Mary Poppins compie 60 anni: omaggio al film con Julie Andrews e Dick Van Dyke

Curiosità, dati e aneddoti sul film di Mary Poppins

di Chiara Poli

27 agosto 1964. Al cinema debutta il musical fantasy Mary Poppins, diretto da Robert Stevenson (Un maggiolino tutto matto, Pomi d’ottone e manici di scopa) e prodotto da Walt Disney.

La storia viene dagli omonimi romanzi della serie intitolati appunto Mary Poppins firmati dalla scrittrice australiana P.L. Travers, anche autrice della sceneggiatura insieme a Bill Walsh (Il fantasma del pirata Barbanera) e a Don DaGradi (Lilli e il vagabondo, Un maggiolino tutto matto), scrittore e scenografo di fiducia di Disney.

La trama di Mary Poppins


Siamo a Londra, agli inizi del XX secolo. Per la precisione nel 1906. La famiglia Banks vive al numero 17 di Viale dei Ciliegi. Il capofamiglia, il bancario George Banks (David Tomlinson), impartisce ai figli un’educazione molto rigida e quando la governante e tata dà le dimissioni si occupa personalmente di trovare una sostituta: la moglie Winifred (Glynis Johns) secondo lui è troppo distratta per essere all’altezza del compito. Dopo un annuncio e una rigida selezione, in casa Banks per occuparsi di Jane (Karen Dotrice) e Michael (Matthew Garber) arriva Mary Poppins (Julie Andrews): una tata “magica” che è riuscita a leggere la versione dell’annuncio compilata da Jane e Michael, nonostante il padre l’avesse bruciata. Attraverso il camino, le parole dei bambini fanno capire a Mary che c’è bisogno di lei e il suo amico spazzacamino Bert (Dick Van Dyke), il narratore che ci introduce alla storia, ci mostrerà la loro straordinaria avventura insieme, che Jane e Michael ricorderanno per tutta la vita.

La tecnica mista: una rivoluzione per grandi e piccini


L’unione del girato tradizionale, con attori in carne e ossa, e di immagini animate - come i classici Disney - ha creato la tecnica mista. Live action e animazione s’intrecciano per regalare agli spettatori, grandi e piccini, emozioni uniche e quell’atmosfera magica che fa sognare tutti.

Naturalmente, Mary Poppins non era il primo film a servirsene: la tecnica mista fu sperimentata fin dagli albori, negli anni della nascita del cinematografo. Ma quello di Mary Poppins diventò in un battibaleno il caso più celebre in tutto il mondo.

Perfettamente adeguata alla parte musical del film, che faceva “parlare” Mary, Bert, i bambini e altri personaggi tramite le canzoni, la tecnica mista aggiunge quel tocco di innovazione che accresce la modernità di una storia ambientata nel 1906 e ancora attuale ai nostri giorni.

La perfezione delle interazioni fra umani e cartoni animati, nelle avventure che Mary fa vivere ai due piccoli di casa, ha fatto scuola e ha mostrato le potenzialità di un genere che avrebbe trovato vent’anni dopo la sua massima espressione in un altro titolo per grandi e piccini: Chi ha incastrato Roger Rabbit?

La voce di Julie Andrews - come da tradizione doppiata nella versione italiana, con un adattamento intelligente dei testi di ogni canzone - lascia il segno trasformando la grande attrice e interprete in un simbolo amato da generazioni di giovani spettatori.

Mary Poppins dimostrava che la severità non necessariamente corrispondeva a un atteggiamento ostile o punitivo, anzi: con lei, i bambini imparavano divertendosi e diventando futuri adolescenti educatissimi e pronti a fare del loro meglio in ogni ambito della vita.

Nella prima metà degli anni ’60, si trattava di un concetto di una modernità impressionante. Cosa che non fece che aumentare il successo del film: a fronte di un budget di circa 6 milioni di dollari, ne incassò oltre 103 ai botteghini di tutto il mondo.

Dimostrando che la magia del cinema, quando fa sognare, funziona sempre.

Saving Mr. Banks


I rapporti tra Walt Disney e P.L. Travers durante la produzione del film sono stati raccontati nel film del 2013 Saving Mr. Banks, prodotto da Walt Disney Pictures.

Vista la popolarità dei romanzi per ragazzi della Travers, infatti, ci si chiedeva in che modo Mary Poppins sarebbe stata portata sullo schermo, e con quali risultati.

