Sopravvissuto - The Martian
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Piccolo avvertimento, se non avete ancora letto il libro o visto il film, questo articolo potrebbe contenere qualche spoiler.
Portare sul grande schermo una storia tratta da un libro non é mai un compito semplice. Nella transizione da prosa a copione ci sono tantissimi elementi che vanno tenuti in considerazione. Da quelli più oggettivi come durata della pellicola, budget, location ed effetti speciali, sino a quelli più soggettivi come la presenza di gusti personali del regista e dello sceneggiatore, che spesso modificano elementi del libro o ne inseriscono addirittura di nuovi.
Molto frequentemente tutto questo processo porta il pubblico ad esclamare “Ma il libro é molto meglio…”. Frase che abbiamo sentito e probabilmente pronunciato tantissime volte dopo aver assistito ad una proiezione (e questo i fan di Stephen King lo sanno fin troppo bene..). A volte, non spessissimo purtroppo, capita invece che le trasposizioni siano molto fedeli o che il regista/sceneggiatore scelga una strada più vicina all'opera originale.
In questa casistica rientra sicuramente The Martian, film diretto da Ridley Scott e da qualche giorno disponibile nelle nostre sale, che ci racconta la storia dell'astronauta Mark Watney costretto a cercare di sopravvivere da solo su Marte, in attesa che qualcuno arrivi a salvarlo.
Piccolo preambolo. The Martian (in italiano L'Uomo di Marte) é un libro scritto nel 2011 da Andy Weir. Il libro, inizialmente, viene auto pubblicato in formato ebook. La crescita delle vendite é lenta, ma pian piano il passaparola costruisce un vero e proprio fenomeno letterario. Il libro é brillante per due motivi: da una parte troviamo una valida ricostruzione scientifica e simil realistica di quello che potrebbe fare un uomo in quella condizione (ipotesi avallate da gruppi di esperti, tra cui anche quelli della NASA.), dall'altra é invece un survival book che piuttosto che poggiarsi solo ed esclusivamente su un personaggio drammatico ed introspettivo, ci offre una visione più leggera e a tratti comica del sopravvissuto, e questo grazie al carattere e i gesti di Watney.
Questi due elementi sono la chiave del successo, tanto da portate un editore a comprare i diritti e a ridistribuire il libro, in forma cartacea e massiccia, nel 2014. Sin dall'uscita però la 20th Century Fox si era interessata a questo libro prelevandone nel 2013 i diritti. Arriviamo così al 2015 con The Martian che arriva sul grande schermo diretto proprio da Ridley Scott (alla sua quarta direzione di un film fantascientifico) con protagonista Matt Damon nei panni di Watney.
La sceneggiatura di Drew Goddard (che avrebbe anche dovuto, inizialmente, ricoprire la carica di regista) come dicevamo in apertura, risulta molto vicina al libro. I due punti chiave, la figura del protagonista e la parte scientifica, sono sostanzialmente stati mantenuti all'interno dello script originale, anche se in modo diverso.
Parlando del protagonista, ad esempio, il Mark Watney portato sullo schermo da Damon é molto simile a quello descritto nel libro di Weir. Un uomo che accetta (pur con tutte le difficoltà del caso) la condizione in cui si trova e che non lesina battute e commenti irriverenti nonostante la tragicità della situazione; non a caso nella pellicola troviamo passaggi e battute riprese proprio dal libro come quella di Fonzie (non dico altro per evitare spoiler). Film che comunque tocca con leggerezza anche quei pochi passaggi che virano decisamente più sul triste, e che invece nel libro vengono comunque giustamente enfatizzati dall'autore.
Altro elemento controverso all'interno del film é la mansione dello stesso Watney. Nel libro viene dipinto come un botanico ed esperto ingegnere meccanico, mentre nel film quest'ultima qualifica non viene praticamente mai menzionata. Tuttavia, la sua manualità con le componenti meccaniche, più volte enfatizzata nella pellicola, lascia intuire che Mark sia in possesso di queste doti, soprattutto nei momenti in cui deve riparare il Rover o il campo base. Questo é solamente qualche piccolo dettaglio all'interno di un quadro generale davvero ottimo, con un Matt Damon che riesce a realizzare una performance davvero molto simile a quella del personaggio raccontato nel libro.
Ci sono ovviamente altri particolari che per svariati motivi non vengono mostrati all'interno del libro come ad esempio i differenti campi di patate coltivati (nel film é uno solo), oppure, non esiste il momento in cui mancando la comunicazione con la NASA Watney decide di utilizzare delle pietre marziane per mandare dei messaggi, per finire con la tempesta che colpisce l'astronauta durante il suo viaggio verso il luogo di atterraggio della missione Ares IV.
Tolti questi piccoli passaggi però, la fedeltà al libro é davvero ottima e grazie alla presenza di molto dei momenti chiave del libro, tutto fila liscio fino alla fine, mostrando una serie di parallelismi che personalmente ho apprezzato molto.
Ovviamente, non mancano dei piccoli cambiamenti come ad esempio una maggiore leggerezza nel racconto dei vari viaggi sul rover, piuttosto che una mancanza di molto passaggi più “tecnici” che invece nel libro invadono diverse pagine, fino ad arrivare ad un finale che modifica leggermente gli interpreti pur essendo sostanzialmente molto simile.
Tutti elementi che nonostante qualche piccola variazione sul tema non vanno ad impattare in maniera negativa sulla fedeltà riproduttiva, ma anzi, danno in pasto allo spettatore esattamente quello che si aspettano di vedere: una storia survival sci-fi verosimile e allo stesso tempo leggera con dei passaggi quasi da commedia. Esattamente gli stessi motivi che hanno reso famoso il libro.
