La Sirenetta: il cast italiano racconta i momenti più iconici
Con il film ormai in tutte le sale italiane, abbiamo avuto la possibilità di incontrare l'intero cast italiano del live action La Sirenetta, con la possibilità di scambiare qualche parola con i diretti interessati.
Sono intervenuti:
- Mahmood - Sebastian
- Simona Patitucci - Ursula
- Yana C – Ariel (canto)
La Sirenetta, l'incontro con le voci italiane
Cosa vuol dire per voi, a livello personale, aver partecipato alla realizzazione di questo film?
Simona Patitucci – Mettetevi nei miei panni. Sono passati tre decenni, ero una bambina e ci tengo sempre a precisarlo, se no sembra che sono diventata Matusalemme. Era un appuntamento, quello con Ursula, perché già all’epoca ero stata selezionata per Ursula. Poi invece vidi il materiale di Ariel, feci entrambi i provini e li vinsi entrambi. Alla fine scelsi Ariel, però mi era rimasta qui Ursula, quindi quando mi è stato chiesto di partecipare al live action l’ho preso veramente come un segno del destino, un cerchio che si chiudeva. Oppure è un altro cerchio che si apre, è un otto, è una cosa infinita. Per me è una grande emozione, sono ritornata in un ambiente non solo di lavoro ma anche umano molto speciale. Doppiare un film della Disney è bello, perché sai che rimarrà per tantissimo tempo, per non dire per sempre, e finalmente mi sono cimentata in un personaggio che mi ha aspettata per qualche anno. Spero di essere stata all’altezza dell’appuntamento. È molto emozionante continuare a fare parte del mondo della sirenetta, sono molto grata.
Yana, per te un anno circa di casting e provini per trovare l’interprete italiana che potesse dare la voce ad Halle Bailey. Cosa vuol dire essere la voce di Ariel nelle canzoni?
Yana C - All’inizio era sicuramente un sogno e non ci credevo. Quando ho capito che l’audizione che stavo facendo era per questo, sono scoppiata in lacrime: ero in Angola con mia mamma e ci siamo messi tutti a piangere. Poi è diventata quasi una sfida, perché è un mondo, quello del doppiaggio, in cui non mi ero mai cimentata. Il modo di cantare disneyano è molto più vicino al musical rispetto a quello che faccio di solito. È stato un lavoro molto emotivo ma anche tecnico, però molto divertente. Poi con questa nuova versione della sirenetta sento anche di far parte di un cambiamento, è stato molto importante essere presa per questo ruolo. Spero di essere stata all’altezza e di trasmettere anche agli altri l’emozione che ho provato.
Alessandro, abbiamo visto sui tuoi social l’annuncio con una foto di te da bambino. Eri già affezionato al titolo?
Mahmood – Simona parlava di cerchi, e pure per me questo è un cerchio che va a chiudersi e poi ad aprirsi. Mia mamma è sarda e tutte le estati le passavo al mare, poi il mio primo sport è stata la piscina, quindi ho sempre avuto un contatto molto forte con l’acqua. La sirenetta è il cartone che mi ha formato, anche se fa ridere, però è così. Appena è uscita la notizia che avrei fatto Sebastian, i miei cugini hanno iniziato a mandarmi foto di me bambino, quando li obbligavo a salire sugli scogli e a cantare insieme le canzoni che cantava Simona.
Simona Patitucci – Che danni ho fatto nella vita! No, ho fatto delle cose belle.
Mahmood – Hai regalato grandi sogni. E infatti sono ancora scioccato e incredulo nel risentirmi. Ogni volta che esce un trailer di Sebastian col mio doppiaggio per me è assurdo, perché se da piccolo mi avessero chiesto: “Cosa vuoi fare da grande?”, io avrei detto: “Questo”. E devo dire che a Roma si è creato un bellissimo clima. Per me non è stato un lavoro: non avevo mai doppiato e mi sono cimentato in una cosa totalmente nuova.
Anche perché hai fatto il provino sia per la parte delle canzoni sia per la parte di doppiaggio, quindi ti sei messo alla prova in modo importante.
Mahmood – Non è stato facile, ho dovuto perdere tanto tempo, lavorare, ascoltare. Mi sono rivisto tante volte l’originale a casa prima di andare in studio perché io mi sento Sebastian. Io sono Sebastian.
Domanda per tutti: come vi siete trovati a lavorare come doppiatori e quali sono state le difficoltà maggiori?
Simona Patitucci – Ho cominciato col doppiaggio a sette anni, quindi ero in un territorio conosciuto, ma ogni volta che ci si approccia a un personaggio nuovo è sempre una sfida. Non crediate che la tecnica ti porti a cavartela sempre, soprattutto quando c’è il desiderio di eccellere. La perfezione non esiste, ma l’eccellenza sì, e noi puntiamo a quella. Mi sono confrontata con Melissa McCarthy, che mi ha fatto sudare le proverbiali sette camicie, perché la sua è un’interpretazione pirotecnica: ha tirato fuori tutti gli escamotage possibili e starle dietro non è stato un viaggio facile. Quando si tratta di Disney, c’è un’attenzione millimetrica non solo al sync, ma proprio all’aderire all’attore, perciò tutte le differenze che si potranno riscontrare nel mio personaggio rispetto alla versione meravigliosa di Sonia Scotti (Ursula nel cartone animato, ndr), sono dovute al fatto che io ho dovuto e voluto seguire Melissa McCarthy. È stata una sfida che mi auguro di aver portato a casa, da par mio. È uno stimolo, un voler andare avanti e creare qualcosa di nuovo che rimanga nei cuori, come è rimasto nei loro cuori il cartone animato di tanti anni fa. L’obiettivo è sempre arrivare con una carica emotiva e un divertimento. Se tu ti diverti, il pubblico si diverte.