La risposta arrivò con i 5 Premi Oscar vinti da Mary Poppins (alla migliore attrice Julie Andrews, al montaggio, alla migliore canzone - Cancaminin - alla migliore colonna sonora e naturalmente agli effetti speciali).

Saving Mr. Banks ci restituisce uno sguardo drammatico sulle negoziazioni, non certo facili, e le continue discussioni tra Walt Disney in persona P.L. e Travers per i diritti e la trasposizione cinematografica.

Mettetevi nei panni della scrittrice: create un personaggio immaginario che nella vostra testa ha un aspetto molto preciso. Poi arriva il dirigente di un prestigioso studio cinematografico proponendovi di trarne un film e sottoponendovi cast, testi e musiche.

Difficile trovarsi immediatamente d’accordo, no?

Julie Andrews diventa Mary Poppins


Julie Andrews ha descritto accuratamente la sua esperienza nel film nei suoi libri di memorie.

La celebre e amatissima attrice ha parlato diffusamente della curva di apprendimento necessaria per interagire con immaginari personaggi animati oltre a raccontare aneddoti sul suo incontro con il co-protagonista Dick Van Dyke, altro attore adorato da pubblico.

Particolare rilevanza ebbero i suoi sforzi di creare delle scene di volo perfette (Mary Poppins vola grazie al suo ombrello) dando l’impressione che Mary stesse veramente viaggiando nel cielo senza mai perdere la sua compostezza, destinata a diventare proverbiale.

Per diventare Mary Poppins, però, Julie Andrews dovette anche imparare a interpretare correttamente l’approccio vocale richiesto dal film: le canzoni venivano infatti registrate prima delle riprese, e la loro interprete doveva sostanzialmente immaginare e intuire in che modo si sarebbero svolte le varie scene.

Aggiungiamo la timidezza di Robert Stevenson, il regista del film, e abbiamo il quadro delle sfide che la Andrews dovette affrontare. Superandole così brillantemente da vincere un meritato Oscar.

60 anni e non sentirli


Mary Poppins è “invecchiata” benissimo. Il sequel Il ritorno di Mary Poppins, con la bravissima Emily Blunt nei panni che furono della Andrews, è uscito nel 2018 ed è diventato un successo commerciale (ben 130 milioni di dollari il budget, con gli incassi arrivati a quasi 350) si configura come un capitolo a sé, che nulla toglie al classico della Disney, ancora oggi amatissimo dai bambini di tutto il mondo. Più del suo sequel, nonostante, la narrazione decisamente meno contemporanea.

Nel 1964 Mary Poppins fu il film che registrò il maggiore incasso in tutti gli USA, infrangendo ogni precedente record d’incassi collezionato dai film di Walt Disney.

Conservato al National Film Registry degli Stati Uniti dalla Library of Congress come “culturalmente, storicamente o esteticamente significativo”, il film nacque nella mente di Walt Disney dalla lettura dei romanzi e quando vide lo spettacolo Camelot a Broadway, con Julie Andrews, decise che la “sua” Mary Poppins sarebbe stata lei.

Disney era talmente determinato a convincerla che accettò di aspettare che nascesse il bimbo della Andrews - che era incinta di poche settimane quando le venne offerto il ruolo di Mary Poppins - e offrì al marito della protagonista, Tony Walton, il lavoro per la creazione dei costumi e di alcuni set del film. In questo modo, la coppia avrebbe potuto stare insieme.

Non pago dell’offerta - naturalmente non si menziona la cifra ufficiale dell’ingaggio - Walt Disney organizzò anche per Andrews e Walton un giro privato di Disneyland con il suo ideatore come cicerone.

Come molti appassionati di film Disney sanno, il buon Walt rimase talmente colpito da Julie Andrews dopo averla scoperta in Camelot che chiese ai disegnatori de La carica dei 101 di creare il personaggi di Anita in modo che le somigliasse.

L’enorme successo della colonna sonora di Mary Poppins in patria fu merito della Andrews, mentre le versioni doppiate delle canzoni rilasciate nei vari Paesi esteri sono diventate parte integrante della cultura popolare di molte nazioni differenti. A distanza di 60 anni esatti, molti di noi ancora ricordano come basti “un poco di zucchero e la pillola va giù”…