Portare sul grande schermo una storia tratta da un libro non é mai un compito semplice. Nella transizione da prosa a copione ci sono tantissimi elementi che vanno tenuti in considerazione. Da quelli più oggettivi come durata della pellicola, budget, location ed effetti speciali, sino a quelli più soggettivi come la presenza di gusti personali del regista e dello sceneggiatore, che spesso modificano elementi del libro o ne inseriscono addirittura di nuovi.
Molto frequentemente tutto questo processo porta il pubblico ad esclamare “Ma il libro é molto meglio…”. Frase che abbiamo sentito e probabilmente pronunciato tantissime volte dopo aver assistito ad una proiezione (e questo i fan di Stephen King lo sanno fin troppo bene..). A volte, non spessissimo purtroppo, capita invece che le trasposizioni siano molto fedeli o che il regista/sceneggiatore scelga una strada più vicina all'opera originale.
In questa casistica rientra sicuramente The Martian, film diretto da Ridley Scott e da qualche giorno disponibile nelle nostre sale, che ci racconta la storia dell'astronauta Mark Watney costretto a cercare di sopravvivere da solo su Marte, in attesa che qualcuno arrivi a salvarlo.
Dal libro al film…cosa cambia?
Piccolo preambolo. The Martian (in italiano L'Uomo di Marte) é un libro scritto nel 2011 da Andy Weir. Il libro, inizialmente, viene auto pubblicato in formato ebook. La crescita delle vendite é lenta, ma pian piano il passaparola costruisce un vero e proprio fenomeno letterario. Il libro é brillante per due motivi: da una parte troviamo una valida ricostruzione scientifica e simil realistica di quello che potrebbe fare un uomo in quella condizione (ipotesi avallate da gruppi di esperti, tra cui anche quelli della NASA.), dall'altra é invece un survival book che piuttosto che poggiarsi solo ed esclusivamente su un personaggio drammatico ed introspettivo, ci offre una visione più leggera e a tratti comica del sopravvissuto, e questo grazie al carattere e i gesti di Watney.
Questi due elementi sono la chiave del successo, tanto da portate un editore a comprare i diritti e a ridistribuire il libro, in forma cartacea e massiccia, nel 2014. Sin dall'uscita però la 20th Century Fox si era interessata a questo libro prelevandone nel 2013 i diritti. Arriviamo così al 2015 con The Martian che arriva sul grande schermo diretto proprio da Ridley Scott (alla sua quarta direzione di un film fantascientifico) con protagonista Matt Damon nei panni di Watney.
La sceneggiatura di Drew Goddard (che avrebbe anche dovuto, inizialmente, ricoprire la carica di regista) come dicevamo in apertura, risulta molto vicina al libro. I due punti chiave, la figura del protagonista e la parte scientifica, sono sostanzialmente stati mantenuti all'interno dello script originale, anche se in modo diverso.
Parlando del protagonista, ad esempio, il Mark Watney portato sullo schermo da Damon é molto simile a quello descritto nel libro di Weir. Un uomo che accetta (pur con tutte le difficoltà del caso) la condizione in cui si trova e che non lesina battute e commenti irriverenti nonostante la tragicità della situazione; non a caso nella pellicola troviamo passaggi e battute riprese proprio dal libro come quella di Fonzie (non dico altro per evitare spoiler). Film che comunque tocca con leggerezza anche quei pochi passaggi che virano decisamente più sul triste, e che invece nel libro vengono comunque giustamente enfatizzati dall'autore.
Altro elemento controverso all'interno del film é la mansione dello stesso Watney. Nel libro viene dipinto come un botanico ed esperto ingegnere meccanico, mentre nel film quest'ultima qualifica non viene praticamente mai menzionata. Tuttavia, la sua manualità con le componenti meccaniche, più volte enfatizzata nella pellicola, lascia intuire che Mark sia in possesso di queste doti, soprattutto nei momenti in cui deve riparare il Rover o il campo base. Questo é solamente qualche piccolo dettaglio all'interno di un quadro generale davvero ottimo, con un Matt Damon che riesce a realizzare una performance davvero molto simile a quella del personaggio raccontato nel libro.
Ci sono ovviamente altri particolari che per svariati motivi non vengono mostrati all'interno del libro come ad esempio i differenti campi di patate coltivati (nel film é uno solo), oppure, non esiste il momento in cui mancando la comunicazione con la NASA Watney decide di utilizzare delle pietre marziane per mandare dei messaggi, per finire con la tempesta che colpisce l'astronauta durante il suo viaggio verso il luogo di atterraggio della missione Ares IV.
Tolti questi piccoli passaggi però, la fedeltà al libro é davvero ottima e grazie alla presenza di molto dei momenti chiave del libro, tutto fila liscio fino alla fine, mostrando una serie di parallelismi che personalmente ho apprezzato molto.
Ovviamente, non mancano dei piccoli cambiamenti come ad esempio una maggiore leggerezza nel racconto dei vari viaggi sul rover, piuttosto che una mancanza di molto passaggi più “tecnici” che invece nel libro invadono diverse pagine, fino ad arrivare ad un finale che modifica leggermente gli interpreti pur essendo sostanzialmente molto simile.
Tutti elementi che nonostante qualche piccola variazione sul tema non vanno ad impattare in maniera negativa sulla fedeltà riproduttiva, ma anzi, danno in pasto allo spettatore esattamente quello che si aspettano di vedere: una storia survival sci-fi verosimile e allo stesso tempo leggera con dei passaggi quasi da commedia. Esattamente gli stessi motivi che hanno reso famoso il libro.