Lo Hobbit - La Desolazione di Smaug

Le 48 inquadrature al secondo come influenzano la lavorazione del 3D, e cosa hai imparato durante la realizzazione del primo film che ti ha aiutato nel secondo?

ERIC SAINDON: L'alta velocità delle inquadrature influenza le luci e il rendering. Questo ultimo raddoppia come quantità, il che significa che abbiamo triplicato la dimensione della nostra resa grafica.

Il più grande beneficio dell'alta definizione riguarda l'animazione, perché riusciamo ad ottenere più dettagli nell'animazione, sia nelle espressioni facciali sia in tutte le caratteristiche dei personaggi. In pratica, abbiamo più inquadrature perfezionate, con un'animazione scorrevole. Questo ci consente di aggiungere molti dettagli. Per le nostre simulazioni di tessuti e monete e cose di questo genere, ci permette di avere più informazioni in modo da poterle rendere al meglio. Questo vuol dire che il nostro procedimento di controllo é ancor più intensivo. Dobbiamo costantemente controllare la qualità per assicurarci che tutto raggiunga l'altezza dei nostri standard.

La questione dell'audio stereo richiede sempre molto lavoro. Dobbiamo controllare continuamente la giusta profondità, mentre nei film de Il Signore degli Anelli, se c'era qualche problema in qualche modo lo coprivamo sempre. Se il contatto con il piede non combaciava mettevamo una pietra sopra. Nella trilogia de Il Signore degli Anelli, é capitato spesso. [Ride] Nella trilogia de Lo Hobbit, dal momento che tutto é nella propria profondità di campo rispetto alla macchina da presa, dobbiamo assicurarci che le cose siano ben posizionate. Lo stereo non raddoppia le complicazioni, le triplica. sicuramente un procedimento più intenso.

Lo Hobbit - La Desolazione di Smaug


Quali sono le altre sfide con le quali ti sei confronto durante la lavorazione di questo film?

ERIC SAINDON: Penso che Smaug sia probabilmente la più grande sfida perché ci sono delle aspettative molto alte per questo personaggio. un personaggio che il pubblico ha atteso di vedere, perciò dobbiamo assicurarci di aver catturato la descrizione di Smaug del romanzo originale, oltre all'ispirazione di Peter e l'interpretazione di Benedict. Far combaciare tutte queste cose in un personaggio ed esporlo alla vista di tutti é la più grande delle sfide. lo stesso genere di sfida che avevamo avuto con Gollum, ma con Gollum abbiamo avuto tre film per sviluppare il personaggio.

Sei stato influenzato o ispirato in qualche modo dall'interpretazione di Benedict Cumberbatch?

ERIC SAINDON: Cerchiamo di utilizzare i suoi movimenti della testa. Naturalmente, non possiamo utilizzarlo come un personaggio in motion-capture come abbiamo fatto con Gollum, perché tracciare i suoi movimenti su Smaug non funzionerebbe. Ma avevamo anche una sua registrazione quando si stava doppiando. Si immedesimava talmente tanto nel personaggio che si muove va tantissimo per entrare nella parte solo con la voce. Abbiamo utilizzato molto di ciò che abbiamo visto durante il suo doppiaggio, per i movimenti della testa e il modo in cui sventola le braccia. Ovviamente non é un adattamento preciso dei suoi movimenti, ma abbiamo cercato di infondere parte della sua interpretazione in Smaug, anche se attraverso diverse forme e personaggi.


Puoi descrivere il Regno di Thranduli - la sala del trono, le segrete e l'ambientazione in generale?

ERIC SAINDON: In definitiva é tutto digitale, dal momento che é un'ambientazione così immensa. Gli scenografi hanno costruito un trono sul set, alcune celle per gli attori, e altri set, ma questo é tutto. L'intera ambientazione é uno spazio gigantesco. Non é come Gran Burrone dove potevamo fare delle riprese esterne, o costruire qualcosa all'aperto dove girare. tutto sotterraneo, sotto la montagna, perciò quel ambientazione é interamente digitale. Molte cascate e vasti spazi. un'area meravigliosa.

Come hai creato la cittadina sul lago, Pontelagolungo?

ERIC SAINDON: Peter ha sempre pensato a Pontelagolungo come ad un luogo abitato da 5, 000 persone. Questo é il numero che ci ha dato. 5, 000 persone che vivono tra le rovine di una vecchia città sul lago.

Peter ha trovato un lago che gli piaceva nell'Isola del Sud, in Nuova Zelanda sotto il lago Tekapo, vicino al monte Cook. Gli piaceva molto l'aspetto del lago, quindi abbiamo usato quello per ispirarci per la cittadina di Pontelagolungo. Abbiamo costruito centinaia di case, che combaciassero con la scenografia di John Howe e Alan Lee, e abbiamo costruito l'intera città sul lago. Abbiamo creato una versione digitale per gli addetti della previsualizzazione in modo che potessero lavorare con Peter sul posizionamento della macchina da presa oltre ad ideare nuove inquadrature per la città sul lago. La quantità di dettagli che abbiamo investito a Pontelagolungo é incommensurabile.

bigim22

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