Mahmood, viste le tue origini sarde e il setting del film, come hai affrontato questa nuova avventura? Ci sono modelli di cantanti italiani o stranieri che nel repertorio Disney ti sono stati da esempio?
Mahmood – Sono super orgoglioso, perché io tutte le estati andavo con mamma in Sardegna e nuotavo sott’acqua cercando Atlantica, quindi sembra veramente strano che abbiano scelto il mare della Sardegna. Anzi, in realtà non lo è, perché è il mare più bello del mondo. Ho affrontato tutto con molto orgoglio e responsabilità, ci tenevo a fare bene e a regalare alle nuove generazioni ciò che il cartone aveva regalato a me. È una responsabilità, si sono mischiate tante emozioni nel fare questo film. C’è stata l’emozione di fare quello che per me è il punto più alto della Disney, ma penso di aver preso parte anche a una rivoluzione. Vedere alla première di Londra tutte queste bambine nere con la barbie della sirenetta è stato bellissimo. Quanto agli esempi, ho amato molto al colonna sonora di Hercules, con Alex Baroni che cantava Posso farcela, ma anche le voci degli altri interpreti del film.
Simona, che è effetto ti ha fatto doppiare Ursula?
Simona Patitucci – È stato finalmente un sogno, perché all’epoca non ci ho pensato tanto. Cosa scegli, la strega del mare o la sirenetta? Ovvio, la sirenetta. Poi col passare del tempo mi sono sempre domandata, tipo Sliding Doors: “Come sarebbe andata se avessi scelto Ursula? Chissà chi avrebbero messo, come sarebbe stata la storia.” Raramente nella vita ti capita un secondo tempo, per di più così prestigioso. Sono tornata a raccontare una storia che conosco, ma da un altro punto di vista. E mi sono sfogata, perché la sirenetta è leggiadra, carina, dolce e vince, dato che il bene vince sul male. Che poi, il male… Ursula è una personalità un po’ deviata, magari faranno un prequel e ci racconteranno la storia di Ursula, sarebbe interessante sapere perché è diventata così cattiva. È stato divertente e sono anche un po’ orgogliosa: non era mai successo che la voce di una protagonista tornasse dopo anni nello stesso film, nello stesso franchise, a doppiare l’antagonista. Ursula è un personaggio iconico.
Ci sono delle nuove canzoni, per esempio Yana ti sei confrontata con Halle Bailey anche su una canzone particolarmente complicata.
Yana C – Stiamo parlando di Per la prima volta. Quando l’ho sentita al provino mi è venuto un colpo, però poi si è rivelata la più divertente da fare. A livello recitativo è molto impegnativa, ma anche a livello tecnico, canoro. È stato come fare una scuola, è stato molto interessante. E poi il risultato finale, secondo me, ha le sfumature che andavano date.
Alessandro, tu hai una canzone nuova che fai con Scuttle, doppiato da Alessia Amendola, che è Il grande scoop.
Mahmood – È stato un bello scioglilingua, però dopo averlo provato tante volte andavo anche più veloce. Quando guardi un cartone che ti ha cresciuto, a volte ci sono delle nuove canzoni che non dico ti infastidiscono, però ti dici: “Perché l’hanno messa? Perché non hanno messo tutto com’era?”. In realtà, certe canzoni hanno aggiunto quella cosa in più in questo live action. Non lo dico quasi mai, sono molto legato alla versione originale, sono un purista, però mi ha fatto strano che mi piacesse registrare questa canzone.
Mahmood, ti piacerebbe fare anche l’attore?
Mahmood - Adesso sono tanto concentrato sula musica, perché sto chiudendo il disco e sono quasi tutti i giorni in studio, però non mi precludo niente. Chissà, magari… vedremo.
Domanda per tutti: la storia dà grande importanza alla voce. Voi, voci italiane del film, che importanza date alla voce che usate per recitare, cantare e doppiare?
Yana C – È una delle cose a cui do più importanza nella vita. Se dovessi rimanere senza voce, in tutti i sensi, potrei anche morire domani. Se parliamo di voce nel senso fisico, cerco di prendermene cura e quindi di non avere cattive abitudini che in futuro mi porteranno a rimanerne senza. Se invece si parla in senso più metaforico, il mio obiettivo è un giorno arrivare a dare un messaggio al pubblico che forse mi seguirà, quindi per me la voce è molto importante sia in senso fisico sia metaforico. È quello che abbiamo per esprimerci.
