Sardegna Film Commission, l'agenzia incaricata di svolgere il casting e di stabilire sul territorio le installazioni necessarie per le riprese. La Satta ha dichiarato che, sebbene al momento probabilmente l'infrastruttura non sia pronta al 100% ad affrontare un progetto come quello di LaMolinara, si stanno compiendo passi da gigante, e che comunque la Sardegna é indubbiamente terra di Fantasy, come lo é stata di Western all'Italiana e di altro ancora.

A proposito del casting, sono state già individuate alcuna figure chiare, tra cui l'attrice che vestirà i panni di Iskida: il nome non ci é dato saperlo, ma ci é stato detto che al momento non ha ancora compiuto 15 anni ed ha dunque su per giù l'età della protagonista; Ino, dal canto suo, é un bellissimo esemplare di Pastore Fonnese. Per quanto riguarda il doppiaggio, si é scelto di far parlare i personaggi umani con le lingue moderne – dunque Inglese per la produzione internazionale, presumibilmente Italiano sul nostro mercato – mentre si é deciso di utilizzare il Sardo per dare voce alle altre creature: animali, spiriti, Jana (fate) e così via.

Conclusosi questo interessante incontro, non ci resta che attendere nuove notizie da LaMolinara, Atzori e Condaghes, sperando magari di poter gettare l'occhio su questo atteso teaser. E, naturalmente, sperando di poter vedere un giorno Iskida della Terra di Nurak nei cinema di tutto il mondo.

Iskida della Terra di Nurak
Nevina Satta della Sardegna Film Commission ha affrontato aspetti molto pratici del progetto


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