Lo Chiamavano Jeeg Robot
di
Claudio Gentile
Il 25 Febbraio sarà proiettato nelle sale Lo chiamavano Jeeg Robot, un film su un super eroe con super poteri veri ma pur sempre “cacio e pepe”. Infatti, il supereroe in questione viene dalla periferia urbana (che sia Tor Bella Monaca é del tutto accidentale) e, come tutti i supereroi che si rispettino, acquisisce i poteri in maniera casuale. Ma si sa, Spiderman insegna “da grandi poteri derivano grandi responsabilit”.
Grandi responsabilità hanno avuto tutti coloro che hanno lavorato a questo progetto. Finalmente, ci fanno ammirare un BEL FILM supereroistico all'italiana, infarcito di quel neorealismo tanto caro al nostro cinema e orgoglio nazionale che ci consente, da spettatori, di sospendere immediatamente l'incredulità e sentirci coinvolti nella narrazione.
In una conferenza stampa gremita, lo stesso giovane regista Gabriele Mainetti ha dichiarato che questo era un progetto, una sfida che sentiva di dover cogliere. Una sfida ardua. Il rischio di cadere nell'imitazione o addirittura nel parodistico era dietro l'angolo ed é per questo che non si é descritta la stria di un classico eroe in calzamaglia. Dovevamo convincere il pubblico, sin da subito, e abbiamo puntato su dei personaggi veri, tangibili e ricchi di fragilità che conducono lo spettatore in una favola urbana fatta di superpoteri.
Mainetti dichiara anche che Lo chiamavano Jeeg Robot é stato determinante per la creazione della sua casa di produzione e spiega di averla aperta “… per fare dei film come volevo io …”. L'obiettivo che Mainetti si prefigge con Goon Films é quello di realizzare film di genere sul modello americano che rappresentino la sua cifra stilistica. Per questi progetti é necessario un ambiente protetto dalle mediazioni che tolgono forza e originalità agli stessi, minando inevitabilmente il risultato finale atteso.
Presenti alla conferenza stampa anche i tre attori protagonisti. Claudio Santamaria, Luca Marinelli ed una sorprendente Ilenia Pastorelli. Mentre i primi si confermano attori di spessore e molto capaci, quest'ultima era la “sorvegliata speciale” . Ilenia Pastorelli é stata fortemente voluta da Nicola Guaglione, sceneggiatore di Lo chiamavano Jeeg Robot, il quale dichiara che, scrivendo il personaggio di Alessia, alcune battute erano nate pensando proprio a lei.
Ilenia Pastorelli racconta che, all'epoca in cui fu chiamata per il provino dalla Goon Films, era incredula e quando ricevette il copione e lesse le battute, non capì a cosa faceva riferimento il testo. Si stupì nel leggere che era “implicato nella vicenda” il Ministro Amaso (Ilaria credeva si trattasse del ministro Amato con il nome modificato per ovvie ragioni] e si convinse che fosse un film sulla politica italiana. Al provino poi le venne chiesto di piangere “veramente”. Questo la mise in crisi e abbandonò l'idea. Tornando a casa e confrontandosi con la madre, quest'ultima le disse che visti i conti da pagare e il mutuo, un “piagnetto” se lo poteva pure fare. Così richiamò l'ufficio casting e, finalmente, riuscì a piangere “per davvero” e ottenne la parte. Così, quando qualcuno le chiede perché ha deciso di partecipare al film, lei risponde con ironia “pé pagà er mutuo!”.
Durante la conferenza stampa, é stato presentato anche l'albo a fumetti dedicato a Lo chiamavano Jeeg Robot. Una storia che amplia quella del film e che indaga la percezione di Enzo (Claudio Santamaria) dei propri poteri, ma soprattutto la percezione da parte della “gente” di questo nuovo eroe.
