La Seconda Guerra Mondiale raccontata in 10 film
di
Marco Modugno
3 - Il giorno più lungo
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Quello che La battaglia di Midway é per la guerra nel Pacifico, Il giorno più lungo, tratto anche questo da un romanzo storico di Cornelius Ryan, lo rappresenta per l'invasione della Fortezza Europa. Il cast stellare, che comprendeva John Wayne, Sean Connery, Robert Mitchum, Curt Juergens, Robert Wagner, Richard Burton, Henry Fonda e perfino un giovane Paul Anka, intepreta i protagonisti alleati e tedeschi del D-Day.
A partire dai lanci di paracadutisti nella notte fino alla sanguinosa battaglia per la conquista delle spiagge normanne e delle prime teste di ponte dell'entroterra. Magnifico affresco storico che permette di conoscere molti dei protagonisti di quel fatidico giorno, contiene, ed é comprensibile data l'epoca (1962), un elevato contenuto agiografico filoalleato. Figlio del cinema di propaganda americano, separa buoni e cattivi con una linea netta. Cosa che peraltro nulla toglie alla godibilità della pellicola, piuttosto lunga ma mai noiosa, densissima di avvenimenti, raccontati come in un film ad episodi ma mantenendo un coerente filo logico e temporale tra loro. Un grandissimo classico che narra, oltre alla storia dell'invasione della Normandia, anche quella di un cinema che non c'é più, animato da grandi capitali d'investimento capaci di riunire decine di attori di grido in un solo progetto. In un'epoca dove, per girare le scene di massa, occorreva reclutare davvero una legione di comparse.
2 - Salvate il soldato Ryan
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Occorre riconoscerlo a Spielberg. Dopo quei primi ventiquattro minuti di scene ambientate sulla spiagga di Omaha, che immortalano con puntiglio chirurgico l'olocausto dei 3000 caduti della 1ma e della 29ma divisione di fanteria americane, il cinema di guerra non é più stato lo stesso. Il salto é stato epocale, come quello introdotto nel cinema western dai pistoleri lerci, sudati, cattivi di Sergio Leone.
E quella sequenza basta e avanza per dare un respiro storico a un film che poi, per tutto il resto della trama, narra delle vicende di una piccola squadra di rangers, impegnata in una difficile missione dietro le linee. Il soldato, anzi il paracadutista Ryan, la spiaggia della Normandia non l'ha mai vista. Ma é proprio quella spiaggia arrossata del sangue delle vittime americane, e tedesche, che fa la differenza tra l'ottimo film di guerra d'azione e il kolossal. Spielberg conosce bene il mestiere e dà a tutti una lezione di cinema di quelle che non si dimenticano.
Il resto, una bella storia di cameratismo, uno spaccato delle classi sociali americane degli anni quaranta che solo chi mastica un po' di slang e azzarda una visione in lingua originale potrà cogliere, una collezione di sequenze d'azione scimmiottatte da una generazione intera di videogiochi, é comunque arte e consacra stella assoluta un Tom Hanks già incoronato nei panni di Forrest Gump, e che solo le pessime riduzioni cinematografiche degli ancor peggiori romanzi di Dan Brown sono poi riuscite ad appannare.
Medaglia d'argento al valore, nella nostra classifica, per un film che era già un classico quando il primo spettatore é uscito dalla sala il giorno della prima.
1 - Band of Brothers
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Il primo film in classifica non é un film, bensì una miniserie televisiva in 10 puntate, prodotta dal dinamico duo Steven Spielberg e Tom Hanks per la HBO. La trama narra le vicende della Compagnia Easy della 101ma divisione aviotrasportata americana, le celebri "Aquile Urlanti", dai tempi del loro addestramento in USA fino al lancio nelle retrovie delle spiagge normanne alla vigilia del D-Day, la partecipazione alla rovinosa operazione Market Garden sui ponti d'Olanda, la reazione alla controffensiva tedesca delle Ardenne e le ultime operazioni belliche che precedettero la fine del conflitto.
Uno storico italiano contemporaneo che stimo, finito di vederla, commentò che si trattava del "più bel film di guerra mai realizzato".
Ispirata, come il soldato Ryan, da un libro di Stephen Ambrose, molto superiore per dinamica narrativa e qualità della recitazione alla successiva The Pacific, la serie ha ispirato la serie di videogiochi Brothers in Arms e più di una situazione di Call of Duty e Medal of Honor. Consacrando come star del piccolo schermo l'attore britannico Damian Lewis, anni prima dei successi delle serie Life e Homeland.
Accuratissima nelle ricostruzioni di situazioni e ambienti, rappresenta senza dubbio il tentativo più riuscito di portare la storia bellica recente sullo schermo, coniugando alla perfezione il carattere dei personaggi con gli eventi più grandi di loro dei quali sono costretti, loro malgrado, a divenire protagonisti. Primo posto meritatissimo.
Last but not least
Prima di concludere questo veloce e per forza di cose incompleto e soggettivo excursus sul cinema di guerra sul tema del secondo conflitto mondiale, mi pare giusto e opportuno, come promesso, effettuare alcune veloci menzioni d'onore ai film che hanno mancato la "top ten" per un soffio, o anche meno.
A partire da Prima Vittoria, ultimo kolossal bellico e ultimo film di John Wayne girato in bianco e nero, fino a Tora! Tora! Tora!, memorabile affresco dell'attacco giapponese a Pearl Harbor. Meritano di essere citati (e visti) anche Il ponte di Remagen, film di guerra classico permeato da un'inattesa vena critica nei confronti degli aspetti più agiografici della guerra e La croce di ferro, di Sam Peckimpah, che vede protagonisti un plotone di soldati della Wehrmacht sul fronte russo, caratterizzato da scene di battaglia forti, avveniristiche in un film del 1977. Non si può non citare il tesissimo Duello nell'Atlantico, il "giallo" di guerra La notte dei generali e il divertente I guerrieri, animato da un irripetibile trio Eastwood, Savalas e Sutherland.
E ancora Destinazione Tokyo con Cary Grant, I lunghi giorni delle aquile sulla battaglia d'Inghilterra e i due Stalingrad (uno tedesco del 1993, uno russo del 2013, il primo decisamente superiore al secondo). Per finire con La battaglia dei giganti, dedicato agli scontri nelle Ardenne a fine 1944, Battaglione di disciplina (, in inglese conosciuto come The Misfit Brigade, film del 1987, tratto da un romanzo del prolifico scrittore di guerra tedesco di origine danese Sven Hassel) e, ultimo ma non meno importante, El Alamein - La linea del fuoco (di Enzo Monteleone),
chiamato qui a rappresentare abbastanza degnamente un cinema di guerra italiano che, esaurita la propaganda di regime, non ha mai trovato il coraggio di raccontare con onestà il coraggio e il valore dei suoi soldati sui diversi fronti, meritevole di essere ricordato con rispetto e orgoglio patrio, al di là di quello che fu il risultato finale del conflitto.