Simona Patitucci – Sono d’accordo. L’importanza della voce ne La sirenetta ha una doppia valenza, come diceva Yana. Il furto della voce è simbolico. Ariel si trova in condizione di non poter comunicare, di non poter esprimere il proprio parere, e invece lei è stata la principessa di rottura, perché per la prima volta è una principessa che si ribella al volere paterno. Voleva uscire dal proprio habitat naturale, esplorare il mondo di superficie, e quindi Ursula ha il ruolo di privarla del suo strumento più prezioso, la voce, la capacità di incantare le persone con la propria voce. Ariel riesce a conquistare Eric facendo leva soltanto sulla propria purezza e intelligenza, sulla propria fisicità, ma non sfruttando il linguaggio del corpo, semplicemente con il proprio animo.
Qual è il primo ricordo che avete de La sirenetta in versione cartoon?
Simona Patitucci – Il mio primo ricordo è quando mi fu consegnata la VHS per vedere il provino che avrei dovuto sostenere. Dovevo appunto guardare solo la clip di Ursula, invece vidi anche quella di Ariel, ed è stato amore a prima vista.
Mahmood – La prima scena che mi viene in mente è quella in cui le sorelle cantano e c’è Sebastian come direttore d’orchestra. È il primo direttore d’orchestra che ho visto in una TV e nella vita. Un granchio.
Yana, domanda specifica su Part of your world: a livello tecnico, qual è stata la parte più difficile nella registrazione? Tu dovevi seguire la parte vocale di Halle Bailey e allo stesso tempo c’era un nuovo adattamento. Hai sentito una responsabilità?
Yana C – Direi proprio di sì. Dovevo rappresentare Simona nel 2023, quindi ho sentito una bella pressione. La parte tecnica non è stata la più difficile, ma è stata più una questione interpretativa e anche di suono. Io sono abituata a cantare in inglese, quindi cantando in italiano la cosa su cui ho avuto più difficoltà tecnicamente è stata il suono. Come tonalità e tipologia di voce io e Halle Bailey siamo sullo stesso range, invece a livello interpretativo è la parte più difficile. Ti devi mettere nei panni di una ragazzina che non ha mai visto il mondo e devi cercare di entrare in quella mentalità, dare tutte le sfumature, concentrarti su ogni frase, di dare un peso a ogni frase. A volte inizi con l’intenzione giusta, poi man mano che vai avanti ti perdi, quindi per me è stato più difficile mantenere il focus su una parte più sentimentale ed emotiva. Di responsabilità ne ho sentite tantissime per tanti motivi, sia perché volevo essere all’altezza del cartone originale sia per tutta la polemica che è uscita da due anni a questa parte, che immaginavo si sarebbe rinforzata sapendo chi è la voce.
Al di là del vostro ruolo, qual è il vostro personaggio preferito de La sirenetta e perché?
Mahmood – Il mio è Sebastian.
Yana C – Anche il mio, in realtà.
Simona Patitucci – Avete votato Sebastian tutti e due? Molto bene. Chiaramente non scelgo né Ursula né Ariel. Io dico Scuttle. Perché le sue invenzioni linguistiche fanno storia: l’arricciaspiccia, è stato un piacioro… Sono grandi invenzioni che ancora oggi usiamo.
Simona, hai dato qualche consiglio a Yana per interpretare al meglio Ariel?
Simona Patitucci – Premetto che non ci conoscevamo. All’inizio avevo la tentazione di chiedere a Virginia Brancucci, che dirigeva il doppiaggio, se aveva piacere che io fossi presente per un consiglio, ma poi ho preferito di no. Non perché non volevo darle consigli, diciamo, ognuno ha la propria sensibilità, semplicemente perché avere la persona che l’ha fatto trent’anni prima che viene lì tipo civetta sul trespolo e ti guarda, forse non avrebbe creato l’atmosfera giusta. Poi la sua versione è assolutamente aderente a quella di Halle Bailey, la mia è invece aderente a quella di Jodi Benson, la Ariel originale, quindi ognuna di noi ha avuto un esempio da seguire, un personaggio, un’attrice da seguire. Magari io le avrei dato dei consigli che potevano andare bene sulla mia Ariel, ma che sulla sua non sarebbero stati giusti.
Alessandro, com’è diversa l’esperienza del doppiaggio rispetto a cantare per un pubblico dal vivo?
Mahmood – Sono due lavori diversi. Devi guardare uno schermo e dare la voce a un personaggio che già c’è, invece sul palco devi partire da zero. Sono due tipi di magie diverse. Nelle settimane che ho passato a Roma a doppiare, a volte ci mettevo un po’ di più a fare una frase: la frase usciva quando io non solo parlavo, ma portavo il corpo a fare quello che dovevo dire. E quando mi facevo aiutare anche col mio corpo per essere arrabbiato, felice, sorpreso, la frase usciva subito, quindi è proprio un altro lavoro. È stato come recitare, e non lo so perché non ho mai recitato.
Simona Patitucci – Hai recitato, te lo garantisco, questo è recitare.
Su Gamesurf trovi anche la recensione del film La Sirenetta.