Il fumetto sarà disponibile in edicola con ben 4 varianti. Un omaggio che fumettisti del calibro di Roberto Recchioni, Giacomo Bevilacqua, Zerocalcare e Leo Ortolani hanno voluto fare in onore di Lo chiamavano Jeeg Robot. L'opera prima di Gabriele Mainetti, nelle sale dal 25 Febbraio, vi farà venire una voglia matta di guardare tutto d'un fiato l'anime giapponese strafogandovi di budini alla vaniglia.
Grandi responsabilità hanno avuto tutti coloro che hanno lavorato a questo progetto. Finalmente, ci fanno ammirare un BEL FILM supereroistico all'italiana, infarcito di quel neorealismo tanto caro al nostro cinema e orgoglio nazionale che ci consente, da spettatori, di sospendere immediatamente l'incredulità e sentirci coinvolti nella narrazione.
In una conferenza stampa gremita, lo stesso giovane regista Gabriele Mainetti ha dichiarato che questo era un progetto, una sfida che sentiva di dover cogliere. Una sfida ardua. Il rischio di cadere nell'imitazione o addirittura nel parodistico era dietro l'angolo ed é per questo che non si é descritta la stria di un classico eroe in calzamaglia. Dovevamo convincere il pubblico, sin da subito, e abbiamo puntato su dei personaggi veri, tangibili e ricchi di fragilità che conducono lo spettatore in una favola urbana fatta di superpoteri.
Mainetti dichiara anche che Lo chiamavano Jeeg Robot é stato determinante per la creazione della sua casa di produzione e spiega di averla aperta “… per fare dei film come volevo io …”. L'obiettivo che Mainetti si prefigge con Goon Films é quello di realizzare film di genere sul modello americano che rappresentino la sua cifra stilistica. Per questi progetti é necessario un ambiente protetto dalle mediazioni che tolgono forza e originalità agli stessi, minando inevitabilmente il risultato finale atteso.
Presenti alla conferenza stampa anche i tre attori protagonisti. Claudio Santamaria, Luca Marinelli ed una sorprendente Ilenia Pastorelli. Mentre i primi si confermano attori di spessore e molto capaci, quest'ultima era la “sorvegliata speciale” . Ilenia Pastorelli é stata fortemente voluta da Nicola Guaglione, sceneggiatore di Lo chiamavano Jeeg Robot, il quale dichiara che, scrivendo il personaggio di Alessia, alcune battute erano nate pensando proprio a lei.
Ilenia Pastorelli racconta che, all'epoca in cui fu chiamata per il provino dalla Goon Films, era incredula e quando ricevette il copione e lesse le battute, non capì a cosa faceva riferimento il testo. Si stupì nel leggere che era “implicato nella vicenda” il Ministro Amaso (Ilaria credeva si trattasse del ministro Amato con il nome modificato per ovvie ragioni] e si convinse che fosse un film sulla politica italiana. Al provino poi le venne chiesto di piangere “veramente”. Questo la mise in crisi e abbandonò l'idea. Tornando a casa e confrontandosi con la madre, quest'ultima le disse che visti i conti da pagare e il mutuo, un “piagnetto” se lo poteva pure fare. Così richiamò l'ufficio casting e, finalmente, riuscì a piangere “per davvero” e ottenne la parte. Così, quando qualcuno le chiede perché ha deciso di partecipare al film, lei risponde con ironia “pé pagà er mutuo!”.
Durante la conferenza stampa, é stato presentato anche l'albo a fumetti dedicato a Lo chiamavano Jeeg Robot. Una storia che amplia quella del film e che indaga la percezione di Enzo (Claudio Santamaria) dei propri poteri, ma soprattutto la percezione da parte della “gente” di questo nuovo eroe.
Il fumetto sarà disponibile in edicola con ben 4 varianti. Un omaggio che fumettisti del calibro di Roberto Recchioni, Giacomo Bevilacqua, Zerocalcare e Leo Ortolani hanno voluto fare in onore di Lo chiamavano Jeeg Robot. L'opera prima di Gabriele Mainetti, nelle sale dal 25 Febbraio, vi farà venire una voglia matta di guardare tutto d'un fiato l'anime giapponese strafogandovi di budini alla vaniglia.