La paranza dei bambini
Applausi a fine proiezione e in sala stampa per La Paranza dei bambini di Claudio Giovannesi, unico film italiano in concorso alla 69esima Berlinale, tratto dall'omonimo libro di Roberto Saviano, co-sceneggiato con Maurizio Braucci. Commozione, tensione, ironia, amore e innocenza in questa storia che racconta con sguardo libero e poetico un gioco che si trasforma in guerra, quello dei ragazzini dei quartieri napoletani più problematici, in cui ‘la dispersione scolastica è tra le più alte in Europa’ spiega Saviano, e ‘dove i ragazzi spesso hanno poche prospettive e vanno incontro ad un destino irreversibile, diventando appunto dei paranzini’.
‘Il nostro film non ha intenti pedagogici né vuole essere uno studio sulla sociologia criminale napoletana’ precisa il regista Giovannesi , ‘è una storia che parla di adolescenza e di perdita dell'innocenza’. Ed è proprio così che il film tiene inchiodato lo spettatore, tra abbracci, sorrisi, fratellanza ed innocenza, facendo stringere il cuore e salire la tensione quando questi ragazzini maneggiano con inesperta mano armi da strage, cercando di imparare ad usarle guardando un tutorial su YouTube. E potrebbero essere tutti nostri fratelli e figli, che amano le scarpe firmate, si fanno i selfie e vogliono sembrare uomini fatti, quando ancora ‘puzzano di latte’, come li apostrofa uno spacciatore rivale.
Giovannesi ha diretto sapientemente un gruppo di esordienti non attori, tutti ragazzini dei quartieri, ma lavoratori: chi cuoco chi barbiere, chi barista, come Francesco Di Napoli, il protagonista, talentuoso e consapevole: ‘il problema di questi ragazzi è che non hanno un sogno’, dice con candore. Un sogno che nel caso dei paranzini é la voglia di avere quello che hanno gli altri, o smettere di fare pagare il pizzo ai propri genitori, sentirsi grandi e realizzati. ‘Non c'è giudizio - aggiunge Giovannesi - ma il desiderio di conoscere cosa c'è nei loro cuori, e spero di trasmettere questo al pubblico’.
Un film riuscito e necessario, che indaga appunto il cuore, raccontando un pezzo di Italia e non solo: ‘i gruppi di criminali minorenni sono ovunque - spiega Saviano - in Europa e sud America, e il fenomeno é pericolosamente in crescita. Il problema é che questi ragazzi non hanno nemmeno più fiducia, e vanno incontro ad un destino irreversibile, sperando di vivere più a lungo possibile, ma con aspettativa di vita da Medioevo. Per loro la pistola diventa la lampada di Aladino con cui sperano di avverare i loro desideri, ma il prezzo da pagare è la vita’.
E i ragazzi abbracciano Saviano e Giovannesi, dopo aver condiviso un’esperienza unica, con la voglia di andare nelle scuole a parlare, a dire che un’altra strada è possibile. ‘Claudio Giovannesi ha davvero accompagnato i protagonisti in questo viaggio, condannati a morte inconsapevoli’ dice Carlo Degli Esposti di Palomar, produttore insieme a Vision Distribution. Il film si muove sui binomi gioco e violenza, famiglia e solitudine, amore e paura, e lo fa senza tralasciare immagini forti (con impeccabile fotografia di Daniele Ciprì), di quelle che vorresti entrare nello schermo e prenderli per mano per portarli via. A margine della conferenza stampa la stampa estera chiede a Saviano della notizia dell'intenzione del Ministro dell'interno Salvini di levare la sua scorta, e lo scrittore semplicemente dice ‘non dipende da me! Io dico che in Europa succede ancora che uccidano i giornalisti, ma di certo non mi faccio intimidire dalla minaccia del Ministro di levarmi la scorta, che ricordiamocelo, non é un privilegio. Io continuerò a raccontare’.
Un forte applauso, per lui e per tutta la delegazione del film. Molta verità con La paranza dei bambini, e tanta tenerezza. Il film esce il 13 febbraio nelle sale italiane.